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Spese condominiali: senza delibera non c’è debito

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13781/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di spese condominiali. Il caso riguardava l’opposizione di una condomina a un decreto ingiuntivo per il pagamento di oneri. Il Tribunale, pur revocando il decreto per assenza della delibera di approvazione delle spese, aveva comunque condannato la condomina al pagamento, ritenendo che non avesse contestato il debito. La Cassazione ha annullato questa decisione, affermando che la delibera assembleare è il fatto costitutivo del credito. Senza di essa, il debito non sussiste e il condominio non può pretenderne il pagamento, poiché su di esso grava l’onere della prova.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Spese Condominiali: la Delibera Assembleare è Prova Essenziale del Debito

La gestione delle spese condominiali rappresenta una delle questioni più frequenti e delicate nella vita di un edificio. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’ordinanza n. 13781 del 17 maggio 2024, ha ribadito un principio cruciale: senza una valida delibera dell’assemblea che approvi le spese e il relativo piano di riparto, il credito del condominio nei confronti del singolo proprietario è privo del suo fondamento. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un’opposizione a un decreto ingiuntivo. Un condominio aveva ottenuto un’ingiunzione di pagamento nei confronti di una proprietaria per oneri condominiali non saldati, relativi a due annualità. La condomina si era opposta al decreto.

Il giudizio di primo grado si era concluso con il rigetto dell’opposizione. In appello, il Tribunale aveva parzialmente riformato la decisione: pur revocando il decreto ingiuntivo perché emesso in assenza dei presupposti documentali (ovvero la delibera di approvazione e il piano di riparto), aveva comunque condannato la condomina a versare la stessa somma. La motivazione del Tribunale si basava sulla presunta mancata contestazione, da parte della proprietaria, della pretesa creditoria nel merito.

Insoddisfatta della decisione, la condomina ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando diversi vizi della sentenza, tra cui la violazione dell’onere della prova e la contraddittorietà della motivazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sulle Spese Condominiali

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della proprietaria, cassando la sentenza del Tribunale e rinviando la causa ad un altro magistrato per una nuova valutazione. I giudici hanno ritenuto i motivi di ricorso fondati, evidenziando come il Tribunale fosse caduto in un errore logico e giuridico.

Il punto centrale della decisione è che l’obbligo di pagamento delle spese condominiali sorge solo in presenza di una valida deliberazione assembleare che approvi le spese e ne disponga la ripartizione tra i condomini. Questa delibera non è una mera formalità, ma il fatto costitutivo del credito del condominio.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha smontato la tesi del Tribunale con argomentazioni chiare. In primo luogo, ha evidenziato l’intrinseca contraddittorietà della sentenza d’appello: non è possibile, infatti, revocare un decreto ingiuntivo per assenza della prova fondamentale del credito (la delibera) e, allo stesso tempo, condannare il debitore al pagamento sulla base del medesimo credito, ritenendolo non contestato.

I giudici hanno chiarito che, nel giudizio di opposizione, è sempre il condominio (creditore) a dover provare i fatti posti a fondamento della propria pretesa. La prova principale è costituita proprio dalla produzione del verbale dell’assemblea. L’aver contestato la mancanza di tale documento, come aveva fatto la condomina, equivale a contestare l’esistenza stessa del credito.

Il Tribunale, quindi, ha errato nel ritenere che la proprietaria non avesse contestato il debito e ha invertito l’onere della prova, ponendo a carico della condomina la dimostrazione dell’insussistenza dell’obbligo di pagamento, mentre spettava al condominio provarne l’esistenza tramite la delibera.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza rafforza la tutela dei condomini e serve da monito per gli amministratori. La delibera di approvazione delle spese e del piano di riparto non è un optional, ma l’atto essenziale che legittima qualsiasi richiesta di pagamento. Un condomino chiamato a pagare oneri condominiali ha pieno diritto di esigere la prova che tali spese siano state regolarmente approvate dall’assemblea. In assenza di tale documento, non solo il decreto ingiuntivo è illegittimo, ma l’intera pretesa creditoria del condominio è infondata e non può trovare accoglimento in un giudizio a cognizione piena. La corretta gestione documentale e il rispetto delle procedure assembleari sono, pertanto, indispensabili per garantire la validità delle richieste di pagamento delle spese condominiali.

È sufficiente che un condomino non contesti esplicitamente un debito per essere condannato a pagare le spese condominiali in assenza di una delibera di approvazione?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la delibera di approvazione delle spese e del relativo piano di riparto è il fatto costitutivo del credito. In sua assenza, il credito è inesistente e il condomino non può essere condannato al pagamento, anche se le sue difese si sono concentrate solo sulla mancanza dei presupposti formali per l’ingiunzione.

Su chi ricade l’onere di provare il credito per le spese condominiali nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo?
L’onere della prova ricade sempre sul condominio. È l’amministratore che deve dimostrare l’esistenza e l’esigibilità del credito producendo il verbale dell’assemblea che ha approvato le spese e il relativo piano di riparto.

Un Tribunale può revocare un decreto ingiuntivo per mancanza di prove (es. la delibera) e contemporaneamente condannare il condomino al pagamento della stessa somma?
No. La Corte di Cassazione ha ritenuto tale comportamento intrinsecamente contraddittorio e una violazione di legge. Se il decreto ingiuntivo viene revocato perché manca la prova fondamentale del credito (la delibera), il giudice non può poi affermare che il credito sia fondato e condannare al pagamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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