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Spostamento elettrodotto: serve l’ordine formale?

La Corte di Cassazione ha stabilito che per ottenere un indennizzo per lo spostamento di un elettrodotto, richiesto da un ente pubblico per lavori di pubblica utilità, è indispensabile un provvedimento amministrativo formale emesso dall’autorità competente. Una semplice richiesta scritta, anche se pressante, non è sufficiente a fondare il diritto all’indennizzo, poiché non può sostituire il procedimento previsto dalla legge per la valutazione del pubblico interesse.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Spostamento Elettrodotto: Senza Ordine Formale, Niente Indennizzo

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un’importante questione relativa allo spostamento elettrodotto eseguito su richiesta della Pubblica Amministrazione. Il caso chiarisce un punto fondamentale: senza un ordine formale emesso dall’autorità competente, la società proprietaria delle infrastrutture non ha diritto a ricevere alcun indennizzo per i lavori eseguiti, anche se sollecitati da un ente pubblico. Questa decisione riafferma la centralità dei principi di legalità e tipicità che governano l’azione amministrativa.

I Fatti di Causa: La Richiesta di Spostamento dei Tralicci

La vicenda trae origine dalla richiesta, avanzata da un Ente Fluviale, a una Società Elettrica di spostare alcuni tralicci situati lungo le anse di un fiume. Tale spostamento era necessario per consentire all’ente di realizzare importanti lavori di sistemazione dell’alveo e delle arginature, considerati di pubblico interesse.

La Società Elettrica, pur dichiarandosi disponibile a procedere, subordinava l’inizio dei lavori alla corresponsione di una “congrua indennità”, come previsto dalla normativa di settore. Ne scaturiva una lunga interlocuzione scritta, al termine della quale, pressata dall’urgenza comunicata dall’Ente Fluviale, la società eseguiva lo spostamento. Tuttavia, al momento di liquidare i costi, l’ente si rifiutava di pagare, negando l’esistenza di un obbligo in tal senso.

La Corte d’Appello, in un primo momento, aveva dato ragione alla Società Elettrica, ritenendo che la condotta dell’ente avesse di fatto imposto il trasferimento dei manufatti, superando la mancanza di un atto formale. L’Ente Fluviale ha però impugnato tale decisione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione: L’Importanza dello Spostamento Elettrodotto Formale

La Suprema Corte ha ribaltato la decisione di secondo grado, accogliendo il ricorso dell’Ente Fluviale. Il fulcro della motivazione risiede nella rigorosa applicazione dei principi che regolano l’attività della Pubblica Amministrazione.

Il Principio di Tipicità degli Atti Amministrativi

I giudici hanno sottolineato che il diritto all’indennizzo per lo spostamento elettrodotto sorge solo in presenza di un provvedimento amministrativo formale, tipico e nominativo. Questo significa che la richiesta non può essere avanzata tramite semplici lettere o comunicazioni informali. La legge, in questo caso una normativa regionale, prevede un procedimento specifico che culmina in un ordine formale di spostamento. Questo procedimento non è un mero formalismo, ma serve a garantire che la decisione sia presa dopo un’attenta e documentata valutazione delle “ragioni di pubblico interesse” che la giustificano.

La Competenza Esclusiva della Regione

Un altro punto cruciale è l’individuazione dell’autorità competente. Nel caso di specie, la legge regionale attribuiva la competenza a emettere l’ordine di spostamento non all’Ente Fluviale che necessitava dei lavori, ma a un’autorità terza: il Presidente della Giunta Regionale. L’Ente Fluviale, quindi, non aveva il potere di imporre lo spostamento né di creare un’obbligazione di indennizzo. Le sue richieste, per quanto pressanti, non potevano sostituire l’atto formale dell’organo competente.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che la tesi del giudice d’appello, secondo cui la mancanza dell’ordine era un difetto “esclusivamente formale”, non poteva essere condivisa. La condotta dell’Ente Fluviale non può in alcun modo supplire alla carenza assoluta non solo del provvedimento, ma soprattutto della valutazione del pubblico interesse che solo la Regione Veneto, quale autorità competente, avrebbe potuto compiere. Le interlocuzioni tra l’ente e la società, pertanto, non potevano tenere luogo né del provvedimento né della valutazione di merito. Di conseguenza, è stato escluso anche il principio del legittimo affidamento della Società Elettrica, poiché l’ordine avrebbe dovuto provenire da un’autorità amministrativa terza e totalmente estranea al rapporto tra le parti.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito che la pretesa di un indennizzo per lo spostamento di infrastrutture è subordinata all’esistenza di un valido ed efficace ordine amministrativo. La mancanza di tale atto, emanato dall’autorità che la legge identifica come competente, rende la richiesta di indennizzo infondata. Questa pronuncia serve da monito per tutti gli operatori del settore: le interlocuzioni con gli enti pubblici, se non formalizzate negli atti previsti dalla legge, non sono sufficienti a creare diritti e obblighi. È sempre necessario verificare che l’iter procedurale sia stato rispettato e che l’ordine provenga dall’organo a cui la legge attribuisce il potere.

È sufficiente una richiesta informale da parte di un ente pubblico per obbligare una società a spostare un elettrodotto e darle diritto a un indennizzo?
No, la Cassazione ha stabilito che è indispensabile un provvedimento amministrativo formale, emesso dall’autorità competente secondo la procedura di legge. Le semplici interlocuzioni scritte non sono sufficienti a fondare il diritto all’indennizzo.

Chi è l’autorità competente a ordinare lo spostamento di un elettrodotto per ragioni di pubblico interesse?
La competenza dipende dalla normativa specifica. Nel caso esaminato, la legge regionale del Veneto identificava come autorità competente il Presidente della Giunta regionale, e non l’ente pubblico che aveva richiesto i lavori per proprie necessità.

La condotta di un ente pubblico che insiste per lo spostamento può generare un legittimo affidamento sull’ottenimento dell’indennizzo?
No. Secondo la Corte, non si può invocare il principio di affidamento quando l’ordine formale doveva provenire da un’autorità amministrativa diversa da quella con cui si è interloquito. La società avrebbe dovuto essere consapevole che l’ente richiedente non era l’organo competente a emettere l’ordine.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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