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Sospensione sentenza appello: il caso del condominio

La Corte d’Appello ha concesso la sospensione parziale della sentenza di primo grado in un caso di risarcimento danni condominiali. La decisione si basa sulla manifesta fondatezza dell’appello, poiché un singolo condomino può richiedere solo la propria quota di danno. La sospensione sentenza appello è stata quindi accolta per l’importo eccedente la quota spettante all’appellato e un’altra somma dovuta.

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Sospensione Sentenza Appello: Quando e Come si Ottiene in Condominio

La sospensione sentenza appello è uno strumento cruciale per chi impugna una condanna di primo grado e vuole evitarne l’esecuzione immediata. Un’ordinanza recente della Corte d’Appello di Firenze offre un chiaro esempio pratico di come questo meccanismo funzioni, specialmente in un complesso contesto di risarcimento danni condominiali. Analizziamo insieme la vicenda e i principi legali applicati.

I Fatti del Caso: Una Condanna per Danni Condominiali

La vicenda trae origine da una sentenza di primo grado che condannava un soggetto, in solido con altri, al risarcimento dei danni subiti dalle parti comuni di un edificio. La parte condannata decideva di impugnare la decisione e, contestualmente, di chiedere alla Corte d’Appello di sospenderne l’efficacia esecutiva, per evitare di dover pagare la somma stabilita prima della decisione finale sull’appello.

La Procedura per la sospensione sentenza appello

La parte appellante ha presentato un’istanza di inibitoria ai sensi dell’art. 283 del Codice di Procedura Civile. La Corte, inizialmente, aveva respinto una prima richiesta urgente (emessa inaudita altera parte), per poi riesaminare la questione nel contraddittorio tra le parti, attraverso lo scambio telematico di note scritte. L’analisi della Corte si è concentrata sulla sussistenza del cosiddetto fumus boni iuris, ovvero sulla manifesta fondatezza, almeno parziale, dei motivi di appello.

La Decisione della Corte d’Appello: Accoglimento Parziale

La Corte d’Appello ha deciso di accogliere solo parzialmente la richiesta di sospensione. Ha stabilito che l’esecutività della sentenza di primo grado dovesse essere sospesa, ma solo per la somma eccedente un importo specifico, calcolato in 8.770,98 euro. Questa decisione significa che la parte appellante rimaneva obbligata a pagare una parte della condanna, mentre il pagamento del residuo veniva congelato in attesa dell’esito del giudizio di appello.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione di un consolidato principio giurisprudenziale in materia condominiale. La Corte ha osservato che, secondo la Cassazione (sent. n. 11606/2022), quando un singolo condomino agisce in giudizio per il risarcimento dei danni alle parti comuni, in assenza di un titolo che gli conferisca la rappresentanza degli altri, può ottenere solo il risarcimento corrispondente alla propria quota millesimale sull’intero danno.

Nel caso specifico, i condomini che avevano agito in primo grado detenevano una quota millesimale che, rapportata al danno totale, dava diritto a un risarcimento di 3.705,06 euro. L’appello, pertanto, appariva ictu oculi (a prima vista) fondato per tutta la parte di condanna che superava tale importo (oltre a un’altra somma non contestata di 5.065,92 euro). È proprio su questa base che la Corte ha ritenuto sussistenti i presupposti per una sospensione sentenza appello parziale, giudicando l’impugnazione ‘manifestamente fondata’ per l’eccedenza, senza neppure la necessità di provare un pregiudizio grave e irreparabile.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un punto fondamentale: la richiesta di sospensione di una sentenza non è un atto formale, ma richiede una delibazione sommaria sulla fondatezza dell’appello. In ambito condominiale, essa chiarisce che il diritto del singolo condomino al risarcimento per danni alle parti comuni è limitato alla sua quota, un principio che può avere un impatto decisivo sull’esito di un’istanza di inibitoria. La decisione mostra come la tutela cautelare in appello possa essere modulata dal giudice, bilanciando il diritto del creditore a una rapida esecuzione con il diritto dell’appellante a non subire gli effetti di una sentenza potenzialmente errata.

Quando si può chiedere la sospensione dell’esecutività di una sentenza di primo grado?
Secondo l’ordinanza, la sospensione può essere concessa quando l’impugnazione appare manifestamente fondata, cioè quando la sentenza di primo grado sembra affetta da errori evidenti, anche in assenza di un comprovato pregiudizio grave e irreparabile per chi la richiede.

Un singolo condomino può chiedere il risarcimento dell’intero danno alle parti comuni dell’edificio?
No. In base al principio richiamato dalla Corte, se un singolo condomino agisce in giudizio senza un idoneo titolo che lo legittimi a rappresentare l’intera comunione, può ottenere solo il risarcimento corrispondente alla sua quota parte sull’intero danno.

In questo caso, perché la sospensione della sentenza è stata solo parziale?
La sospensione è stata parziale perché la Corte ha ritenuto l’appello manifestamente fondato solo per la parte della condanna che superava la quota di danno spettante ai condomini che avevano agito in giudizio, oltre ad un’altra somma. Pertanto, l’esecutività è stata sospesa solo per l’importo eccedente la cifra ritenuta verosimilmente dovuta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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