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Spese di lite previdenza: esenzione per il lavoratore

Una lavoratrice agricola si opponeva alla cancellazione dagli elenchi e alla richiesta di restituzione degli aiuti. La Corte di Cassazione ha respinto il motivo sull’illegittimità della notifica online per periodi pregressi, ma ha accolto quello sull’esenzione dalle spese legali. La Corte ha stabilito che l’esonero dal pagamento delle **spese di lite previdenza**, previsto dall’art. 152 att. c.p.c., si applica anche in questi casi, annullando la condanna al pagamento delle spese a carico della lavoratrice.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Spese di lite previdenza: la Cassazione tutela il lavoratore soccombente

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione interviene su un tema cruciale nelle controversie tra cittadini e istituti previdenziali: le spese di lite previdenza. Con la pronuncia in esame, i giudici hanno riaffermato un importante principio di tutela per il lavoratore, stabilendo che l’esenzione dal pagamento delle spese legali si applica anche quando la causa riguarda la restituzione di prestazioni indebitamente percepite a seguito della cancellazione dagli elenchi dei lavoratori agricoli.

Il caso: cancellazione dagli elenchi agricoli e condanna alle spese

Una lavoratrice agricola aveva impugnato il provvedimento con cui l’ente previdenziale l’aveva cancellata dagli elenchi per l’anno 2010, chiedendole contestualmente la restituzione delle prestazioni di disoccupazione già erogate. Sia in primo grado che in appello, la sua domanda era stata rigettata per intervenuta decadenza. La Corte d’Appello, inoltre, l’aveva condannata al pagamento delle spese del giudizio, ritenendo non applicabile la norma che prevede l’esenzione per la parte soccombente nelle cause previdenziali.

La lavoratrice ha quindi presentato ricorso in Cassazione, basandolo su due motivi: il primo, relativo alla modalità di notifica del provvedimento di cancellazione; il secondo, incentrato proprio sull’errata condanna al pagamento delle spese di lite.

La questione della notifica telematica nelle spese di lite previdenza

Il primo motivo di ricorso contestava l’utilizzo della notifica telematica, introdotta da una legge del 2011, per un provvedimento relativo all’anno 2010. Secondo la ricorrente, questa modalità non poteva avere effetto retroattivo. La Cassazione ha ritenuto infondato questo motivo. I giudici hanno chiarito che la nuova norma non modifica la sostanza del potere dell’ente, ma disciplina unicamente la forma della comunicazione. Pertanto, essa si applica a tutti gli atti di comunicazione successivi alla sua entrata in vigore, anche se riguardano periodi precedenti. La pubblicazione sul sito dell’ente è dunque una modalità valida per notificare i provvedimenti di variazione degli elenchi.

La decisione della Corte sull’esenzione dalle spese

Di tutt’altro avviso è stata la Corte riguardo al secondo motivo, che è stato invece accolto. La Cassazione ha affermato che il principio di esenzione dal pagamento delle spese legali per la parte soccombente, sancito dall’art. 152 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile, trova piena applicazione anche in questo tipo di controversie.

Le motivazioni

La Corte ha specificato che la disciplina di favore per il lavoratore si estende anche alle cause che hanno ad oggetto l’illegittimità di un provvedimento di ripetizione di somme, quando tale provvedimento è una diretta conseguenza della cancellazione del beneficiario dagli elenchi dei lavoratori agricoli. La domanda principale, pur essendo formalmente volta a contestare la cancellazione, è intrinsecamente legata alla richiesta di restituzione delle prestazioni previdenziali. Pertanto, la controversia rientra a pieno titolo nell’ambito di applicazione della norma sull’esenzione.
Poiché i giudici di merito non si erano attenuti a questo consolidato principio di diritto, la loro decisione sulla condanna alle spese è stata considerata viziata da carenza di potere giurisdizionale. Di conseguenza, la Corte ha cassato la sentenza d’appello su questo punto specifico, senza bisogno di un nuovo giudizio (cassazione senza rinvio).

Le conclusioni

La Corte di Cassazione ha rigettato il primo motivo del ricorso ma ha accolto il secondo. Ha quindi cassato la sentenza impugnata nella parte in cui condannava la lavoratrice alla rifusione delle spese del grado d’appello. In virtù dell’accoglimento solo parziale del ricorso, ha infine disposto la compensazione delle spese del giudizio di cassazione. Questa ordinanza rafforza la tutela del lavoratore nelle cause previdenziali, confermando che l’esenzione dalle spese legali è un principio di ampia portata, volto a non gravare economicamente chi agisce in giudizio per la tutela dei propri diritti previdenziali, anche in caso di esito sfavorevole.

La notifica di un provvedimento di cancellazione dagli elenchi agricoli tramite pubblicazione sul sito dell’INPS è valida anche per periodi antecedenti alla legge che l’ha introdotta?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che la legge disciplina le modalità di comunicazione dell’atto e non la sostanza del potere dell’ente. Pertanto, la notifica tramite pubblicazione online è valida per tutte le comunicazioni effettuate dopo l’entrata in vigore della norma, anche se si riferiscono a periodi precedenti.

Il lavoratore che perde una causa contro l’INPS per la cancellazione dagli elenchi agricoli deve sempre pagare le spese legali?
No. Secondo la Corte, la disciplina sull’esenzione dal pagamento delle spese di lite (art. 152 att. c.p.c.) si applica anche alle controversie relative all’illegittimità del provvedimento di ripetizione delle somme erogate, che consegue alla cancellazione. Pertanto, il lavoratore soccombente non può essere condannato al pagamento delle spese.

Perché la Corte ha cassato la sentenza senza rinvio?
La Corte ha cassato senza rinvio la parte della sentenza relativa alla condanna alle spese perché ha ritenuto che i giudici di merito avessero deciso in ‘carenza di potere giurisdizionale’. Non essendoci ulteriori accertamenti di fatto da compiere su quel punto, la Cassazione ha potuto decidere direttamente la questione, annullando la condanna alle spese senza necessità di un nuovo processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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