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Specificità motivi ricorso: inammissibilità e oneri

Una società edile ha visto il suo ricorso in Cassazione dichiarato inammissibile a causa della mancata specificità dei motivi. L’ordinanza sottolinea come, ai sensi dell’art. 366 c.p.c., il ricorrente abbia l’onere di indicare puntualmente le norme violate e le parti della sentenza impugnata, senza poter delegare tale compito alla Corte. Il caso di specie riguardava un’azione revocatoria prescritta nei gradi di merito.

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Specificità dei Motivi del Ricorso in Cassazione: Pena l’Inammissibilità

L’esito di un ricorso per cassazione dipende in larga misura dalla sua corretta formulazione. L’ordinanza in esame offre un chiaro monito sull’importanza della specificità dei motivi del ricorso per cassazione, un requisito fondamentale previsto dal codice di procedura civile la cui violazione conduce a una declaratoria di inammissibilità, precludendo ogni esame sul merito della questione. Vediamo insieme perché questo principio è così cruciale per la sorte del giudizio di legittimità.

I Fatti di Causa: Un’Azione Revocatoria e la Prescrizione

La vicenda trae origine da un’azione revocatoria avviata nel 2003 da una società edile. L’impresa chiedeva di dichiarare inefficace un atto di compravendita immobiliare, stipulato nel 1995 tra persone legate da vincoli di parentela, sostenendo che tale operazione fosse stata compiuta in pregiudizio delle sue ragioni creditorie.

I convenuti si difendevano eccependo, tra le altre cose, l’intervenuta prescrizione dell’azione. Dopo una complessa fase iniziale, dovuta anche a un errore nell’identificazione di una delle parti, il Tribunale riuniva i giudizi e, accogliendo l’eccezione, rigettava la domanda della società. La Corte d’Appello confermava integralmente la decisione di primo grado.

Il Ricorso in Cassazione e il Difetto di Specificità

Contro la sentenza d’appello, la società soccombente proponeva ricorso per cassazione, affidandolo a un unico motivo con cui lamentava la “violazione e falsa applicazione di norme di legge, ex art. 360, comma I, n.3 c.p.c.”. Tuttavia, come vedremo, la formulazione del motivo si è rivelata fatale per le sorti dell’impugnazione.

Le Motivazioni della Suprema Corte: L’Onere di Specificità dei Motivi del Ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, focalizzando la propria decisione sulla violazione dell’articolo 366, comma 1, n. 4 del codice di procedura civile. Questo articolo impone al ricorrente un preciso onere di specificità, che nel caso di specie non è stato rispettato.

La Suprema Corte ha rilevato che la società ricorrente si era limitata a una censura del tutto generica, senza neppure indicare, né nella rubrica né nel corpo del ricorso, le specifiche norme di legge che assumeva violate. Il motivo di ricorso si limitava a citare alcuni precedenti giurisprudenziali, peraltro relativi all’istituto della simulazione, che è concettualmente distinto dall’azione revocatoria oggetto del contendere.

Richiamando un consolidato orientamento delle Sezioni Unite, la Corte ha ribadito che l’onere di specificità dei motivi del ricorso per cassazione non può essere eluso. Il ricorrente deve:

1. Indicare puntualmente le norme di cui lamenta la violazione.
2. Esaminarne il contenuto precettivo.
3. Confrontarlo con le affermazioni in diritto contenute nella sentenza impugnata.
4. Dimostrare il contrasto tra la decisione del giudice di merito e la norma di legge.

Non è possibile, pertanto, demandare alla Corte di Cassazione il compito di individuare, tramite una “ricerca esplorativa officiosa”, la norma violata o i punti della sentenza in contrasto con essa. Tale attività esula dalle funzioni del giudice di legittimità e spetta unicamente alla parte ricorrente.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento ribadisce un principio cardine del giudizio di cassazione: la chiarezza e la precisione nella redazione del ricorso non sono meri formalismi, ma requisiti sostanziali di ammissibilità. La mancata indicazione delle norme violate e l’assenza di un confronto argomentato con la decisione impugnata rendono il ricorso inammissibile, impedendo alla Corte di entrare nel merito della questione. Questa pronuncia serve da importante promemoria per i legali sull’imprescindibile necessità di redigere atti di impugnazione che rispettino rigorosamente l’onere di specificità, pena l’inevitabile soccombenza processuale, con conseguente condanna al pagamento delle spese legali e al versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.

Perché il ricorso alla Suprema Corte è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché violava l’art. 366, comma 1, n. 4 del c.p.c., in quanto mancava della necessaria specificità. La parte ricorrente non ha indicato le norme di legge che riteneva violate né ha argomentato in modo preciso il contrasto tra tali norme e la decisione della Corte d’Appello.

Cosa si intende per ‘onere di specificità’ in un ricorso per cassazione?
Significa che la parte che presenta il ricorso ha l’obbligo di indicare in modo chiaro e puntuale le norme di legge che assume siano state violate, esaminarne il contenuto e dimostrare come le affermazioni giuridiche della sentenza impugnata si pongano in contrasto con esse. Una critica generica non è sufficiente.

Può la Corte di Cassazione ricercare autonomamente le norme che il giudice di merito potrebbe aver violato?
No. La sentenza chiarisce che non spetta alla Corte di Cassazione compiere una “ricerca esplorativa officiosa” per individuare le norme violate o i punti critici della sentenza. Questo compito ricade esclusivamente sulla parte ricorrente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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