LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Spese legali soccombenza parziale: chi paga?

Una cliente cita in giudizio una concessionaria per danni all’auto. La concessionaria si difende sostenendo che l’auto sia stata distrutta in un incidente successivo, rendendo il danno irrilevante. Il tribunale accoglie parzialmente la richiesta della cliente ma divide le spese legali. La Cassazione interviene e chiarisce un punto fondamentale sulle spese legali soccombenza parziale: la parte che vince, anche se ottiene meno di quanto richiesto, non deve pagare le spese, che restano interamente a carico di chi ha perso.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Spese legali soccombenza parziale: la vittoria in causa, anche se ridotta, non si paga

Quando si vince una causa ma si ottiene un risarcimento inferiore a quello richiesto, sorge una domanda cruciale: chi paga le spese legali? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito una risposta netta, consolidando un principio fondamentale in materia di spese legali soccombenza parziale. La vittoria, anche se non totale, non giustifica l’addebito di costi alla parte vincitrice. Vediamo nel dettaglio il caso e le implicazioni di questa decisione.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dalla richiesta di risarcimento danni avanzata da un’automobilista nei confronti della concessionaria presso cui aveva acquistato la sua vettura. In seguito a un intervento di riparazione per un malfunzionamento dell’airbag, l’abitacolo dell’auto aveva subito dei danni estetici, in particolare delle graffiature sulla plastica. L’acquirente aveva quindi citato in giudizio la concessionaria per ottenere il risarcimento.

Il Tribunale di primo grado aveva rigettato la domanda. In appello, la Corte territoriale aveva ribaltato la decisione, condannando la concessionaria a risarcire il danno per un importo di circa 1.500 euro. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva deciso di compensare per metà le spese legali, incluse quelle relative a un Accertamento Tecnico Preventivo (ATP) svoltosi prima del giudizio.

Durante il processo d’appello, la concessionaria aveva sostenuto che la questione fosse superata, poiché l’auto, dopo le riparazioni, era stata coinvolta in un grave incidente che ne avrebbe causato la distruzione, rendendo irrilevanti i piccoli danni estetici lamentati. La Corte d’Appello, però, aveva ritenuto che la concessionaria non avesse fornito prove sufficienti a dimostrare la completa distruzione del veicolo e la conseguente irrilevanza del danno.

L’analisi della Cassazione e le spese legali soccombenza parziale

La questione è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione con due ricorsi: uno principale della concessionaria e uno incidentale dell’automobilista.

Il ricorso della concessionaria, che lamentava la mancata considerazione della non contestazione sull’avvenuto incidente, è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha chiarito che il principio di non contestazione si applica ai fatti costitutivi della domanda, non alle eccezioni difensive sollevate dalla controparte, la cui prova resta a carico di chi le solleva.

Il ricorso dell’automobilista, invece, è stato accolto. Questo ricorso si concentrava proprio sulla ripartizione dei costi e sul principio delle spese legali soccombenza parziale. L’automobilista sosteneva che, essendo risultata vincitrice, non avrebbe dovuto sostenere alcuna parte delle spese legali, nemmeno quelle dell’ATP.

La Regola sulle Spese di Lite (ATP incluso)

La Cassazione ha dato piena ragione all’automobilista, richiamando un importante principio espresso dalle Sezioni Unite. L’accoglimento di una domanda in misura ridotta rispetto al richiesto non costituisce una “soccombenza reciproca”. La parte attrice, la cui domanda viene accolta, è da considerarsi interamente vittoriosa, mentre la parte convenuta è l’unica soccombente.

Di conseguenza, in base al principio “chi perde paga” (art. 91 c.p.c.), tutte le spese processuali, comprese quelle per l’Accertamento Tecnico Preventivo, devono essere poste a carico della parte che ha perso la causa. La compensazione delle spese è un’eccezione che può essere applicata solo in presenza di specifiche e gravi ragioni previste dalla legge (art. 92 c.p.c.), ma non può essere giustificata semplicemente dal fatto che il risarcimento concesso sia inferiore a quello domandato.

Le motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su una chiara interpretazione del concetto di soccombenza. La soccombenza non si misura in termini quantitativi rispetto alla pretesa iniziale, ma in termini qualitativi rispetto all’esito della lite. Se una parte chiede 100 e ottiene 50, ha comunque visto riconosciuto il proprio diritto, mentre la controparte è stata condannata. Non si tratta di una vittoria a metà per entrambi, ma di una vittoria piena per uno e una sconfitta per l’altro. Pertanto, l’accoglimento parziale della domanda non è di per sé una giusta causa per derogare alla regola generale che impone al soccombente di rimborsare tutte le spese di lite alla parte vittoriosa. Questo principio si estende a tutte le fasi del procedimento, inclusi gli accertamenti tecnici preliminari che sono funzionali alla decisione finale.

Le conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela della parte che ha ragione. Stabilisce con fermezza che ottenere un risarcimento inferiore alle aspettative non deve tradursi in una penalizzazione economica attraverso la compensazione delle spese legali. La decisione chiarisce che il criterio per l’addebito dei costi processuali è l’esito finale della controversia: chi vince non paga, anche se la sua vittoria non è totale dal punto di vista quantitativo. Si tratta di un’importante affermazione di principio che garantisce maggiore certezza nei casi di spese legali soccombenza parziale.

Se vinco una causa per un importo inferiore a quello che avevo chiesto, devo pagare una parte delle spese legali?
No. Secondo la Corte, l’accoglimento della domanda, anche in misura ridotta, non configura una “soccombenza reciproca”. Pertanto, la parte che ha perso la causa è tenuta a rimborsare interamente le spese legali alla parte vincitrice, salvo la presenza di altri specifici presupposti di legge per la compensazione.

Chi paga le spese per una perizia tecnica (ATP) fatta prima della causa?
Le spese dell’accertamento tecnico preventivo (ATP) sono considerate spese giudiziali. Vengono prese in considerazione nel giudizio di merito e, come le altre spese legali, devono essere poste a carico della parte soccombente (chi perde la causa).

Se la controparte non contesta un fatto che affermo, quel fatto è automaticamente provato?
Dipende. La non contestazione ha pieno valore probatorio solo per i fatti principali posti a fondamento della domanda (fatti costitutivi). Non si applica automaticamente a circostanze secondarie o a fatti eccepiti dalla parte convenuta per difendersi, per i quali la parte che li allega deve comunque fornire la prova.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati