LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Spese legali e valore causa: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha chiarito i criteri per la liquidazione delle spese legali nelle controversie sul diritto di prelazione urbana. La Corte ha stabilito che il valore della causa non è indeterminabile, ma deve essere calcolato moltiplicando per 200 la rendita catastale dell’immobile, ai sensi dell’art. 15 c.p.c. Di conseguenza, ha annullato la decisione d’appello che aveva erroneamente liquidato un importo inferiore e ha anche riconosciuto il compenso per la fase istruttoria, che era stato ingiustamente omesso.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Spese Legali: Come si Calcola il Valore della Causa in Materia Immobiliare?

La corretta quantificazione delle spese legali è un aspetto cruciale di ogni contenzioso. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale su come determinare il valore di una causa in materia di prelazione urbana, con importanti riflessi sulla liquidazione degli onorari professionali. La decisione sottolinea che, in questi casi, il valore non è “indeterminabile”, ma va ancorato a un criterio oggettivo: la rendita catastale dell’immobile.

I Fatti del Caso

Una società, conduttrice di un immobile, aveva intentato una causa contro il fondo pensione proprietario per far valere il proprio diritto di prelazione sull’acquisto del bene. La domanda della società era stata respinta sia in primo grado che in appello. Tuttavia, nel liquidare le spese del secondo grado di giudizio, la Corte d’Appello aveva commesso un errore: aveva considerato la causa di “valore indeterminabile”, liquidando di conseguenza onorari professionali per un importo ridotto.

Il fondo pensione, pur vittorioso nel merito, ha deciso di ricorrere in Cassazione proprio per contestare questa errata liquidazione, lamentando due violazioni principali: l’errata applicazione dei criteri per la determinazione del valore della causa e la mancata corresponsione del compenso per la fase istruttoria.

La Decisione della Corte di Cassazione sulle spese legali

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del fondo pensione, cassando la sentenza d’appello limitatamente alla parte relativa alla liquidazione delle spese. La Corte ha stabilito che i giudici di secondo grado avevano sbagliato a non applicare i criteri specifici previsti dal codice di procedura civile per le cause relative a beni immobili.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su due pilastri fondamentali.

Il primo riguarda il corretto criterio per la determinazione del valore della causa. I giudici hanno affermato che il diritto di prelazione, essendo assistito da un’azione di riscatto con efficacia reale, rientra a pieno titolo tra le cause relative a diritti reali immobiliari. Per tali controversie, l’articolo 15 del codice di procedura civile stabilisce una regola precisa: il valore è determinato moltiplicando la rendita catastale per duecento. Nel caso specifico, questo calcolo portava il valore della causa in uno scaglione tariffario notevolmente più alto rispetto a quello, errato, di valore indeterminabile applicato dalla Corte d’Appello. Di qui, la necessità di una liquidazione delle spese legali molto più cospicua.

Il secondo punto affrontato è stato il mancato riconoscimento del compenso per la fase istruttoria. La Corte ha ribadito un principio consolidato: la fase istruttoria non comprende solo l’assunzione di prove orali o consulenze tecniche. Include anche tutte le attività difensive connesse, come la redazione di memorie, la precisazione delle domande, l’esame di documenti e le richieste di prova. Poiché tali attività erano state effettivamente svolte nel giudizio d’appello, il relativo compenso era dovuto e non poteva essere escluso.

Le conclusioni

La pronuncia si chiude con l’enunciazione di un chiaro principio di diritto: “Nelle controversie in materia di prelazione urbana, […] ai fini della liquidazione delle spese di lite il valore della controversia si determina ai sensi dell’art. 15, comma primo, cod. proc. civ. moltiplicando per 200 la rendita catastale”.

Le implicazioni pratiche di questa ordinanza sono significative. Essa fornisce un criterio di calcolo certo e oggettivo, evitando che il valore di cause immobiliari venga discrezionalmente ridotto attraverso la categoria residuale del “valore indeterminabile”. Inoltre, riafferma il diritto del difensore a vedere remunerata ogni fase processuale effettivamente svolta, garantendo una giusta commisurazione degli onorari all’impegno profuso. Decidendo nel merito, la Cassazione ha ricalcolato le spese d’appello, liquidando un importo quasi triplo rispetto a quello precedentemente stabilito.

Come si determina il valore di una causa di prelazione urbana ai fini delle spese legali?
Il valore si determina applicando l’articolo 15 del codice di procedura civile. Nello specifico, si moltiplica la rendita catastale dell’immobile per 200. Non deve essere considerata una causa di valore indeterminabile.

Quando si considera svolta la ‘fase istruttoria’ per il calcolo delle spese legali?
La fase istruttoria si considera svolta non solo quando vengono assunte prove orali o consulenze, ma anche quando vengono compiute altre attività difensive come la redazione di memorie illustrative, le richieste di prova, e l’esame di documenti e atti processuali. Se queste attività sono state realizzate, il compenso per tale fase è dovuto.

È corretto escludere il compenso per la fase istruttoria se un avvocato si limita a depositare memorie senza richiedere prove orali?
No, non è corretto. La Corte ha chiarito che la fase istruttoria e/o di trattazione include un’ampia gamma di attività difensive, tra cui le memorie illustrative o di precisazione. Pertanto, il compenso per questa fase è dovuto anche se non si sono svolte prove orali o per interrogatorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati