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Spese di lite previdenza: la Cassazione chiarisce

Una lavoratrice agricola si opponeva alla cancellazione dagli elenchi annuali e alla richiesta di restituzione di indennità. La Corte di Cassazione, pur respingendo nel merito il ricorso, lo ha accolto su un punto cruciale: le spese di lite previdenza. È stato riaffermato il principio secondo cui, nelle cause previdenziali, il lavoratore che perde la causa non è tenuto a pagare le spese legali all’ente, in applicazione dell’art. 152 att. c.p.c.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Spese di Lite Previdenza: La Cassazione sul Principio di Irripetibilità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale a tutela dei lavoratori nelle controversie contro gli enti previdenziali: l’esenzione dal pagamento delle spese di lite previdenza in caso di sconfitta. Questa decisione chiarisce l’ambito di applicazione dell’articolo 152 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile, offrendo un’importante garanzia per chi agisce in giudizio per far valere i propri diritti previdenziali.

Il Caso: Lavoratrice Agricola contro l’Ente Previdenziale

La vicenda trae origine dalla domanda di una lavoratrice agricola volta a ottenere la reiscrizione negli elenchi dei lavoratori agricoli per l’anno 2011. La sua richiesta era stata rigettata in appello, con la conferma della condanna a restituire una somma già percepita a titolo di indennità di disoccupazione agricola.

La Corte d’Appello aveva basato la sua decisione sul fatto che la lavoratrice non avesse proposto il ricorso amministrativo entro i termini di decadenza previsti dalla legge.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Contro la sentenza di secondo grado, la lavoratrice ha proposto ricorso in Cassazione basato su tre motivi principali:
1. La mancata prova della pubblicazione telematica degli elenchi da parte dell’ente previdenziale, sostenendo che l’atto prodotto in giudizio fosse privo di data e sottoscrizione.
2. Un vizio di motivazione collegato al primo punto.
3. La mancata applicazione dell’esenzione dal pagamento delle spese di lite previdenza, come previsto dalla normativa processuale.

La Decisione della Cassazione e le Spese di Lite Previdenza

La Suprema Corte ha esaminato congiuntamente i primi due motivi, rigettandoli, ma ha accolto il terzo, modificando in modo sostanziale l’esito della controversia per quanto riguarda i costi del processo.

La Validità della Pubblicazione Online

I giudici hanno chiarito che, sebbene la pubblicazione online fosse priva di data e firma, la sua provenienza dall’ente previdenziale e la sua effettiva pubblicazione non erano state contestate. Hanno qualificato l’atto come una pagina web del sito dell’ente, attribuendole il valore di rappresentazione elettronica secondo l’articolo 2712 del codice civile. Poiché la lavoratrice si era limitata a contestare la regolarità formale senza disconoscerne l’efficacia probatoria, il vizio è stato ritenuto puramente formale e non decisivo.

L’Applicazione dell’Art. 152 att. c.p.c.

Il punto cruciale della decisione riguarda il terzo motivo. La Corte ha affermato con forza che, nelle cause per prestazioni previdenziali o assistenziali, si applica l’articolo 152 att. c.p.c. Questa norma stabilisce che le spese del giudizio sono irripetibili, ovvero il lavoratore, anche se perde la causa, non può essere condannato a rimborsare le spese legali all’ente previdenziale.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha motivato la sua decisione richiamando la propria giurisprudenza consolidata. Il diritto del lavoratore a non essere gravato dalle spese legali in caso di soccombenza in giudizi previdenziali è una tutela pensata per non scoraggiare l’accesso alla giustizia per la tutela di diritti fondamentali. La Corte ha specificato che questo principio si applica anche quando l’oggetto della causa è un accertamento, come quello dell’iscrizione negli elenchi, che è presupposto per il diritto a una prestazione previdenziale. Di conseguenza, la sentenza d’appello è stata cassata senza rinvio nella parte relativa alla condanna alle spese.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida una garanzia di fondamentale importanza per i lavoratori. Stabilisce che il timore di dover affrontare ingenti spese legali in caso di sconfitta non deve essere un ostacolo per chi intende far valere i propri diritti previdenziali in tribunale. La decisione chiarisce che il principio di irripetibilità delle spese di lite previdenza è una regola generale per questo tipo di contenzioso, proteggendo la parte considerata più debole nel rapporto con l’ente pubblico. Viene inoltre confermato il valore probatorio delle pubblicazioni sui siti istituzionali, a meno di un disconoscimento specifico e circostanziato.

Una pagina web non firmata ha valore di prova in un processo contro un ente previdenziale?
Sì, secondo la Corte ha il valore di una rappresentazione elettronica ai sensi dell’art. 2712 c.c. Se la sua provenienza non è contestata, la mancanza di data o firma è considerata un vizio puramente formale e non decisivo, a meno che non vi sia uno specifico disconoscimento della sua efficacia probatoria.

In una causa di previdenza, il lavoratore che perde deve sempre pagare le spese legali?
No. La Corte ha confermato che si applica l’art. 152 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile, il quale stabilisce che le spese processuali sono “irripetibili”. Questo significa che il lavoratore, anche se soccombente, non è tenuto a rimborsare le spese legali alla controparte.

Perché la Corte ha accolto solo il motivo sulle spese e non quelli sulla pubblicazione degli elenchi?
La Corte ha ritenuto infondati i motivi sulla pubblicazione perché la lavoratrice non aveva contestato l’effettiva provenienza dell’atto dall’ente o la sua avvenuta pubblicazione, ma solo la regolarità formale (assenza di data e firma). Al contrario, ha accolto il motivo sulle spese perché la giurisprudenza consolidata afferma l’applicabilità del principio di non recuperabilità delle spese a favore del lavoratore nelle cause previdenziali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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