LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sostituzione difensore: il compenso è sempre dovuto

La Corte di Cassazione ha stabilito che la nomina di un difensore d’ufficio in sostituzione di quello di fiducia, assente a una singola udienza, non costituisce la nomina di un ‘secondo difensore’. Di conseguenza, non viene meno il diritto del cliente al patrocinio a spese dello Stato e il legale di fiducia ha diritto al compenso per l’attività professionale già svolta (fasi di studio e introduttiva), contrariamente a quanto deciso dai giudici di merito che avevano negato la liquidazione basandosi su un’errata interpretazione della normativa.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile, Procedura Penale

Sostituzione difensore: quando il compenso è comunque dovuto

L’ordinanza in esame affronta un tema cruciale per gli avvocati che assistono clienti ammessi al patrocinio a spese dello Stato: cosa accade al compenso se, per una singola udienza, il legale di fiducia è assente e viene nominato un sostituto d’ufficio? La questione della sostituzione difensore è stata al centro di un’importante pronuncia della Corte di Cassazione, che ha chiarito come tale evento non debba pregiudicare il diritto del professionista a essere retribuito per il lavoro svolto.

I fatti di causa

Un avvocato aveva richiesto la liquidazione dei propri onorari per aver assistito, in regime di patrocinio a spese dello Stato, un detenuto. L’attività professionale consisteva nella presentazione di un’istanza e di una memoria difensiva presso il Magistrato di Sorveglianza. Tuttavia, all’udienza fissata per la discussione, il legale non si era presentato. Il giudice, per garantire il diritto di difesa dell’assistito, aveva quindi nominato un difensore d’ufficio per quella specifica udienza.

Sia il Magistrato di Sorveglianza prima, sia il Tribunale in sede di opposizione poi, avevano rigettato la richiesta di compenso. La loro motivazione si basava sul presupposto che la presenza di due difensori – quello di fiducia e il sostituto d’ufficio – violasse l’articolo 91 del D.P.R. 115/2002, che esclude il beneficio del patrocinio statale se il richiedente è assistito da più di un avvocato. Di conseguenza, secondo i giudici di merito, nessun onorario era dovuto.

L’errata applicazione della normativa sulla sostituzione difensore

L’avvocato ha presentato ricorso per cassazione, lamentando un’errata interpretazione delle norme. Il punto centrale del suo ricorso era la distinzione fondamentale tra la nomina di un secondo difensore e la nomina di un sostituto temporaneo. Secondo il legale, la sua assenza momentanea aveva portato a una mera sostituzione processuale per garantire la continuità del procedimento, non all’aggiunta di un nuovo avvocato alla difesa.

Questa interpretazione si fonda sull’articolo 97, comma 4, del codice di procedura penale, che disciplina proprio i casi in cui il difensore nominato non compare. In tali circostanze, il giudice designa un sostituto per compiere le attività urgenti, ma questo non altera il rapporto fiduciario tra l’assistito e il suo avvocato principale.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno chiarito in modo inequivocabile che la nomina di un sostituto d’ufficio per una singola udienza non equivale all’aggiunta di un secondo difensore. La sostituzione è un meccanismo previsto dall’ordinamento per sopperire a un’assenza temporanea e garantire lo svolgimento del processo, ma opera limitatamente a specifiche attività.

La Corte ha specificato che l’articolo 91 del D.P.R. 115/2002, che esclude il patrocinio in caso di più difensori, si applica quando è lo stesso assistito a nominare un secondo avvocato di fiducia, non quando la nomina avviene d’ufficio per una necessità processuale. La sostituzione, infatti, non comporta né l’aggiunta stabile di un difensore né, tantomeno, fa venir meno il rapporto con il legale originariamente incaricato.

Inoltre, la Cassazione ha aggiunto un principio dirimente: anche qualora si volesse, per assurdo, considerare la coesistenza di due difensori, non si potrebbe comunque negare al legale il compenso per l’attività svolta prima di tale presunta coesistenza. Le fasi di studio della causa e di redazione degli atti introduttivi erano state completate dall’avvocato di fiducia quando era l’unico difensore in carica. Negargli il pagamento per tale lavoro sarebbe stato ingiustificato.

Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione ha cassato il provvedimento impugnato e, decidendo nel merito, ha condannato il Ministero della Giustizia a pagare le somme dovute all’avvocato. La decisione stabilisce un principio di diritto fondamentale: la sostituzione difensore, disposta d’ufficio per la temporanea assenza del legale di fiducia, non incide sul diritto al patrocinio a spese dello Stato. L’avvocato originariamente incaricato mantiene pienamente il diritto a essere compensato per tutta l’attività professionale diligentemente svolta a favore del proprio assistito, consolidando così le tutele per i professionisti che operano in questo delicato settore.

La nomina di un sostituto d’ufficio per un’udienza fa perdere il diritto al patrocinio a spese dello Stato?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la nomina di un sostituto per sopperire all’assenza del difensore di fiducia a una singola udienza è una ‘sostituzione’ e non una ‘aggiunta’ di un secondo difensore. Pertanto, il beneficio del patrocinio a spese dello Stato non viene meno.

Al difensore di fiducia spetta il compenso per l’attività svolta prima della sua assenza in udienza?
Sì. Il compenso per le attività già completate, come la fase di studio e quella introduttiva del procedimento, deve essere riconosciuto e liquidato, poiché svolte quando il legale era l’unico difensore in carica.

Qual è la differenza tra ‘sostituzione’ e ‘nomina di un secondo difensore’?
La ‘sostituzione’ ex art. 97 c.p.p. è un atto del giudice per garantire la difesa in caso di assenza temporanea del legale titolare ed è limitata a specifiche attività. La ‘nomina di un secondo difensore’ è una scelta della parte che affianca stabilmente un altro avvocato a quello già presente; solo quest’ultima ipotesi, salvo eccezioni, è incompatibile con il patrocinio a spese dello Stato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati