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Spese legali contumace: i limiti secondo la Cassazione

In una causa per regolamento di confini e distanze legali, la Corte di Cassazione ha accolto parzialmente il ricorso, stabilendo un principio fondamentale sulle spese legali del contumace. La Corte ha annullato la parte della sentenza d’appello che condannava i ricorrenti al pagamento delle spese processuali a favore di parti rimaste contumaci nel secondo grado di giudizio, poiché non avevano sostenuto alcuna spesa difensiva. Gli altri motivi di ricorso, relativi alla mediazione obbligatoria e alla valutazione delle prove, sono stati respinti.

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Spese legali contumace: la Cassazione stabilisce i limiti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato diverse questioni procedurali e di merito in una complessa vicenda di diritto immobiliare, offrendo chiarimenti cruciali, in particolare sul tema delle spese legali al contumace. La pronuncia stabilisce un principio netto: non è possibile condannare la parte soccombente a rimborsare le spese legali a favore di chi non si è costituito in giudizio, rimanendo, appunto, contumace.

La Vicenda Giudiziaria: Confini e Distanze tra Immobili

La controversia ha origine dall’azione legale di una società immobiliare contro i proprietari di un fondo confinante. L’attrice lamentava l’occupazione senza titolo di una porzione del proprio terreno e la costruzione di un manufatto in violazione delle distanze legali. I convenuti, a loro volta, si difendevano e proponevano una domanda riconvenzionale, chiedendo l’arretramento di alcune opere realizzate dalla società attrice e chiamando in causa gli altri comproprietari del fondo di quest’ultima.

Il Tribunale di primo grado accoglieva la domanda principale, ordinando il rilascio dell’area occupata e l’arretramento dell’edificio dei convenuti fino al rispetto della distanza di 5 metri dal confine, rigettando le altre domande. La Corte di Appello confermava integralmente questa decisione, respingendo il gravame dei proprietari soccombenti.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

I proprietari soccombenti hanno presentato ricorso in Cassazione basato su sei motivi, che spaziavano da questioni procedurali a quelle di merito.

La Mediazione Obbligatoria nelle Domande Riconvenzionali

I ricorrenti sostenevano che, a seguito della chiamata in causa di terzi per la domanda riconvenzionale, fosse necessario un nuovo tentativo di mediazione. La Corte ha respinto questa tesi, affermando che la condizione di procedibilità della mediazione obbligatoria si considera assolta con l’esperimento del tentativo prima dell’avvio della causa principale e non deve essere ripetuta per le domande riconvenzionali.

L’Inammissibilità di Nuovi Documenti in Appello

Un altro motivo riguardava la presunta erronea esclusione di nuovi documenti in appello, che secondo i ricorrenti avrebbero dimostrato la carenza di legittimazione attiva della società attrice. La Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello, ribadendo che la produzione di nuovi documenti in secondo grado è ammessa solo se la parte dimostra di non aver potuto produrli prima per una causa non imputabile.

La Decisione sulle Spese Legali al Contumace: il Punto Accolto

Il sesto e ultimo motivo di ricorso, l’unico ad essere accolto, riguardava la condanna alle spese del giudizio d’appello anche a favore di due parti che erano rimaste contumaci in quella fase. La Corte di Appello aveva erroneamente liquidato le spese per soggetti che non avevano partecipato al giudizio di secondo grado, non costituendosi e non svolgendo alcuna attività difensiva.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondata questa censura. Il principio alla base della decisione è che la condanna alle spese processuali, ai sensi dell’art. 91 c.p.c., ha la funzione di rimborsare alla parte vittoriosa i costi effettivamente sostenuti per difendersi. Una parte che rimane contumace non sostiene alcuna spesa legale per quella specifica fase del giudizio; di conseguenza, non ha diritto ad alcun rimborso.

Accogliere una richiesta di liquidazione in favore del contumace significherebbe attribuire una somma non dovuta, poiché non corrispondente a un esborso reale. Pertanto, la Corte ha cassato la sentenza impugnata limitatamente a questo punto e, decidendo nel merito, ha eliminato la condanna alle spese in favore delle parti contumaci.

Le Conclusioni

La sentenza rafforza un principio di equità e logica giuridica: il rimborso delle spese legali è strettamente collegato all’effettiva partecipazione e all’attività difensiva svolta nel processo. La parte che sceglie di non costituirsi in un grado di giudizio non può beneficiare della liquidazione delle spese a suo favore. Questa decisione, pur respingendo gli altri motivi di ricorso, ha portato all’accoglimento parziale e alla compensazione integrale delle spese del giudizio di legittimità tra tutte le parti, data la reciproca soccombenza.

È necessario avviare una nuova mediazione per una domanda riconvenzionale rivolta a terzi chiamati in causa?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il tentativo di mediazione obbligatoria esperito all’inizio del giudizio di primo grado è sufficiente a soddisfare la condizione di procedibilità e non è necessario ripeterlo per le domande riconvenzionali formulate nel corso della stessa causa.

Una parte che non si costituisce in giudizio (contumace) ha diritto al rimborso delle spese legali?
No. La sentenza chiarisce che la condanna al pagamento delle spese processuali non può essere disposta a favore della parte rimasta contumace in un determinato grado di giudizio, poiché non ha svolto alcuna attività difensiva e, di conseguenza, non ha sostenuto costi da rimborsare.

Come viene determinato un confine incerto tra due proprietà?
Il giudice può utilizzare ogni mezzo di prova per determinare un confine incerto. Nel caso specifico, in assenza di prove di un diverso accordo tra le parti, la Corte ha ritenuto corretto basarsi sulle risultanze di un originario atto di frazionamento, considerandolo un elemento idoneo a risolvere l’incertezza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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