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Spese legali stragiudiziali: quando l’assicurazione paga

Una passeggera, vittima di un sinistro stradale, ha impugnato la sentenza di primo grado chiedendo un risarcimento maggiore. La Corte d’Appello ha respinto le richieste relative alla personalizzazione del danno biologico ma ha accolto la domanda di rimborso delle spese legali stragiudiziali, stabilendo che l’assicurazione deve pagarle quando l’assistenza di un avvocato si dimostra necessaria e il pagamento è documentato.

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Pubblicato il 12 dicembre 2024 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Spese Legali Stragiudiziali: Come Ottenere il Rimborso dall’Assicurazione

Quando si subisce un danno, ad esempio a causa di un incidente stradale, spesso è necessario rivolgersi a un avvocato prima ancora di iniziare una causa. Questa attività, svolta al di fuori del tribunale per cercare un accordo, genera dei costi noti come spese legali stragiudiziali. Ma chi deve pagarle? Una recente sentenza della Corte di Appello di Genova chiarisce un punto fondamentale: se l’assistenza legale era necessaria e il pagamento è provato, l’assicurazione è tenuta a rimborsarle. Analizziamo insieme questo importante caso.

I Fatti del Caso: Il Sinistro e la Causa di Primo Grado

Una donna, trasportata a bordo di un’autovettura, rimaneva vittima di un sinistro stradale. A seguito dell’incidente, riportava lesioni personali per le quali avviava una richiesta di risarcimento nei confronti della compagnia assicurativa del veicolo. L’assicurazione formulava un’offerta di circa 41.700 euro, ritenuta però insufficiente a coprire tutti i danni subiti.

La danneggiata decideva quindi di citare in giudizio l’assicurazione. Il Tribunale di primo grado, dopo aver disposto una consulenza tecnica (CTU) per valutare l’entità dei danni, condannava la compagnia a versare un’ulteriore somma di circa 15.000 euro per il danno non patrimoniale e 1.275 euro per quello patrimoniale. Tuttavia, il giudice rigettava due richieste importanti dell’attrice: l’aumento del risarcimento per la “personalizzazione del danno” legato alla compromissione della sua capacità lavorativa e il rimborso delle spese legali stragiudiziali sostenute prima del processo.

I Motivi dell’Appello: Tra Danno Biologico e Spese Legali

Insoddisfatta della decisione, la donna presentava appello, basando le sue lamentele su diversi punti:
1. Errore di calcolo: Sosteneva che il Tribunale avesse calcolato il danno biologico sulla base di un’età errata (53 anni anziché 52).
2. Mancata personalizzazione del danno: Riteneva che il giudice non avesse riconosciuto un aumento del risarcimento per la cosiddetta “cenestesi lavorativa”, ovvero le difficoltà concrete incontrate nello svolgimento della sua attività lavorativa a causa delle lesioni.
3. Mancato rimborso delle spese legali stragiudiziali: Contestava la decisione di non riconoscere il diritto al rimborso dei costi legali sostenuti per la gestione della pratica prima di andare in causa.
4. Assenza di risarcimento per mancato guadagno: Lamentava il mancato riconoscimento di un danno patrimoniale da perdita di guadagno.

La Decisione della Corte sulle Spese Legali Stragiudiziali

La Corte di Appello di Genova ha esaminato i singoli motivi, giungendo a una decisione che ha parzialmente modificato la sentenza di primo grado. Mentre le richieste relative al calcolo dell’età e alla personalizzazione del danno sono state respinte, la Corte ha accolto il motivo relativo alle spese legali stragiudiziali.

Le motivazioni

I giudici d’appello hanno ritenuto infondate le richieste di un maggior danno biologico. Hanno chiarito che la cenestesi lavorativa era già stata inclusa dal CTU nella valutazione complessiva del danno biologico permanente (quantificato nel 16%) e che non erano emerse prove di circostanze “specifiche ed eccezionali” tali da giustificare un aumento personalizzato. Allo stesso modo, è stata respinta la richiesta di danno da mancato guadagno per totale assenza di prove.

La svolta è arrivata sul fronte delle spese legali stragiudiziali. La Corte ha stabilito che, data la rilevanza del danno biologico subito (16%), il ricorso all’assistenza qualificata di un legale nella fase precedente al giudizio era da considerarsi “utile e legittimo”. A differenza del giudice di primo grado, la Corte ha valorizzato la documentazione prodotta dalla danneggiata: la corrispondenza tra il legale e l’assicurazione, la fattura per un importo di 5.290,90 euro e la prova del relativo pagamento tramite bonifico. Sulla base di questi elementi, i giudici hanno riconosciuto che tali spese costituivano un danno emergente e dovevano essere rimborsate.

Le conclusioni

La Corte di Appello ha riformato parzialmente la sentenza, condannando la compagnia assicurativa a pagare alla danneggiata la somma di 5.290,90 euro a titolo di rimborso per le spese legali stragiudiziali, oltre agli interessi. Questa decisione riafferma un principio cruciale: le spese sostenute per l’assistenza di un avvocato nella fase delle trattative non sono un costo che deve necessariamente ricadere sul danneggiato. Se l’attività del legale si è rivelata necessaria per la tutela dei propri diritti e, soprattutto, se il pagamento di tale attività è concretamente provato con fatture e bonifici, esse rappresentano una voce di danno risarcibile che l’assicurazione è tenuta a coprire.

L’assicurazione deve sempre rimborsare le spese legali stragiudiziali?
No. Secondo questa sentenza, il rimborso è dovuto quando l’assistenza di un legale si rivela necessaria e utile per la gestione del sinistro, e soprattutto quando la parte che ne fa richiesta fornisce prova documentale dell’effettivo pagamento (ad esempio, fattura e copia del bonifico).

È possibile ottenere un aumento del risarcimento per “personalizzazione del danno” se la capacità lavorativa è compromessa?
Non automaticamente. Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che il danno alla capacità lavorativa (cenestesi lavorativa) fosse già compreso nella valutazione medico-legale standard del danno biologico permanente e che la parte danneggiata non avesse provato circostanze specifiche ed eccezionali, diverse da quelle normalmente conseguenti a quel tipo di lesione, che potessero giustificare un aumento.

Come si provano le spese legali stragiudiziali per ottenerne il rimborso?
La sentenza evidenzia l’importanza di fornire una prova documentale certa. In questo caso, sono state decisive la produzione della fattura emessa dal legale e la distinta del bonifico che ne attestava l’avvenuto pagamento. La semplice richiesta non è sufficiente; è necessario dimostrare di aver effettivamente sostenuto quel costo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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