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Sovraindebitamento familiare: quando è unica procedura?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha respinto il ricorso di alcuni creditori contro l’apertura di una procedura di liquidazione controllata per due familiari. La Corte ha chiarito che per attivare un’unica procedura di sovraindebitamento familiare è sufficiente la comune origine del debito. Inoltre, ha stabilito che la valutazione sulla meritevolezza del debitore non va fatta in fase di ammissione alla procedura, ma solo successivamente, in sede di esdebitazione.

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Sovraindebitamento Familiare: la Cassazione sui Criteri per la Procedura Unica

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fornisce importanti chiarimenti sulla procedura di sovraindebitamento familiare, un istituto pensato per aiutare i nuclei familiari a gestire in modo unitario una crisi debitoria. La pronuncia analizza i presupposti per l’accesso a questa procedura congiunta e stabilisce una netta distinzione tra la fase di ammissione alla liquidazione e quella, successiva, di valutazione della condotta del debitore. Vediamo nel dettaglio i fatti e i principi affermati dalla Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dal reclamo di due creditori avverso la sentenza della Corte d’Appello che aveva confermato l’apertura della liquidazione controllata del patrimonio di due debitori, tra loro parenti. I creditori sostenevano l’illegittimità della procedura unificata, sollevando diverse questioni procedurali e di merito.

Secondo i ricorrenti, la procedura non avrebbe dovuto essere avviata in forma unitaria, contestando diversi aspetti della decisione dei giudici di merito, tra cui:
* La presunta assenza dello stato di sovraindebitamento per uno dei due debitori.
* L’errata individuazione del tribunale competente.
* L’omessa verifica da parte della Corte di merito della relazione dell’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) che evidenziava criticità nella condotta di uno dei debitori.
* L’illegittima autorizzazione all’uso di autoveicoli.
* L’errata determinazione della somma destinata al mantenimento della famiglia.

La questione è quindi giunta all’attenzione della Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sulla legittimità della procedura congiunta di sovraindebitamento familiare.

I Criteri per il Sovraindebitamento Familiare e i Limiti del Sindacato di Legittimità

La Corte Suprema ha esaminato punto per punto i motivi del ricorso, rigettandoli tutti. L’analisi della Corte offre spunti fondamentali per comprendere il funzionamento della procedura e i limiti del sindacato di legittimità in questa materia.

I Presupposti per la Procedura Unica

La Cassazione ha ribadito che l’articolo 66 del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII) consente ai membri della stessa famiglia di presentare un unico progetto di risoluzione della crisi quando sono conviventi oppure quando il sovraindebitamento ha un’origine comune. La Corte d’Appello aveva accertato che la parte preponderante dei debiti derivava da un contenzioso comune e da un mutuo cointestato, integrando così il requisito dell’origine comune. Tale accertamento, essendo una valutazione di fatto, non è sindacabile in sede di legittimità.

La Competenza Territoriale

Una volta accertata la legittimità della procedura familiare unitaria, la competenza territoriale viene correttamente radicata presso il tribunale nel cui circondario uno dei debitori ha il centro principale dei propri interessi. Di conseguenza, il motivo di ricorso relativo alla competenza è stato ritenuto infondato.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La parte più significativa della decisione riguarda la distinzione tra l’ammissione alla procedura e la valutazione della meritevolezza del debitore. La Corte ha chiarito che, ai fini dell’ammissione alla liquidazione controllata, sono irrilevanti le condotte del debitore e le ragioni che hanno determinato la situazione di sovraindebitamento. La procedura di liquidazione, infatti, non ha un carattere premiale né costituisce di per sé un vantaggio per il richiedente. Eventuali profili di mancanza di meritevolezza, come negligenza o imprudenza nella causazione del debito, saranno valutati solo nella fase successiva dell’esdebitazione, ai sensi dell’art. 280 CCII. Questo principio separa nettamente i due momenti procedurali, garantendo un più ampio accesso alla liquidazione come strumento di gestione della crisi, rimandando il giudizio sulla condotta del debitore alla fase finale di liberazione dai debiti residui.
Infine, la Corte ha dichiarato inammissibili gli altri motivi di ricorso relativi all’autorizzazione all’uso degli autoveicoli e alla determinazione delle somme per il mantenimento. Tali decisioni rientrano nell’apprezzamento discrezionale del giudice di merito e non possono essere contestate in Cassazione se non per vizi di violazione di legge, non per un mero disaccordo sulla valutazione effettuata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza in esame consolida un orientamento favorevole all’utilizzo della procedura di sovraindebitamento familiare come strumento flessibile per la gestione unitaria delle crisi debitorie all’interno dello stesso nucleo. Le conclusioni principali sono due:
1. Requisiti Flessibili per l’Accesso: È sufficiente la comune origine del debito per avviare una procedura unica, senza la necessità di una convivenza formale tra i familiari.
2. Scissione tra Ammissione e Meritevolezza: La valutazione sulla ‘bontà’ della condotta del debitore è posticipata alla fase di esdebitazione. Ciò significa che l’accesso alla liquidazione è più agevole, consentendo di avviare il percorso di risoluzione della crisi senza un preventivo giudizio sulla responsabilità del debitore.
Questa pronuncia rafforza la funzione del Codice della Crisi come strumento volto a dare una seconda possibilità a chi si trova in difficoltà economica, distinguendo nettamente la fase di gestione e liquidazione del patrimonio da quella finale di eventuale liberazione dai debiti.

Quando possono i membri della stessa famiglia presentare un’unica procedura per sovraindebitamento?
La legge consente ai membri della stessa famiglia di presentare un unico progetto di risoluzione della crisi da sovraindebitamento quando sono conviventi o quando il sovraindebitamento ha una origine comune. Le due condizioni sono alternative e non cumulative.

La condotta del debitore (es. negligenza) è rilevante per essere ammessi alla liquidazione controllata?
No, ai fini dell’ammissione alla procedura di liquidazione controllata, la condotta del debitore e le ragioni che hanno causato il sovraindebitamento sono irrilevanti. Questi aspetti, legati alla ‘meritevolezza’, saranno valutati solo nella successiva fase di esdebitazione (liberazione dai debiti residui).

È possibile contestare in Cassazione l’importo stabilito dal giudice per il mantenimento della famiglia del debitore?
No, la determinazione dell’ammontare delle somme da destinare al mantenimento del debitore e della sua famiglia è un apprezzamento discrezionale rimesso all’autorità giudiziaria competente e non è censurabile in sede di legittimità se non per vizi di violazione di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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