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Sospensione sentenza appello: il danno irreparabile

La Corte di Appello ha concesso la sospensione di una sentenza che ordinava l’abbattimento di un albero. Nonostante l’appello non fosse ritenuto palesemente fondato, la decisione si basa sulla valutazione del ‘pregiudizio grave e irreparabile’. La Corte ha stabilito che l’abbattimento dell’albero costituirebbe un danno irreversibile, prevalendo sui disagi, non urgenti, lamentati dalla controparte, giustificando così la sospensione sentenza appello.

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Sospensione Sentenza Appello: Quando il Danno Irreparabile Prevale

La richiesta di sospensione sentenza appello rappresenta un momento cruciale nel processo civile, dove si decide se una decisione di primo grado debba essere eseguita immediatamente o messa in pausa. Un’ordinanza della Corte di Appello di Bologna offre uno spunto fondamentale su come i giudici bilanciano gli interessi delle parti, soprattutto quando l’esecuzione della sentenza comporta conseguenze irreversibili. In questo caso, il destino di un albero è diventato il fulcro di una decisione che privilegia la prevenzione di un danno irreparabile rispetto alla fondatezza dell’appello.

I Fatti del Caso: Un Albero al Centro della Disputa

La controversia nasce tra proprietari di fondi confinanti e riguarda un grande albero di frassino. La parte che ha agito in primo grado lamentava continui disagi, come la caduta massiccia di foglie che ostruivano sistematicamente le grondaie, comportando oneri di manutenzione costanti. Il Tribunale, dopo aver disposto una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), aveva accolto la domanda, ordinando l’abbattimento dell’albero. Il proprietario dell’albero ha quindi proposto appello, chiedendo contestualmente la sospensione dell’esecutività di tale sentenza.

La Valutazione della Corte d’Appello sulla sospensione sentenza appello

La Corte d’Appello si è trovata a dover applicare l’articolo 283 del codice di procedura civile, così come modificato dalla recente Riforma Cartabia. La norma prevede che il giudice possa sospendere l’efficacia esecutiva della sentenza impugnata in presenza di almeno una di queste due condizioni:

1. L’impugnazione appare manifestamente fondata.
2. Dall’esecuzione può derivare un pregiudizio grave e irreparabile.

I giudici hanno chiarito che questi due presupposti sono alternativi. Non è quindi necessario che sussistano entrambi. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che l’appello non fosse ‘manifestamente fondato’, dato che la decisione di primo grado si basava su un’accurata istruttoria e una CTU dettagliata. Tuttavia, l’analisi si è concentrata sul secondo punto: il pregiudizio grave e irreparabile.

Il Bilanciamento degli Interessi

Il cuore della decisione risiede nel bilanciamento tra il danno lamentato da una parte (le foglie nelle grondaie e un potenziale, ma non imminente, pericolo) e il danno che deriverebbe dall’altra parte dall’esecuzione della sentenza (l’abbattimento dell’albero). La Corte ha osservato che ogni esecuzione forzata comporta un danno per chi la subisce. Tuttavia, per giustificare la sospensione, il pregiudizio deve essere ‘superiore a quello necessariamente connesso alla realizzazione del diritto’, riconoscendosi solo in caso di ‘sproporzione’ tra il danno subito e il beneficio ottenuto dalla controparte.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sospensione sulla base dell’evidente irreversibilità degli effetti dell’abbattimento. Tagliare un albero di quelle dimensioni è un atto definitivo. Questo ‘pregiudizio definitivo’ è stato considerato di gravità superiore rispetto ai problemi lamentati dalla controparte. Sebbene la CTU avesse menzionato un potenziale pericolo, aveva anche confermato che l’albero era sano, vigoroso e con un solido apparato radicale, escludendo un’urgenza di intervento per la tutela dell’incolumità pubblica. La Corte ha quindi concluso che l’irreversibilità dell’abbattimento, unita all’assenza di un pericolo concreto e imminente, costituisse quel ‘pregiudizio grave e irreparabile’ richiesto dalla legge per sospendere la sentenza.

Conclusioni: L’Importanza del Pregiudizio Irreversibile

Questa ordinanza ribadisce un principio di grande importanza pratica: la sospensione sentenza appello può essere concessa anche quando le possibilità di vincere il merito dell’appello sono incerte. Se l’esecuzione della sentenza di primo grado causa un danno che non può essere annullato o risarcito in futuro, il giudice d’appello è incline a ‘congelare’ la situazione per evitare conseguenze definitive. La decisione sottolinea come il concetto di ‘irreparabilità’ sia fondamentale e possa prevalere, in un’attenta valutazione comparativa, su altre considerazioni, garantendo che la tutela cautelare risponda alla sua funzione primaria: evitare che la durata del processo causi un danno che la sentenza finale, per quanto favorevole, non potrebbe più rimediare.

È necessario che l’appello sia palesemente fondato per ottenere la sospensione della sentenza di primo grado?
No. Secondo l’ordinanza, in base al nuovo testo dell’art. 283 c.p.c., la sospensione può essere concessa alternativamente se l’appello è ‘manifestamente fondato’ OPPURE se dall’esecuzione può derivare un ‘pregiudizio grave e irreparabile’.

Cosa si intende per ‘pregiudizio grave e irreparabile’ in questo caso specifico?
Nel caso esaminato, il pregiudizio grave e irreparabile è stato identificato nell’abbattimento di un albero di grandi dimensioni. Tale azione è considerata irreversibile e definitiva, un danno che non potrebbe essere sanato in seguito, a differenza dei problemi (come la pulizia delle grondaie) che non hanno lo stesso carattere di definitività.

La Corte ha ritenuto che l’albero non fosse affatto pericoloso?
Non esattamente. La Corte ha preso atto che, secondo la perizia tecnica (CTU), non vi erano elementi per ritenere urgente l’abbattimento a tutela dell’incolumità delle persone. Sebbene un rischio teorico esistesse, l’albero risultava sano e con un solido apparato radicale, rendendo il pericolo non imminente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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