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Spese straordinarie figlio: no rimborso per auto costosa

Una madre richiedeva al padre il rimborso del 50% del costo di un’auto acquistata per il figlio maggiorenne, ma non ancora autosufficiente, qualificando la spesa come straordinaria. La Corte d’Appello ha respinto la richiesta. La decisione si fonda sul fatto che l’acquisto, avvenuto senza il consenso del padre, era sproporzionato rispetto alle reali esigenze del ragazzo (un’auto da oltre 22.000 euro per un breve tragitto casa-lavoro) e la necessità è sorta mesi dopo l’acquisto. La Corte ha quindi riqualificato l’operazione non come una spesa straordinaria necessaria, ma come una ‘donazione di fatto’ della madre verso il figlio, escludendo l’obbligo di rimborso per l’altro genitore.

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Spese Straordinarie Figlio: L’Acquisto dell’Auto non è Sempre Rimborsabile

L’acquisto di un’automobile per un figlio maggiorenne ma non economicamente indipendente rientra tra le spese straordinarie figlio che il genitore non collocatario è tenuto a rimborsare? Una recente sentenza della Corte d’Appello di Torino offre una risposta chiara: non automaticamente. Il rimborso è escluso se la spesa è sproporzionata, non concordata e non risponde a un’esigenza immediata e comprovata. Analizziamo insieme questo interessante caso.

Il caso: acquisto auto e richiesta di rimborso

La vicenda nasce dalla richiesta di una madre di ottenere dall’ex coniuge il rimborso del 50% delle spese sostenute per l’acquisto di una berlina di marca nota, per un valore di oltre 22.000 euro, destinata al figlio maggiorenne. La madre, ritenendo tale esborso una spesa straordinaria, notificava al padre un atto di precetto per recuperare la sua quota, pari a circa 12.000 euro (comprensiva di bollo e assicurazione).

Il padre si opponeva, sostenendo che la spesa non era mai stata concordata, non era necessaria e, soprattutto, era eccessiva. Il Tribunale di primo grado gli dava ragione, escludendo l’obbligo di rimborso per le spese relative all’auto. La madre, non soddisfatta, decideva di appellare la decisione.

La decisione della Corte d’Appello sulle spese straordinarie figlio

La Corte d’Appello ha confermato la decisione di primo grado, rigettando l’appello della madre. I giudici hanno stabilito che, sebbene per le spese di ‘maggiore interesse’ per il figlio non sia sempre indispensabile un accordo preventivo, il genitore che le sostiene non ha un diritto incondizionato al rimborso. Spetta infatti al giudice, in caso di conflitto, valutare la rispondenza della spesa all’interesse del figlio, la sua utilità e, soprattutto, la sua sostenibilità in rapporto alle condizioni economiche di entrambi i genitori.

Le motivazioni: quando una spesa non è ‘straordinaria’?

La Corte ha basato la sua decisione su alcuni punti fondamentali che chiariscono i confini del concetto di spesa straordinaria rimborsabile.

Sproporzione della spesa

Il primo elemento considerato è stato il costo dell’auto, ritenuto ‘molto elevato’ e sproporzionato rispetto all’effettiva esigenza di trasporto del ragazzo. Il figlio doveva percorrere una distanza di circa 20 km tra due piccoli comuni per recarsi al lavoro, un’esigenza che, secondo la Corte, avrebbe potuto essere soddisfatta con un mezzo di trasporto ‘più economico’.

Tempistica dell’acquisto

Un altro fattore decisivo è stata la tempistica. L’auto è stata acquistata nel maggio 2021, quando il figlio non aveva ancora un lavoro e frequentava ancora le scuole superiori. La necessità di spostarsi per motivi lavorativi è sorta solo nell’ottobre 2021, diversi mesi dopo. La spesa è stata quindi affrontata in un momento in cui l’esigenza non era ‘né attuale, né definita nei suoi esatti contorni’.

Mancanza di prova sulla sostenibilità economica

La Corte ha inoltre sottolineato come la madre non avesse fornito alcuna prova delle ‘condizioni reddituali del marito separato sufficientemente floride da rendere del tutto normale un tale esborso’. In assenza di un accordo, è onere di chi chiede il rimborso dimostrare che la spesa è coerente con il tenore di vita e le capacità economiche di entrambi i genitori.

Da spesa necessaria a donazione di fatto

Sulla base di questi elementi (costo eccessivo, assenza di necessità immediata, mancanza di accordo), la Corte ha concluso che l’acquisto dell’auto non poteva essere qualificato come una ‘spesa necessaria’. Piuttosto, è stato considerato una ‘donazione di fatto’, ovvero un atto di liberalità gratuita della madre nei confronti del figlio, che come tale non può far sorgere un obbligo di contribuzione a carico dell’altro genitore.

Conclusioni: implicazioni pratiche per i genitori separati

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: l’obbligo di contribuire alle spese straordinarie figlio non è un assegno in bianco. I genitori, anche dopo la separazione, devono continuare a prendere decisioni condivise nell’interesse della prole, soprattutto quando si tratta di spese rilevanti. In mancanza di accordo, il genitore che decide di procedere unilateralmente si assume il rischio che l’altro si rifiuti di contribuire. In tal caso, il giudice valuterà non solo l’interesse del figlio, ma anche la proporzionalità e la sostenibilità della spesa. Una spesa eccessiva e non strettamente necessaria, come l’acquisto di un’auto costosa, rischia di essere classificata come un atto di liberalità personale, escludendo qualsiasi diritto al rimborso.

L’acquisto di un’auto per un figlio è sempre una spesa straordinaria da rimborsare?
No. Secondo la sentenza, non è un diritto automatico. Il giudice deve valutare se la spesa è proporzionata alle esigenze del figlio e sostenibile economicamente per entrambi i genitori. Se il costo è eccessivo e l’esigenza non è immediata, può essere considerata una liberalità personale e non una spesa rimborsabile.

Il genitore che sostiene una spesa di ‘maggiore interesse’ per il figlio deve sempre concordarla prima con l’altro genitore?
Non necessariamente. La giurisprudenza ammette che per le decisioni di ‘maggiore interesse’ non sia indispensabile il previo accordo. Tuttavia, in caso di dissenso e mancato rimborso, il genitore che ha effettuato la spesa deve essere pronto a dimostrare in tribunale che la spesa era appropriata, utile e sostenibile per entrambi.

Cosa succede se una spesa straordinaria è ritenuta eccessivamente costosa dal giudice?
Se una spesa, pur essendo utile, viene ritenuta sproporzionata e non coerente con le capacità economiche dei genitori, il giudice può escludere l’obbligo di rimborso. Nel caso esaminato, la spesa per l’auto è stata riqualificata come ‘donazione di fatto’ dalla madre al figlio, liberando il padre da ogni obbligo di contribuzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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