LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Spese legali diffamazione: la Cassazione decide

Un caso di diffamazione su un social network, inizialmente trattato in sede penale e poi rinviato al giudice civile, giunge in Cassazione. La Corte Suprema chiarisce un principio fondamentale sulle spese legali: il giudice del rinvio civile deve liquidare i costi dell’intero procedimento, comprese le fasi penali, basandosi sull’esito finale della lite. Di conseguenza, la parte che risulta vittoriosa nella causa civile ha diritto al rimborso di tutte le spese sostenute fin dall’inizio, correggendo l’errata decisione della Corte d’Appello che aveva escluso i costi della fase penale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Spese Legali Diffamazione: La Cassazione Stabilisce il Criterio Globale

In un’era dominata dalla comunicazione digitale, i casi di diffamazione online sono sempre più frequenti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un’importante questione procedurale relativa alle spese legali diffamazione, in particolare quando il percorso giudiziario transita dal penale al civile. La decisione chiarisce che la parte che vince la causa civile ha diritto al rimborso di tutti i costi legali, compresi quelli sostenuti nelle fasi penali preliminari. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: dalla Diffamazione su Facebook al Rinvio in Sede Civile

La vicenda trae origine da alcuni commenti offensivi pubblicati su un noto social network. Le persone offese hanno sporto querela per diffamazione e si sono costituite parte civile nel processo penale per ottenere il risarcimento dei danni.

Il percorso giudiziario è stato complesso:

1. Primo Grado Penale: La persona autrice dei commenti è stata condannata.
2. Appello Penale: La sentenza di primo grado è stata ribaltata e l’imputata è stata assolta.
3. Ricorso in Cassazione (sede penale): La Corte Suprema ha annullato la sentenza di assoluzione, ma limitatamente agli aspetti civili. Ha quindi disposto un rinvio a un giudice civile, la Corte d’Appello, per un nuovo esame della richiesta di risarcimento.
4. Giudizio di Rinvio (sede civile): La Corte d’Appello ha riconosciuto la natura diffamatoria dei commenti e ha condannato la convenuta a pagare un risarcimento di 4.000 euro a ciascuna delle parti lese. Tuttavia, ha escluso dalla condanna alle spese quelle relative ai primi due gradi del giudizio penale.

Contro questa decisione, sia la parte condannata (con ricorso principale) sia le parti risarcite (con ricorso incidentale) si sono rivolte nuovamente alla Corte di Cassazione, sollevando diverse questioni, principalmente incentrate sulla corretta regolamentazione delle spese processuali.

La Decisione della Corte sulle Spese Legali Diffamazione

La Suprema Corte ha esaminato congiuntamente i motivi di ricorso relativi alla liquidazione dei costi legali, giungendo a una conclusione di fondamentale importanza. Ha stabilito che la Corte d’Appello civile ha commesso un errore nel negare il rimborso delle spese sostenute dalle parti civili durante le fasi penali del processo.

Il principio cardine, ribadito dalla Cassazione, è quello della soccombenza globale. Quando un caso viene rinviato dal giudice penale a quello civile, quest’ultimo deve considerare l’intero iter processuale per decidere sulla ripartizione delle spese. La decisione finale sul merito della pretesa civile determina chi è il vincitore e chi il soccombente dell’intera controversia. Di conseguenza, il vincitore ha diritto a vedersi rimborsate tutte le spese sostenute, fin dalla costituzione di parte civile nel processo penale.

La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata nella parte relativa alla regolamentazione delle spese e ha rinviato nuovamente la causa alla Corte d’Appello, in diversa composizione, affinché proceda a una nuova e completa liquidazione dei costi, tenendo conto dell’intero giudizio.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha fondato la sua decisione su un orientamento giurisprudenziale consolidato. Ha spiegato che la decisione emessa all’esito del giudizio di rinvio è quella che chiude definitivamente il procedimento. Non si tratta di una nuova domanda, ma della prosecuzione della stessa azione risarcitoria iniziata in sede penale.

Il fatto che il giudizio prosegua davanti a un giudice civile non spezza il legame con le fasi precedenti. Il giudice civile deve quindi applicare il principio della soccombenza all’esito globale del processo, liquidando le spese in favore della parte risultata vittoriosa, anche se era stata soccombente nelle fasi precedenti poi annullate. L’errore della Corte d’Appello è stato quello di considerare le fasi penali come un procedimento separato e concluso con l’assoluzione, ignorando che quell’assoluzione era stata annullata proprio per consentire la prosecuzione dell’azione civile.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre un chiarimento cruciale per tutti i casi di spese legali diffamazione e, più in generale, per le situazioni in cui un’azione civile prosegue dopo un rinvio dalla sede penale. Le conclusioni pratiche sono significative:

* Tutela Rafforzata per la Parte Lesa: La vittima di un reato che si costituisce parte civile sa che, in caso di vittoria finale nel merito, potrà recuperare tutte le spese legali sostenute lungo l’intero e talvolta tortuoso percorso giudiziario.
* Visione Unitaria del Processo: La Corte ribadisce che il processo, anche se si articola in diverse sedi (penale e civile), deve essere considerato in modo unitario ai fini della regolamentazione delle spese. L’esito finale è ciò che conta.
* Certezza del Diritto: La decisione consolida un principio di diritto che garantisce coerenza e prevedibilità nella gestione dei costi processuali in queste complesse fattispecie, evitando che la parte vittoriosa subisca un danno economico a causa della frammentazione del giudizio.

Chi paga le spese legali se un processo penale per diffamazione si conclude con un rinvio al giudice civile?
La parte che risulta vittoriosa all’esito finale del giudizio civile ha diritto al rimborso di tutte le spese legali, comprese quelle sostenute nelle precedenti fasi del processo penale.

Il giudice civile del rinvio può escludere dal rimborso i costi sostenuti nelle fasi penali del processo?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il giudice civile deve provvedere sulle spese dell’intero giudizio, applicando il principio della soccombenza all’esito globale del processo e quindi includendo anche i costi delle fasi penali.

Cosa accade se la Corte d’Appello, in sede di rinvio, sbaglia a regolare le spese legali?
La sua decisione può essere impugnata davanti alla Corte di Cassazione. Se la Cassazione riscontra l’errore, può cassare (annullare) la parte della sentenza relativa alle spese e rinviare nuovamente la causa allo stesso giudice d’appello, in diversa composizione, per una nuova e corretta determinazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati