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Sospensione termini Covid: accolta opposizione tardiva

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un debitore la cui opposizione a un’esecuzione immobiliare era stata dichiarata inammissibile per tardività. La Corte ha stabilito che la sospensione termini Covid, introdotta dalla legislazione emergenziale, doveva essere applicata, rendendo l’opposizione tempestiva. Il caso è stato rinviato al Tribunale per l’esame nel merito.

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Sospensione Termini Covid: Salva un’Opposizione Considerata Tardiva

La legislazione emergenziale sulla sospensione termini Covid ha avuto un impatto profondo sui procedimenti giudiziari. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale: la sospensione dei termini processuali disposta durante la pandemia si applica anche alle opposizioni agli atti esecutivi, sanando quella che altrimenti sarebbe stata una tardività insanabile. Analizziamo questa importante decisione.

Il Fatto: Un’Opposizione e un Termine Scaduto

Il caso nasce da un’opposizione agli atti esecutivi presentata da una debitrice avverso il decreto di trasferimento di un suo immobile, venduto nell’ambito di una procedura esecutiva. Il decreto le era stato notificato il 25 febbraio 2020. La legge prevede, per questo tipo di opposizione, un termine perentorio di 20 giorni. La debitrice, tuttavia, aveva depositato il suo atto solo il 19 maggio 2020.

Il Tribunale di merito, in prima battuta, aveva considerato l’opposizione tardiva e, di conseguenza, l’aveva dichiarata inammissibile. Secondo il calcolo del Tribunale, i 20 giorni erano ampiamente decorsi. La debitrice, ritenendo errata questa valutazione, ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che il Tribunale non avesse tenuto conto della normativa emergenziale sulla sospensione termini Covid.

Il Principio della Sospensione Termini Covid nelle Esecuzioni

Il cuore della questione giuridica risiedeva nel terzo motivo di ricorso, ritenuto dalla Suprema Corte preliminare e fondato. La ricorrente lamentava la violazione dell’art. 617 c.p.c. per la mancata applicazione delle norme che avevano sospeso i termini processuali a causa della pandemia da Covid-19 (in particolare, l’art. 83 del D.L. n. 18/2020 e l’art. 36 del D.L. n. 23/2020).

Queste disposizioni avevano introdotto un periodo di “congelamento” dei termini per il compimento di qualsiasi atto nei procedimenti civili e penali. La Cassazione ha accolto pienamente questa tesi, chiarendo che tale sospensione doveva essere applicata anche al termine di 20 giorni per proporre opposizione agli atti esecutivi.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha ricostruito meticolosamente il calcolo dei termini. Il termine di 20 giorni aveva iniziato a decorrere il 25 febbraio 2020. Fino all’inizio del periodo di sospensione, fissato al 9 marzo 2020, erano trascorsi 12 giorni. Il periodo di sospensione si è protratto fino all’11 maggio 2020. A partire dal 12 maggio 2020, il termine ha ripreso a decorrere per i restanti 8 giorni.

Il ventesimo e ultimo giorno utile per depositare l’opposizione cadeva, quindi, proprio il 19 maggio 2020. L’opposizione, depositata in quella data, era pertanto tempestiva. La Corte ha evidenziato come il Tribunale avesse errato nel non operare alcun computo della sospensione, dichiarando inammissibile un atto che, invece, era stato correttamente proposto nel rispetto dei termini, così come prorogati dalla legislazione emergenziale.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione è di fondamentale importanza. Essa ribadisce la portata generale delle norme sulla sospensione termini Covid, che miravano a tutelare il diritto di difesa in un periodo di eccezionale difficoltà. Accogliendo il ricorso, la Corte ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa al Tribunale, in persona di un diverso magistrato. Quest’ultimo dovrà ora esaminare l’opposizione nel merito, valutando le presunte irregolarità del procedimento di vendita. La sentenza sottolinea come l’interpretazione delle norme processuali, specialmente quelle emergenziali, debba sempre essere orientata a garantire la massima effettività della tutela giurisdizionale.

La sospensione dei termini processuali per l’emergenza Covid-19 si applicava anche alle opposizioni agli atti esecutivi?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la sospensione dei termini processuali prevista dalla legislazione emergenziale si applicava anche al termine di 20 giorni per proporre opposizione agli atti esecutivi, come previsto dall’art. 617 del codice di procedura civile.

Come si calcola un termine processuale in presenza di un periodo di sospensione?
Il calcolo si effettua in due fasi: si contano i giorni decorsi prima dell’inizio della sospensione, poi si attende la fine del periodo di sospensione e si riprende il conteggio da dove si era interrotto per i giorni rimanenti.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione accoglie un ricorso e cassa una sentenza di inammissibilità?
La Corte annulla la decisione e rinvia la causa al giudice del grado precedente (in questo caso, il Tribunale). Quest’ultimo è obbligato a decidere nuovamente la questione, ma questa volta entrando nel merito della controversia, e deve attenersi al principio di diritto stabilito dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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