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Specificità appello: la Cassazione chiarisce i requisiti

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5533/2024, ha annullato una decisione della Corte di Appello che aveva dichiarato un appello inammissibile per difetto di specificità. La Suprema Corte ha chiarito che per la validità dell’atto di appello non sono necessarie forme sacramentali, come la suddivisione in punti o la redazione di un progetto di sentenza alternativo. È sufficiente che le censure mosse alla sentenza di primo grado siano chiare e consentano di individuare le questioni contestate e le ragioni della critica. Il caso riguardava un contratto preliminare di compravendita immobiliare.

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Specificità appello: non servono formalismi, basta la chiarezza

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 5533 del 1° marzo 2024 offre un importante chiarimento sui requisiti di specificità appello, delineati dall’art. 342 del codice di procedura civile. La Corte ha stabilito che la validità dell’atto non dipende da rigidi formalismi, ma dalla capacità di esporre in modo chiaro le critiche alla sentenza impugnata. Questo principio, che privilegia la sostanza sulla forma, ha portato all’annullamento di una decisione di inammissibilità emessa da una Corte d’Appello.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una controversia legata a un contratto preliminare di compravendita immobiliare. La società promissaria acquirente, dopo aver scoperto un vincolo non dichiarato sull’immobile, esercitava il diritto di recesso, chiedendo la condanna della società promittente venditrice al pagamento del doppio della caparra versata.
Il Tribunale di primo grado rigettava la domanda della parte acquirente e accoglieva la domanda riconvenzionale della venditrice, autorizzandola a trattenere la caparra.

La Decisione della Corte di Appello

Contro la decisione del Tribunale, la società acquirente proponeva appello. La Corte di Appello di Venezia, tuttavia, dichiarava l’impugnazione inammissibile per violazione dell’art. 342 c.p.c. Secondo i giudici di secondo grado, l’atto mancava di specificità perché non era suddiviso in punti, non individuava chiaramente le parti della sentenza contestate e non conteneva la proposta di un provvedimento alternativo.

La pronuncia della Cassazione sulla specificità appello

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società acquirente, ritenendo l’interpretazione della Corte di Appello eccessivamente formalistica e non in linea con i principi consolidati dalla stessa giurisprudenza di legittimità.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha ribadito che la riforma dell’art. 342 c.p.c., avvenuta nel 2012, non ha trasformato l’appello in un’impugnazione a critica vincolata. Il giudizio di secondo grado mantiene la sua natura di revisio prioris instantiae, ovvero di riesame della decisione precedente.
Di conseguenza, per soddisfare il requisito di specificità appello, non è necessario l’utilizzo di ‘forme sacramentali’. Non è obbligatorio, quindi, né numerare i motivi, né redigere un ‘progetto alternativo’ di sentenza. Ciò che conta è che l’atto di appello contenga:
1. Una chiara individuazione delle questioni e dei punti contestati della sentenza impugnata.
2. Una parte argomentativa che confuti e contrasti le ragioni addotte dal primo giudice.
L’essenziale è che l’atto, nel suo complesso, permetta al giudice di comprendere l’oggetto della doglianza e le ragioni che la sostengono, in modo da poterle valutare nel merito. Nel caso di specie, la Cassazione ha riscontrato che l’atto di appello, sebbene non formalmente strutturato come preteso dalla Corte territoriale, esponeva in modo idoneo i profili di erroneità della sentenza di primo grado.

Le conclusioni

Con questa pronuncia, la Cassazione cassa la sentenza impugnata e rinvia la causa alla Corte di Appello, in diversa composizione, affinché decida nel merito della questione. La decisione rappresenta un importante monito contro le interpretazioni eccessivamente formalistiche delle norme processuali. Viene riaffermato un principio fondamentale: la giustizia deve concentrarsi sulla sostanza delle questioni, garantendo che un vizio meramente formale non impedisca l’esame nel merito di una controversia. Per gli avvocati, ciò significa che la redazione di un atto di appello deve mirare alla chiarezza e alla completezza argomentativa, piuttosto che al pedissequo rispetto di schemi non richiesti dalla legge.

Cosa si intende per ‘specificità dell’appello’ secondo la Cassazione?
Per specificità dell’appello si intende la necessità che l’atto contenga una chiara individuazione delle parti della sentenza che si contestano e delle ragioni della critica, affiancando alla volontà di impugnare argomentazioni che confutino la decisione del primo giudice. Non è una questione di forma, ma di sostanza e chiarezza.

È obbligatorio suddividere l’atto di appello in punti numerati o proporre una decisione alternativa?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che non è affatto necessario che l’atto di appello venga suddiviso in punti o che i motivi siano numerati. Risulta sufficiente che le censure siano comprensibili nel loro svolgimento logico-giuridico e tendano a confutare le statuizioni della pronuncia di primo grado, senza che sia indispensabile predisporre un progetto di provvedimento alternativo.

Cosa succede se un ricorso viene notificato a una società che, nel frattempo, è stata cancellata dal registro delle imprese?
Il ricorso è comunque ammissibile. In base al principio dell’ultrattività del mandato, il difensore continua a rappresentare la società come se l’evento estintivo (la cancellazione) non si fosse verificato, a meno che tale evento non sia stato formalmente dichiarato o notificato alla controparte. Pertanto, la notifica presso il domicilio del difensore è considerata valida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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