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Sosta vietata per guasto: non basta per evitare la multa

Un automobilista ha lasciato il proprio veicolo in sosta vietata per guasto per 37 giorni in una Zona a Traffico Limitato, ricevendo multiple sanzioni. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, affermando che il guasto meccanico non è una scusante sufficiente se l’automobilista non agisce con diligenza per rimuovere il veicolo e avvisare le autorità competenti. La Corte ha sottolineato che vige una presunzione di colpa a carico del trasgressore, il quale ha l’onere di provare la propria assenza di negligenza.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Veicolo in Panne in ZTL: Il Guasto Meccanico Scusa Sempre la Multa?

Un’automobile in panne è un contrattempo che può capitare a chiunque. Ma cosa succede se il guasto avviene in una zona a traffico limitato (ZTL), costringendoci a una sosta vietata per guasto? Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce che l’avaria del veicolo non è un ‘lasciapassare’ per evitare le multe, soprattutto se la situazione non viene gestita con la dovuta diligenza. Analizziamo insieme questo caso per capire quali sono gli obblighi dell’automobilista in queste circostanze.

I Fatti del Caso

Un automobilista si è visto recapitare una serie di verbali dalla Polizia Municipale per aver lasciato il proprio furgone in sosta vietata all’interno della ZTL di una città toscana. La sosta si era protratta per ben 37 giorni. L’uomo si è opposto alle sanzioni, sostenendo di non avere colpa: il veicolo si era guastato improvvisamente e, nonostante i tentativi di riparazione sul posto da parte di un elettrauto e di un meccanico, non era stato possibile riavviarlo. Inoltre, le difficoltà logistiche per l’accesso di un carro attrezzi avevano ritardato ulteriormente la rimozione.

Sia il Giudice di Pace che il Tribunale, tuttavia, avevano respinto le sue opposizioni. I giudici di merito hanno ritenuto che l’automobilista fosse stato negligente, poiché non aveva provveduto a segnalare il problema alle autorità competenti (come la Polizia Municipale) né si era attivato per far rimuovere il veicolo in un tempo ragionevole. Aver lasciato il mezzo in divieto per 37 giorni era stato giudicato un comportamento non conforme ai canoni di ordinaria diligenza.

La Decisione della Corte di Cassazione

L’automobilista ha portato il caso fino in Cassazione, lamentando la violazione di diverse norme, tra cui quella sull’elemento soggettivo dell’illecito amministrativo. La Suprema Corte, però, ha rigettato il ricorso, confermando le sanzioni e condannando il ricorrente al pagamento di un ulteriore contributo unificato. La decisione si fonda su principi chiari in materia di responsabilità per violazioni al Codice della Strada.

Le Motivazioni: la Negligenza Supera l’Esimente del Guasto

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su alcuni punti fondamentali:

1. Presunzione di Colpa: L’art. 3 della Legge n. 689/1981, che disciplina le sanzioni amministrative, stabilisce una presunzione di colpa a carico di chi commette la violazione. Questo significa che non è l’amministrazione a dover provare la colpa del cittadino, ma è il cittadino a dover dimostrare di aver agito senza negligenza. Nel caso di specie, l’automobilista non ha fornito prove sufficienti a superare questa presunzione.

2. Il Dovere di Diligenza: Il guasto meccanico può essere considerato una causa di forza maggiore solo per un periodo di tempo molto breve, quello strettamente necessario per affrontare l’emergenza. Lasciare un veicolo in panne in una zona di sosta vietata per guasto per 37 giorni, senza avvisare la Polizia Municipale o cercare attivamente soluzioni alternative per una rapida rimozione, è stato considerato un comportamento gravemente negligente. Secondo la Corte, un automobilista mediamente diligente si sarebbe attivato diversamente, ad esempio chiedendo assistenza alle autorità per la gestione della rimozione.

3. Irrilevanza del Principio di Non Contestazione: Il ricorrente sosteneva che l’amministrazione non aveva contestato i suoi tentativi di riparazione. La Corte ha respinto questo argomento, chiarendo che il principio di non contestazione si applica solo a fatti noti a entrambe le parti. L’amministrazione non poteva essere a conoscenza dei dettagli delle vicissitudini private dell’automobilista, il quale aveva quindi l’onere di provarle pienamente.

4. Valutazione Unica della Condotta: Infine, la Corte ha specificato che, nonostante le multe fossero state emesse in giorni diversi, la condotta negligente dell’automobilista andava valutata nel suo complesso. L’inerzia protratta nel tempo ha fatto sì che il guasto iniziale perdesse la sua natura di evento eccezionale, trasformandosi in una condotta colposa e ingiustificabile.

Conclusioni: Cosa Imparare da questa Vicenda

Questa ordinanza offre un importante insegnamento pratico per tutti gli automobilisti. Un guasto al veicolo può accadere, ma non esonera automaticamente dalla responsabilità per le infrazioni che ne derivano. La chiave è la diligenza.

In caso di sosta vietata per guasto, specialmente se protratta, è fondamentale:

* Agire prontamente: Contattare immediatamente un servizio di assistenza o un meccanico per la rimozione del veicolo.
* Informare le autorità: Avvisare la Polizia Municipale o altre forze dell’ordine della situazione. Questo non solo dimostra buona fede, ma può anche aiutare a trovare una soluzione, come ottenere un’autorizzazione temporanea o assistenza nella rimozione.

In sintesi, la legge presume che chi viola una norma lo faccia con colpa. Per evitare una sanzione, non basta invocare un imprevisto; bisogna dimostrare di aver fatto tutto il possibile, con ragionevolezza e tempestività, per porre fine alla situazione illecita.

Un guasto improvviso al veicolo giustifica sempre la sosta in divieto?
No, non sempre. Secondo la Corte, il guasto può giustificare la sosta vietata solo per un breve periodo. Se la sosta si protrae, l’automobilista deve dimostrare di aver agito con la massima diligenza per rimuovere il veicolo e risolvere la situazione, ad esempio contattando le autorità competenti.

Chi deve provare la mancanza di colpa in caso di sosta vietata?
L’onere della prova spetta all’automobilista. La legge (art. 3 della L. 689/1981) stabilisce una presunzione di colpa a carico di chi commette l’infrazione. Pertanto, è il trasgressore che deve fornire la prova di aver agito senza colpa.

Perché il principio di non contestazione non è stato applicato ai fatti narrati dall’automobilista?
La Corte ha chiarito che il principio di non contestazione (art. 115 c.p.c.) si applica solo a circostanze che possono essere considerate comuni a entrambe le parti. I tentativi specifici di riparazione e le difficoltà logistiche narrate dall’automobilista erano fatti non noti all’Amministrazione, la quale non aveva quindi l’onere di contestarli specificamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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