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Spese legali stragiudiziali: no al rimborso se superflue

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di negare il risarcimento delle spese legali stragiudiziali a un cittadino. La richiesta era relativa ai costi sostenuti per l’intervento di un avvocato volto a sollecitare il pagamento di una prestazione da parte di un ente previdenziale. Il rimborso è stato negato perché l’azione legale è stata ritenuta superflua, in quanto l’ente aveva già deliberato il pagamento il giorno successivo alla diffida, dimostrando che l’iter era già in fase conclusiva e non è stato influenzato dall’intervento del legale.

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Pubblicato il 31 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Spese Legali Stragiudiziali: Quando il Rimborso Non è Dovuto?

L’assistenza di un legale per risolvere una controversia prima di arrivare in tribunale è una pratica comune. Ma cosa succede ai costi sostenuti? Le spese legali stragiudiziali sono sempre rimborsabili dalla parte inadempiente? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un punto cruciale: il rimborso non è automatico e può essere negato se l’intervento dell’avvocato si rivela superfluo. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Rimborso

Un cittadino si era rivolto a un avvocato per sollecitare un ente previdenziale a pagare il suo Trattamento di Fine Servizio (TFS). Il legale aveva inviato una comunicazione formale di messa in mora via e-mail all’ente. Il giorno immediatamente successivo, l’ente previdenziale deliberava il pagamento della prestazione.

Il cittadino, ritenendo che lo sblocco del pagamento fosse diretta conseguenza dell’intervento del suo avvocato, ha chiesto all’ente il rimborso della somma pagata al legale a titolo di spese legali stragiudiziali, qualificandole come danno emergente derivante dal ritardo.

La Decisione della Corte d’Appello

Se in primo grado la richiesta del cittadino era stata accolta, in appello la situazione si è ribaltata. Il Tribunale ha rigettato la domanda, sostenendo che l’intervento del legale non avesse avuto alcuna influenza sulla decisione dell’ente. La delibera di pagamento, emessa il giorno dopo la diffida, dimostrava che il procedimento amministrativo era già in fase conclusiva. Di conseguenza, l’attività stragiudiziale è stata giudicata superflua e non necessaria a garantire una tutela più rapida al cittadino. Le spese sostenute, quindi, non potevano essere considerate un danno risarcibile.

Le motivazioni della Cassazione sulle spese legali stragiudiziali

La Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sul ricorso del cittadino, ha dichiarato l’impugnazione inammissibile, confermando di fatto la linea della Corte d’Appello. I giudici supremi hanno chiarito un principio fondamentale: la valutazione sull’utilità e la necessità dell’intervento legale stragiudiziale è un giudizio di fatto, che spetta al giudice di merito (in questo caso, il Tribunale d’Appello) e non può essere riesaminato in sede di legittimità, a meno che la motivazione non sia palesemente illogica o inesistente.

Nel caso specifico, la motivazione del Tribunale è stata ritenuta coerente e logica. Aver dedotto dalla quasi contemporaneità tra la diffida (3 settembre) e la delibera di pagamento (4 settembre) che l’intervento legale fosse ininfluente è un ragionamento plausibile e non sindacabile dalla Cassazione.

La Corte ha ribadito che il diritto al risarcimento del danno emergente, che include le spese legali stragiudiziali, si fonda su un nesso di causalità. Il costo deve essere una conseguenza diretta e necessaria dell’inadempimento altrui. Se l’attività legale si rivela superflua o eccessiva, come in questo caso, il nesso causale viene a mancare e il diritto al rimborso è escluso. Questa regola si basa non solo su norme processuali (come l’art. 92 c.p.c., che consente al giudice di escludere dalla ripetizione le spese superflue), ma anche sul principio generale di buona fede, che impone alle parti di non aggravare la posizione della controparte con iniziative non strettamente necessarie.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito: prima di intraprendere un’azione legale stragiudiziale e confidare in un futuro rimborso, è essenziale valutarne l’effettiva necessità e utilità. Il diritto a farsi rimborsare i costi legali non è assoluto. Se l’intervento del legale si rivela ininfluente rispetto a un procedimento già avviato verso la sua naturale conclusione, il giudice può legittimamente qualificare tali spese come superflue e, di conseguenza, non risarcibili. La decisione sottolinea come il sistema giuridico disincentivi le azioni non strettamente necessarie, anche se compiute al di fuori delle aule di tribunale, in applicazione dei principi di causalità e buona fede contrattuale.

È sempre possibile ottenere il rimborso delle spese legali stragiudiziali da chi non ha adempiuto puntualmente a un’obbligazione?
No, non è sempre possibile. Secondo la Corte, il rimborso è escluso quando l’attività legale si rivela superflua o eccessiva e non ha avuto un’effettiva influenza nel determinare l’adempimento della controparte.

In base a quale principio il giudice può negare il rimborso delle spese legali stragiudiziali?
Il giudice può negare il rimborso basandosi sul principio secondo cui il danno risarcibile (in questo caso, le spese legali) deve essere una conseguenza diretta e necessaria dell’inadempimento. Se le spese sono considerate non necessarie o superflue, viene a mancare il nesso di causalità e il diritto al risarcimento è escluso, anche in applicazione del principio generale di buona fede.

Cosa significa che l’intervento dell’avvocato è stato “superfluo” in questo caso?
Significa che l’azione dell’avvocato (l’invio di una diffida via e-mail) non ha accelerato né causato la decisione dell’ente previdenziale di pagare. La Corte d’Appello ha ritenuto che, poiché la delibera di pagamento è stata emessa il giorno immediatamente successivo alla diffida, il procedimento amministrativo era già di fatto concluso e l’intervento legale non ha fornito alcuna utilità concreta al creditore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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