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Spese legali e pagamento parziale: la decisione

Una cittadina otteneva un decreto ingiuntivo contro un ente previdenziale per il mancato pagamento di alcune rate di indennità. L’ente pagava gran parte del dovuto dopo l’emissione del decreto ma prima della sua notifica. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito di compensare le spese legali, chiarendo che il pagamento parziale, sebbene non estingua l’obbligazione, può giustificare la compensazione delle spese processuali in virtù di una valutazione complessiva dell’esito della lite.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Spese Legali: Chi Paga se il Debito è Salato Parzialmente Prima della Notifica del Decreto Ingiuntivo?

La gestione delle spese legali al termine di un procedimento giudiziario è una questione cruciale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti su come regolare i costi di lite quando il debitore adempie, seppur parzialmente, alla propria obbligazione dopo l’emissione di un decreto ingiuntivo ma prima che questo gli venga notificato. La decisione sottolinea come un accoglimento solo parziale della domanda del creditore possa giustificare la compensazione delle spese, senza necessariamente configurare una soccombenza reciproca.

I Fatti del Caso

Una lavoratrice si era vista sospendere il pagamento di alcune rate dell’indennità di disoccupazione (NASpI) da parte dell’ente previdenziale, in attesa di ricevere ulteriore documentazione. Una volta forniti i documenti richiesti, l’ente tardava nel riprendere i pagamenti. La lavoratrice, quindi, otteneva un decreto ingiuntivo per recuperare le somme dovute, pari a circa 2.236 euro.

Tuttavia, la situazione si complicava: l’ente previdenziale effettuava due pagamenti che coprivano quasi l’intero importo. Il primo pagamento avveniva pochi giorni prima dell’emissione del decreto ingiuntivo, mentre il secondo avveniva subito dopo l’emissione ma prima che l’atto fosse ufficialmente notificato alla parte debitrice. All’esito dei pagamenti, residuava un piccolo importo non saldato di circa 115 euro.

Nei primi due gradi di giudizio, i giudici avevano revocato il decreto ingiuntivo ma avevano compensato le spese legali tra le parti. La lavoratrice, ritenendo che l’ente fosse comunque inadempiente e quindi virtualmente soccombente, ha presentato ricorso in Cassazione proprio sulla questione della compensazione delle spese.

La Decisione della Corte sulla compensazione delle spese legali

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della lavoratrice, confermando la legittimità della compensazione delle spese legali operata dalla Corte d’Appello. Secondo i giudici supremi, la valutazione sulla ripartizione dei costi processuali non deve basarsi rigidamente sul momento dell’emissione del decreto, ma sull’esito complessivo della lite e sulla condotta delle parti. Il fatto che il debitore avesse saldato gran parte del debito prima della notifica del decreto ha ridimensionato la posizione del creditore, giustificando una decisione che non ponesse l’intero carico delle spese a carico dell’ente.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione su diversi principi giuridici consolidati.

In primo luogo, ha ribadito che ai fini della valutazione della soccombenza nel procedimento per ingiunzione, il momento determinante non è il deposito del ricorso o l’emissione del decreto, ma l’epoca della sua notificazione. Poiché l’ente previdenziale aveva già onorato gran parte del debito prima di ricevere la notifica, la sua posizione processuale era meno grave di quanto sostenuto dalla ricorrente.

In secondo luogo, la Corte ha richiamato un importante principio enunciato dalle Sezioni Unite (sent. n. 32061/2022): l’accoglimento solo parziale di una domanda non dà luogo a una ‘reciproca soccombenza’, ma può giustificare la compensazione totale o parziale delle spese legali ai sensi dell’art. 92 del codice di procedura civile. Nel caso di specie, la pretesa creditoria iniziale era stata quasi interamente soddisfatta prima che il contenzioso entrasse nel vivo. Di conseguenza, il creditore aveva proseguito un’azione per un importo ormai in gran parte onorato.

Infine, è stato valorizzato l’esito finale del giudizio. Il giudice di merito aveva correttamente considerato che la prosecuzione della causa, a fronte di un residuo debito minimo, aveva comportato per l’ente un onere difensivo sproporzionato. La compensazione delle spese è apparsa, dunque, come una soluzione equa che teneva conto del bilanciamento delle condotte delle parti e dell’effettiva portata della controversia al momento della decisione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre una lezione pratica sia per i creditori che per i debitori. Per i creditori, evidenzia che insistere in un’azione legale dopo aver ricevuto un pagamento quasi integrale può comportare il rischio di non vedere rimborsate le proprie spese legali. Per i debitori, dimostra che un adempimento, anche se tardivo ma effettuato prima della notifica di un atto giudiziario, può avere un impatto significativo sulla ripartizione finale dei costi del processo. La decisione riafferma la discrezionalità del giudice nel valutare l’esito complessivo della lite, andando oltre una rigida applicazione del principio della soccombenza.

Ai fini della condanna alle spese legali in un procedimento di ingiunzione, è più rilevante il momento dell’emissione del decreto o quello della sua notifica?
Secondo la Corte, per valutare la fondatezza del decreto ai fini della soccombenza e delle spese, occorre considerare l’epoca della notifica dell’atto, non quella della sua emissione.

Se un debitore paga gran parte del debito dopo l’emissione del decreto ingiuntivo ma prima della notifica, può essere comunque condannato a pagare tutte le spese legali?
Non necessariamente. La Corte ha stabilito che un adempimento sostanziale prima della notifica, che riduce notevolmente l’importo richiesto, è una circostanza che può legittimamente portare il giudice a compensare le spese processuali tra le parti.

L’accoglimento parziale della domanda del creditore equivale a una soccombenza reciproca?
No. La Corte, richiamando le Sezioni Unite, chiarisce che l’accoglimento di una domanda in misura ridotta non configura tecnicamente una soccombenza reciproca, ma costituisce una delle ragioni che possono giustificare la compensazione, totale o parziale, delle spese di lite.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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