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Spese generali avvocato: sempre dovute anche senza menzione

Un avvocato agisce per il recupero dei suoi onorari, inclusi accessori come le spese generali. La cliente si oppone contestando proprio le spese generali. La Cassazione, pur dichiarando cessata la materia del contendere per la caducazione del titolo esecutivo, stabilisce, in base alla soccombenza virtuale, che le spese generali dell’avvocato sono sempre dovute in via automatica, anche se non menzionate esplicitamente nel provvedimento, condannando la cliente al pagamento delle spese legali.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Spese Generali Avvocato: Automatiche Anche Senza Menzione in Sentenza

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 6902/2024 offre un’importante precisazione sulla debenza delle spese generali avvocato, confermando un principio consolidato: il rimborso forfettario spetta al professionista in via automatica, anche se non esplicitamente menzionato nel provvedimento giudiziale. Questa decisione chiarisce come gestire le spese legali anche in complesse vicende processuali, come la sopravvenuta caducazione del titolo esecutivo.

I Fatti di Causa: una controversia sugli onorari professionali

La vicenda nasce dall’opposizione promossa da una cliente contro un atto di precetto notificatole dal suo ex avvocato. Il professionista chiedeva il pagamento di una somma a titolo di compenso professionale, in forza di un decreto ingiuntivo divenuto esecutivo. La cliente contestava la debenza degli oneri accessori, ovvero IVA, CPA e, in particolare, delle spese generali.

Il Tribunale accoglieva parzialmente l’opposizione, escludendo la debenza degli oneri accessori. La Corte d’Appello, in riforma della prima sentenza, riconosceva invece dovuti gli importi per IVA e CPA, ma negava il rimborso delle spese generali poiché non comprese nel titolo giudiziale originario. L’avvocato, ritenendo leso il suo diritto, ricorreva in Cassazione proprio su quest’ultimo punto.

La Decisione della Cassazione e il Principio della Soccombenza Virtuale

La Corte di Cassazione si è trovata di fronte a uno scenario processuale complesso. Durante il giudizio di opposizione al precetto, infatti, il titolo esecutivo originario (il decreto ingiuntivo) era stato revocato in un altro e separato procedimento. Questo evento ha avuto un impatto decisivo sull’esito della causa.

La caducazione del titolo esecutivo

La Corte, richiamando un principio espresso dalle Sezioni Unite (sent. n. 25478/2021), ha stabilito che la sopravvenuta caducazione del titolo esecutivo determina la cessazione della materia del contendere nel giudizio di opposizione all’esecuzione. In altre parole, venendo meno il fondamento della pretesa esecutiva, non c’è più nulla su cui decidere nel merito.

L’applicazione del principio di soccombenza virtuale sulle spese generali avvocato

Tuttavia, la cessazione della materia del contendere non risolve la questione delle spese di lite. Per decidere chi debba pagarle, il giudice deve applicare il criterio della soccombenza virtuale. Deve cioè valutare chi, sulla base dei motivi originari della controversia, avrebbe avuto ragione se il processo fosse giunto a una decisione di merito.

Nel caso di specie, l’opposizione della cliente si fondava sulla presunta non debenza di IVA, CPA e spese generali. La Corte di Cassazione ha osservato che:
1. La debenza di IVA e CPA era già stata correttamente riconosciuta dalla Corte d’Appello.
2. Anche la contestazione sulle spese generali avvocato era infondata.

Di conseguenza, l’opposizione della cliente sarebbe stata interamente rigettata. L’avvocato è stato quindi identificato come la parte “virtualmente vittoriosa”.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha ribadito il suo consolidato orientamento secondo cui il rimborso forfettario delle spese generali costituisce una componente delle spese giudiziali la cui misura è predeterminata dalla legge. Questo rimborso spetta automaticamente al difensore, anche in assenza di una specifica menzione nel provvedimento o di un’esplicita richiesta. La domanda di condanna al pagamento degli onorari giudiziali è considerata implicitamente comprensiva anche di questa voce.

Poiché l’intera opposizione della cliente era, fin dall’inizio, infondata in tutti i suoi punti, l’odierno ricorrente (l’avvocato) doveva essere considerato virtualmente vittorioso. La Cassazione ha quindi deciso la causa nel merito, dichiarando cessata la materia del contendere e condannando la controricorrente alla rifusione di tutte le spese di lite dei tre gradi di giudizio.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale per la professione forense: le spese generali, nella misura del 15% sui compensi, sono un diritto automatico e non necessitano di un’esplicita statuizione da parte del giudice. Inoltre, la pronuncia illustra chiaramente il meccanismo della soccombenza virtuale, uno strumento essenziale per garantire una corretta allocazione delle spese processuali anche quando eventi sopravvenuti, come la caducazione del titolo, impediscono una decisione sul merito della lite.

Il rimborso forfettario per le spese generali dell’avvocato deve essere esplicitamente menzionato nella sentenza per essere dovuto?
No, secondo la Corte di Cassazione, il rimborso forfettario delle spese generali è una componente delle spese giudiziali predeterminata dalla legge e compete automaticamente al difensore, anche in assenza di una menzione esplicita nel provvedimento.

Cosa succede al giudizio di opposizione all’esecuzione se il titolo esecutivo (es. un decreto ingiuntivo) viene annullato nel frattempo?
Il giudizio di opposizione si conclude con una pronuncia di “cessazione della materia del contendere”, perché viene a mancare l’oggetto stesso della controversia.

Come vengono decise le spese legali in caso di cessazione della materia del contendere?
Le spese vengono liquidate seguendo il criterio della “soccombenza virtuale”. Il giudice valuta chi avrebbe avuto ragione nel merito della causa se questa fosse andata a sentenza, e condanna la parte “virtualmente soccombente” al pagamento delle spese.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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