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Spese di lite: come si dividono se il debito è ridotto

La Corte d’Appello di Napoli interviene sulla ripartizione delle spese di lite in un caso di opposizione a decreto ingiuntivo per oneri condominiali. A fronte di una richiesta iniziale di oltre 12.000 €, il debito effettivo è stato accertato in circa 4.500 €. La Corte ha riformato la decisione di primo grado, che addebitava il 70% delle spese al debitore, stabilendo una più equa compensazione al 50% tra le parti. La sentenza chiarisce che la notevole riduzione della pretesa creditoria giustifica una revisione della ripartizione delle spese legali, applicando il principio di causalità.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Spese di lite: Chi paga quando il debito viene ridotto in giudizio?

La gestione delle spese di lite rappresenta uno degli aspetti più delicati al termine di un processo. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Napoli offre importanti chiarimenti su come queste debbano essere ripartite quando un’opposizione a decreto ingiuntivo viene accolta solo parzialmente, con una significativa riduzione dell’importo dovuto. Questo caso, relativo a oneri condominiali non pagati, dimostra come la vittoria non sia sempre assoluta e come il giudice debba ponderare attentamente l’esito finale per determinare chi, e in che misura, debba sostenere i costi del giudizio.

I Fatti di Causa: Da un Decreto Ingiuntivo all’Appello

La vicenda ha origine da un decreto ingiuntivo con cui un condominio richiedeva a un condomino il pagamento di oltre 12.000 euro per oneri condominiali non versati. Il condomino si opponeva al decreto, contestando diverse voci di spesa e sostenendo di aver già effettuato pagamenti per un importo superiore.

Il Tribunale di primo grado accoglieva parzialmente l’opposizione: revocava il decreto ingiuntivo ma condannava il condomino a pagare una somma molto inferiore, circa 4.590 euro. Tuttavia, per quanto riguarda le spese di lite, il giudice le compensava solo per il 30%, ponendo il restante 70% a carico del condomino opponente. Insoddisfatto di questa ripartizione, ritenuta sproporzionata rispetto all’esito del giudizio, il condomino decideva di presentare appello, chiedendo una revisione del solo capo della sentenza relativo alle spese.

La Decisione della Corte d’Appello sulla ripartizione delle spese di lite

La Corte d’Appello di Napoli ha accolto il gravame, riformando la decisione di primo grado sulla regolamentazione delle spese di lite. I giudici di secondo grado hanno ritenuto che la compensazione operata dal primo giudice (70% a carico del debitore e 30% a carico del creditore) non fosse proporzionata al rapporto tra l’importo originariamente richiesto e quello effettivamente riconosciuto come dovuto.

Di conseguenza, la Corte ha stabilito una nuova e più equa ripartizione:
1. Compensazione al 50% delle spese di lite del giudizio di primo grado. Il restante 50% è stato posto a carico del condomino, in quanto parte pur sempre parzialmente soccombente.
2. Una ripartizione differenziata per le spese della Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), poste per il 70% a carico del condominio (creditore) e per il 30% a carico del condomino (debitore), poiché l’esito della CTU era stato determinante per accertare la riduzione del debito.

Le Motivazioni della Corte: Il Principio di Causalità e la Soccombenza

La decisione della Corte d’Appello si fonda su principi consolidati in materia di spese di lite. Il punto di partenza è che il giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo mira ad accertare la fondatezza della pretesa creditoria nel suo complesso. Anche se il decreto viene revocato perché l’importo richiesto era eccessivo, il debitore che viene comunque condannato a pagare una somma inferiore risulta parzialmente soccombente.

Secondo la Cassazione, la parte creditrice, pur ottenendo una somma minore di quella richiesta, è comunque parzialmente vittoriosa e non può essere condannata a rimborsare le spese alla controparte. Tuttavia, il giudice ha il potere di disporre una compensazione parziale o totale delle spese.

Nel caso specifico, la Corte d’Appello ha applicato il principio di causalità: le spese vanno imputate a chi ha dato origine al contenzioso o vi ha resistito infondatamente. Se da un lato il condomino ha dato causa al giudizio non pagando quanto dovuto, dall’altro il condominio ha contribuito ad aggravare il processo richiedendo una somma quasi tre volte superiore a quella legittima. Questa sproporzione ha reso necessaria una valutazione più equilibrata, portando a una compensazione al 50%. La Corte ha inoltre specificato che le spese della CTU possono essere liquidate con un criterio diverso, basato sullo scarto tra petitum (richiesto) e decisum (deciso), giustificando così l’addebito maggiore a carico del creditore.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Debitori e Creditori

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: nel regolare le spese di lite, il giudice deve effettuare una valutazione globale dell’esito del processo, non limitandosi a un calcolo aritmetico. L’accoglimento parziale dell’opposizione, con una drastica riduzione del debito, costituisce una forma di soccombenza anche per il creditore, che ha avanzato una pretesa eccessiva.

Per i creditori, il messaggio è chiaro: avanzare richieste sproporzionate può comportare l’obbligo di sostenere una parte significativa delle spese processuali, anche in caso di vittoria parziale. Per i debitori, la decisione conferma l’importanza di contestare le pretese infondate, poiché un esito favorevole, anche se non totale, può portare a un significativo ridimensionamento non solo del debito, ma anche dei costi legali accessori.

Se mi oppongo a un decreto ingiuntivo e il giudice riduce di molto la somma che devo pagare, sono considerato il vincitore della causa?
No, non sei considerato il vincitore assoluto. Se vieni comunque condannato a pagare una somma, seppur inferiore, sei considerato ‘parzialmente soccombente’. La parte creditrice, ottenendo il pagamento di una parte del suo credito, è considerata ‘parzialmente vittoriosa’. Questo esito misto porta generalmente a una compensazione delle spese.

Chi paga le spese di lite se la mia opposizione a un decreto ingiuntivo viene accolta solo in parte?
Le spese vengono ripartite dal giudice secondo il principio della soccombenza e della causalità. Come stabilito in questa sentenza, se la somma richiesta dal creditore era notevolmente superiore a quella effettivamente dovuta, il giudice può disporre una significativa compensazione delle spese. In questo caso, la Corte ha compensato le spese al 50%, condannando il debitore a pagare solo la metà delle spese legali del creditore.

Il giudice può dividere le spese della Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) in modo diverso rispetto alle altre spese legali?
Sì. La sentenza chiarisce che le spese di CTU possono essere liquidate con un criterio differente, basato sulla finalità della consulenza stessa. Poiché la CTU contabile è stata decisiva per accertare l’effettivo debito e quindi per ridurre la pretesa del creditore, la Corte ha posto i relativi costi in misura maggiore (70%) a carico del creditore che aveva richiesto la somma esorbitante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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