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Spese recupero credito avvocato: la Cassazione decide

Un avvocato d’ufficio ha richiesto il rimborso delle spese legali sostenute per recuperare il proprio compenso dallo Stato. La Corte di Cassazione, riformando una decisione di merito, ha stabilito che le spese recupero credito avvocato devono essere rimborsate dall’erario, consolidando un principio a tutela della professione. Tuttavia, ha confermato la compensazione delle spese del giudizio a causa della soccombenza del legale su un diverso capo della domanda originaria.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Spese Recupero Credito Avvocato: L’Erario Deve Pagare

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema di grande interesse per la professione forense: il rimborso delle spese recupero credito avvocato d’ufficio. La decisione chiarisce che i costi sostenuti dal legale per ottenere il pagamento del proprio compenso dallo Stato non possono rimanere a suo carico, ma devono essere rimborsati dall’erario. Questo principio, ormai consolidato, tutela il professionista che svolge una funzione pubblica essenziale.

I Fatti del Caso

Un avvocato, nominato difensore d’ufficio in un procedimento penale, si era visto liquidare dal Tribunale di Milano un compenso per l’attività svolta. Tuttavia, la stessa ordinanza aveva rigettato la sua richiesta di rimborso per le spese sostenute nella procedura di recupero di tale credito. L’avvocato ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando la violazione di norme di legge e contrastando l’errata interpretazione del Tribunale in merito alla compensazione delle spese processuali.

L’Analisi della Corte sulle Spese Recupero Credito Avvocato

La Suprema Corte ha esaminato due motivi di ricorso strettamente connessi, accogliendone uno e rigettando l’altro, con importanti precisazioni.

Il Diritto al Rimborso delle Spese

Il primo motivo, accolto dalla Corte, riguardava la violazione degli articoli 82 e 116 del Testo Unico sulle Spese di Giustizia (d.P.R. 115/2002). Il ricorrente sosteneva che il Tribunale avesse erroneamente negato il rimborso delle spese per il recupero del credito, in contrasto con la giurisprudenza consolidata. La Cassazione ha confermato che questo motivo era fondato. Ha ribadito che le spese relative alle procedure per il recupero del credito vantato dal difensore d’ufficio non devono rimanere a carico del professionista, ma rientrano tra i costi che l’erario è tenuto a rimborsare. La Corte ha così cassato la decisione del Tribunale, ponendosi in linea con il proprio orientamento costante (cfr. Cass. n. 22579/2019).

La Compensazione delle Spese e la Soccombenza

Il secondo motivo, invece, è stato rigettato. L’avvocato contestava la compensazione delle spese del precedente giudizio, sostenendo che, secondo una pronuncia delle Sezioni Unite (n. 32061/2022), l’accoglimento parziale della sua domanda non configurasse una soccombenza reciproca. La Cassazione ha chiarito la distinzione fondamentale: il caso citato dal ricorrente si applica quando una domanda articolata in un unico capo viene accolta solo in parte. Nel caso di specie, invece, le domande erano due e distinte: la prima per il pagamento del compenso professionale e la seconda per il rimborso delle spese di recupero. Essendo il ricorrente risultato soccombente su una di queste (quella per le spese di recupero, in primo grado), la decisione del Tribunale di compensare parzialmente le spese era giustificata.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sulla base di due principi cardine. In primo luogo, ha riaffermato che l’attività del difensore d’ufficio, essendo una funzione di rilevanza pubblica, non può comportare per il professionista l’onere aggiuntivo di dover sostenere i costi per recuperare un compenso che gli è dovuto per legge dallo Stato. Pertanto, tali spese sono a carico dell’erario. In secondo luogo, ha precisato le regole sulla soccombenza e sulla compensazione delle spese (artt. 91 e 92 c.p.c.). Quando un giudizio contiene più domande autonome e distinte (capi della domanda), la vittoria su una e la sconfitta su un’altra configura una soccombenza reciproca che può legittimamente portare alla compensazione delle spese processuali.

Le Conclusioni

La pronuncia consolida un importante diritto per gli avvocati che svolgono la funzione di difensore d’ufficio, garantendo il rimborso delle spese recupero credito avvocato sostenute per ottenere il dovuto compenso. Al contempo, offre un’importante lezione processuale sulla corretta applicazione dei principi di soccombenza, distinguendo nettamente tra accoglimento parziale di un’unica domanda e l’esito di un giudizio con più domande autonome. La Corte, decidendo nel merito, ha liquidato in favore del legale la somma di 500 euro per i costi di recupero del credito, condannando il Ministero della Giustizia al pagamento.

Le spese sostenute da un avvocato d’ufficio per recuperare il proprio compenso devono essere rimborsate dallo Stato?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato il suo orientamento consolidato secondo cui le spese relative alle procedure di recupero del credito vantato dal difensore d’ufficio non devono rimanere a carico del professionista, ma rientrano nell’ambito dei costi che l’erario è tenuto a rimborsare.

Quando è giustificata la compensazione delle spese processuali?
La compensazione delle spese è giustificata, tra gli altri casi, quando vi è una soccombenza reciproca. Secondo la decisione in esame, ciò si verifica quando una parte vince su un capo della domanda ma perde su un altro capo distinto e autonomo presentato nello stesso giudizio.

C’è differenza tra l’accoglimento parziale di un’unica domanda e il rigetto di una delle più domande presentate?
Sì, c’è una differenza sostanziale. L’accoglimento di una domanda in misura ridotta rispetto a quanto richiesto non dà luogo a soccombenza reciproca. Al contrario, se vengono presentate più domande distinte (es. una per il compenso e una per il rimborso spese) e una di queste viene rigettata, si configura una soccombenza reciproca che giustifica la compensazione delle spese.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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