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Spese CTU esenzione: la Cassazione chiarisce

Un cittadino, pur ottenendo il riconoscimento di un requisito sanitario in una causa contro un ente previdenziale, veniva condannato a pagare le spese della Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU). La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, stabilendo che le spese CTU godono dell’esenzione prevista per le cause di previdenza e assistenza. La Corte ha ribadito che tali costi rientrano a pieno titolo nelle spese processuali e, pertanto, non possono essere addebitati al cittadino soccombente che possiede i requisiti per l’esenzione.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Spese CTU Esenzione nelle Cause Previdenziali: La Cassazione Fa Chiarezza

L’ordinanza in esame affronta una questione cruciale per la tutela dei diritti dei cittadini nelle controversie previdenziali: la corretta applicazione del principio di spese CTU esenzione. In un recente pronunciamento, la Corte di Cassazione ha ribadito un orientamento consolidato, chiarendo che i costi relativi alla Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) non possono essere addebitati al cittadino che beneficia dell’esenzione dalle spese processuali, anche in caso di parziale soccombenza. Questa decisione rafforza il principio di accesso alla giustizia per le fasce più deboli.

I Fatti di Causa

Il caso nasce da un decreto del Tribunale di Roma. Un cittadino aveva avviato un procedimento per l’accertamento di requisiti sanitari necessari a ottenere due diverse prestazioni assistenziali. Il Tribunale aveva accolto parzialmente le sue richieste: aveva omologato l’accertamento per una prestazione, ma non per l’altra.

Tuttavia, il giudice di primo grado aveva posto le spese della CTU, ossia della perizia medico-legale disposta dal tribunale, interamente a carico del cittadino. La motivazione del Tribunale si basava su una distinzione: le spese di CTU non sarebbero state qualificabili come “spese, competenze ed onorari” esenti ai sensi dell’art. 152 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile.

Il Ricorso in Cassazione e l’Esenzione delle Spese CTU

Il cittadino ha impugnato questa decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando la violazione e falsa applicazione proprio dell’art. 152 disp. att. c.p.c. Il suo unico motivo di ricorso si concentrava sull’errore del giudice di merito nel ritenere che le spese della consulenza tecnica non rientrassero nell’ambito dell’esenzione prevista per i giudizi in materia di previdenza e assistenza.

Secondo la tesi del ricorrente, la norma sull’esonero ha una portata generale e mira a non gravare di costi i cittadini che agiscono per la tutela di diritti fondamentali, qualora sussistano determinate condizioni di reddito. Escludere i costi della CTU da questa tutela significherebbe vanificare in parte lo scopo della norma.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendolo pienamente. Gli Ermellini hanno riaffermato il loro orientamento costante e consolidato, al quale hanno inteso dare continuità. Il principio di diritto è chiaro: “l’onere delle spese di consulenza tecnica d’ufficio non si sottrae alla comune disciplina delle spese processuali”.

In altre parole, i costi della CTU sono a tutti gli effetti parte delle spese di giudizio. Di conseguenza, essi ricadono pienamente nell’ambito di applicazione dell’art. 152 disp. att. c.p.c. Tale norma stabilisce che, in presenza di specifiche condizioni reddituali, la parte soccombente nei giudizi previdenziali non può essere condannata al pagamento delle spese.

La Corte ha quindi dichiarato l’illegittimità parziale del decreto del Tribunale, proprio nella parte in cui addebitava le spese di CTU al cittadino. Poiché non erano necessari ulteriori accertamenti di fatto, la Cassazione ha deciso la causa nel merito, cassando la statuizione sulle spese e ponendole direttamente a carico dell’ente previdenziale.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è di notevole importanza pratica. Essa conferma che il diritto all’esenzione dalle spese processuali nelle cause di previdenza e assistenza è onnicomprensivo e include anche i costi, spesso significativi, della Consulenza Tecnica d’Ufficio. I giudici di merito non possono operare distinzioni non previste dalla legge, escludendo tali costi dall’esonero.

Per i cittadini, ciò significa una maggiore tutela e un più facile accesso alla giustizia per far valere i propri diritti in materia di assistenza e previdenza, senza il timore di dover sostenere spese ingenti anche in caso di esito parzialmente sfavorevole. La decisione ribadisce che la protezione offerta dalla legge in questi delicati settori deve essere interpretata in modo ampio e sostanziale.

Chi deve pagare le spese del Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) in una causa previdenziale?
Se il cittadino possiede i requisiti di reddito per l’esenzione dalle spese processuali (ex art. 152 disp. att. c.p.c.), non deve pagare i costi della CTU. Secondo la Corte, queste spese sono a tutti gli effetti spese processuali e, in caso di soccombenza del cittadino esente, vengono poste a carico dell’ente previdenziale.

L’esenzione dalle spese di giudizio si applica anche se il cittadino perde parzialmente la causa?
Sì. La decisione della Corte di Cassazione chiarisce che il principio della soccombenza, che porterebbe ad addebitare le spese, è temperato dalla norma sull’esenzione. Anche in caso di accoglimento solo parziale della domanda, se il cittadino ha diritto all’esenzione, non può essere condannato a pagare le spese di CTU.

Cosa ha stabilito la Corte riguardo alla natura delle spese di CTU?
La Corte ha stabilito che le spese di CTU non hanno una natura diversa dalle altre spese processuali. Esse rientrano pienamente nella comune disciplina delle spese di giudizio e, pertanto, sono soggette alle stesse regole, inclusa quella sull’esenzione prevista per le controversie in materia di previdenza e assistenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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