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Specificità contratto a termine: la Cassazione chiarisce

Un lavoratore contesta la legittimità di contratti a termine con un’emittente televisiva. La Cassazione accoglie il ricorso, chiarendo che per la validità di un contratto a termine per più programmi, non basta indicarne i titoli. È necessaria una reale specificità contratto a termine che colleghi la prestazione lavorativa alle esigenze produttive, annullando la decisione della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Specificità Contratto a Termine: La Cassazione Fissa i Paletti nel Settore Televisivo

Il contratto di lavoro a tempo determinato rappresenta uno strumento flessibile per le aziende, ma la sua legittimità è subordinata a requisiti precisi, tra cui la specificità contratto a termine. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 2413/2024) interviene su un tema cruciale per il settore radiotelevisivo, chiarendo la differenza sostanziale tra l’assunzione per un singolo programma e quella per una pluralità di produzioni. La decisione sottolinea come la semplice indicazione dei titoli dei programmi non sia sufficiente a giustificare il termine quando il lavoratore è impiegato su più fronti.

I Fatti di Causa

La vicenda giudiziaria nasce dall’impugnazione, da parte di un lavoratore, di tre contratti a tempo determinato stipulati con una nota emittente televisiva nazionale. Il lavoratore sosteneva l’illegittimità dei contratti per difetto del requisito di specificità delle ragioni che giustificavano l’apposizione del termine. In particolare, due dei contratti contestati erano stati stipulati per la partecipazione alla realizzazione di una pluralità di programmi televisivi.

La Decisione della Corte d’Appello

In sede di rinvio, la Corte d’Appello aveva rigettato le domande del lavoratore. I giudici di secondo grado avevano ritenuto che la causale fosse sufficientemente specifica, basando la propria decisione su un precedente della Cassazione. Tuttavia, come vedremo, tale precedente si riferiva a un’ipotesi diversa: quella di un contratto stipulato per un singolo programma.

Il Ricorso in Cassazione e la Specificità del Contratto a Termine

Il lavoratore ha presentato ricorso in Cassazione, denunciando l’errata interpretazione da parte della Corte d’Appello delle norme di legge e, soprattutto, dei contratti collettivi aziendali. Il motivo principale del ricorso si fondava sulla violazione del principio di diritto relativo alla specificità contratto a termine. Secondo la difesa del lavoratore, la Corte territoriale aveva erroneamente assimilato l’ipotesi di assunzione per un singolo programma a quella, ben diversa, di assunzione per una “pluralità di specifici programmi”, che richiede un onere di specificazione molto più stringente per il datore di lavoro.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del lavoratore, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno chiarito un punto fondamentale basato sull’interpretazione del contratto collettivo applicabile. La normativa aziendale distingue nettamente due scenari:

1. Assunzione per un singolo programma: In questo caso, è sufficiente che il programma sia unico e identificato per legittimare l’apposizione del termine, senza la necessità di ulteriori requisiti di specificità.
2. Assunzione per una “pluralità di specifici programmi”: In questa ipotesi, il requisito della “specificità” diventa essenziale e non può essere soddisfatto dalla mera indicazione dei titoli delle produzioni.

La Suprema Corte ha rilevato che la Corte d’Appello ha commesso un errore di diritto, applicando al caso di specie (pluralità di programmi) il principio valido solo per l’ipotesi del singolo programma. La Cassazione ha ribadito che, quando un contratto a termine è stipulato per più produzioni, il datore di lavoro deve indicare quegli elementi che qualificano “il vincolo di necessità diretta tra il contributo professionale del lavoratore assunto e le caratteristiche del programma a cui ha collaborato”. In altre parole, non basta dire per quali programmi si lavora, ma bisogna specificare perché quel particolare lavoratore è necessario per quelle specifiche produzioni.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Roma, in diversa composizione, per un nuovo esame che dovrà attenersi al principio di diritto enunciato. Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche: rafforza le tutele per i lavoratori a termine nel settore dello spettacolo e impone ai datori di lavoro un maggiore rigore nella stesura dei contratti. Non è più sufficiente un elenco di titoli; è necessario dimostrare un nesso concreto e specifico tra le mansioni del lavoratore e le esigenze produttive di ciascun programma, pena l’illegittimità del termine e la possibile conversione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

Qual è la differenza tra un contratto a termine per un singolo programma e uno per più programmi nel settore radiotelevisivo?
Secondo la Cassazione, che interpreta il contratto collettivo di settore, per un singolo programma è sufficiente la sua unicità per giustificare il termine. Per una pluralità di programmi, invece, è richiesto un requisito più stringente di “specificità”, che non si esaurisce nella semplice indicazione dei titoli delle trasmissioni.

È sufficiente elencare i titoli dei programmi per rendere legittimo un contratto a termine per più produzioni?
No. L’ordinanza chiarisce che la mera indicazione dei titoli non soddisfa il requisito di specificità. È necessario che il contratto espliciti gli elementi che dimostrano il legame di necessità diretta tra il contributo professionale del lavoratore e le caratteristiche specifiche di ciascun programma per cui è stato assunto.

Quale errore ha commesso la Corte d’Appello secondo la Cassazione?
La Corte d’Appello ha erroneamente applicato a un caso di contratto per una pluralità di programmi il principio di diritto valido solo per i contratti stipulati per un singolo programma. In questo modo, ha ritenuto sufficiente un livello di specificità che la Suprema Corte ha invece giudicato inadeguato per la fattispecie in esame.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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