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Spese processuali: la Cassazione e la soccombenza

Una farmacia ha citato in giudizio un’Azienda Sanitaria Locale per un debito non pagato. La controversia è arrivata in Cassazione principalmente sulla questione delle spese processuali. La Corte d’Appello aveva accolto solo parzialmente il gravame dell’ente pubblico (sugli interessi) ma aveva condannato la farmacia a pagare tutte le spese. La Cassazione ha ribaltato questa decisione, affermando che in caso di riforma parziale, il giudice deve riconsiderare l’intera vicenda e ripartire le spese processuali in base all’esito complessivo, identificando la parte sostanzialmente soccombente.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Spese Processuali: Chi Paga se l’Appello è Accolto Solo in Parte?

L’esito di una causa non è sempre una vittoria o una sconfitta netta. Spesso, una parte vince su alcuni punti e perde su altri. In questi scenari, come vengono gestite le spese processuali? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sul principio della soccombenza, chiarendo che il giudice d’appello, in caso di riforma parziale della sentenza, ha il dovere di riconsiderare da capo la ripartizione delle spese dell’intero giudizio.

I Fatti del Caso: una Farmacia contro l’Azienda Sanitaria

La vicenda ha origine dalla richiesta di pagamento di una farmacia nei confronti di un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) per la fornitura di farmaci. Non avendo ricevuto il pagamento, la farmacia otteneva un decreto ingiuntivo. L’ASL si opponeva, non contestando il debito principale, ma unicamente la pretesa della farmacia di ottenere gli interessi maggiorati previsti per le transazioni commerciali (D.Lgs. 231/2002).

Il Tribunale di primo grado dava ragione alla farmacia, confermando il decreto ingiuntivo. L’ASL, tuttavia, proponeva appello e la Corte d’Appello ribaltava parzialmente la decisione: pur confermando l’obbligo di pagare la somma capitale, escludeva gli interessi commerciali e riconosceva solo quelli legali. Sorprendentemente, la Corte d’Appello condannava la farmacia a pagare tutte le spese del grado, nonostante l’ASL fosse risultata vincitrice solo su un punto accessorio (gli interessi) e perdente su quello principale (il debito).

Il Ricorso in Cassazione: Due Motivi di Doglianza

La farmacia decideva di ricorrere in Cassazione, sollevando due questioni principali:

1. Errata condanna alle spese processuali: Secondo il ricorrente, la Corte d’Appello aveva sbagliato a condannarla al pagamento integrale delle spese. Poiché l’appello dell’ASL era stato accolto solo in minima parte, si era verificata una situazione di “soccombenza reciproca”, che avrebbe dovuto portare, al massimo, a una compensazione delle spese.
2. Violazione del giudicato esterno: La farmacia sosteneva che una precedente sentenza definitiva tra le stesse parti aveva già stabilito l’applicabilità degli interessi commerciali al loro rapporto, creando un precedente vincolante che la Corte d’Appello avrebbe dovuto rispettare.

La Gestione delle Spese Processuali in Appello

La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo, ritenendolo fondato. Ha ribadito un principio fondamentale: quando un giudice d’appello riforma, anche solo parzialmente, la sentenza di primo grado, deve procedere d’ufficio a una nuova regolamentazione delle spese processuali di entrambi i gradi di giudizio. Questa valutazione non può essere frammentaria, ma deve basarsi sull'”esito complessivo della lite”.

Il giudice deve applicare il “principio di causalità”: le spese gravano sulla parte che, con il suo comportamento, ha dato causa al processo. Nel caso specifico, l’ASL aveva costretto la farmacia ad agire in giudizio per ottenere un pagamento dovuto. Sebbene l’ASL avesse ottenuto una vittoria marginale sugli interessi, la sua posizione era quella di debitore inadempiente. Pertanto, la parte sostanzialmente soccombente era proprio l’ASL.

Il Principio di Autosufficienza e il Giudicato Esterno

Il secondo motivo è stato invece respinto. La Cassazione ha rilevato un difetto di “autosufficienza” del ricorso. Per far valere un giudicato esterno, il ricorrente ha l’onere di riprodurre integralmente nel proprio atto il testo della sentenza precedente (motivazione e dispositivo), per permettere alla Corte di valutarne la portata senza dover cercare documenti esterni. La farmacia si era limitata a citare un breve stralcio, impedendo di fatto alla Corte di verificare la fondatezza della sua argomentazione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello nella parte relativa alla condanna alle spese. Ha chiarito che l’individuazione della parte soccombente deve avvenire alla luce dell’esito complessivo della lite e del principio di causalità. La parte che è obbligata a rimborsare le spese è quella che, con il suo comportamento (ad esempio, non pagando un debito), ha dato origine alla causa. Nel caso di specie, l’accoglimento dell’appello dell’ASL era limitato a una pretesa accessoria (gli interessi), mentre il debito principale era stato confermato. Di conseguenza, la parte che aveva perso sulla questione centrale era l’ASL, che quindi doveva essere considerata la parte prevalentemente soccombente.

Le Conclusioni

La Corte, decidendo nel merito, ha riformato la gestione delle spese. Ha compensato per metà le spese del giudizio d’appello e del giudizio di cassazione, condannando l’ASL a pagare alla farmacia la metà residua. Questa ordinanza rafforza un principio di equità processuale: la vittoria su un punto secondario non può trasformare la parte che ha ragione nel merito in quella che deve pagare tutte le spese legali. La valutazione della soccombenza deve sempre essere globale e tener conto di chi ha effettivamente dato causa al contenzioso.

Se un appello è accolto solo in parte, chi paga le spese processuali?
La parte sostanzialmente soccombente, cioè quella che ha perso sulla questione principale della controversia. Il giudice d’appello deve rivalutare l’esito complessivo della lite e non può condannare integralmente alle spese la parte che ha avuto ragione sulla domanda principale, anche se ha perso su un punto accessorio.

Cosa accade alla decisione sulle spese di primo grado se la sentenza viene modificata in appello?
La riforma, anche parziale, della sentenza di primo grado comporta la “caducazione” automatica del capo relativo alle spese. Il giudice d’appello deve quindi provvedere d’ufficio a una nuova e complessiva regolamentazione delle spese per l’intero giudizio, tenendo conto dell’esito finale.

Perché il principio di “autosufficienza” è cruciale nel ricorso per cassazione?
È cruciale perché la Corte di Cassazione decide basandosi unicamente sugli atti depositati dalle parti. Il ricorso deve contenere tutti gli elementi necessari (come il testo integrale di sentenze precedenti invocate) per permettere alla Corte di decidere senza dover consultare altri fascicoli. Un ricorso non autosufficiente viene respinto perché impedisce alla Corte di svolgere il proprio compito di verifica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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