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Sospensione sanzione: la Cassazione accoglie il ricorso

La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha concesso la sospensione di una sanzione disciplinare di due mesi a carico di due avvocati. La sanzione era stata inflitta dal Consiglio Nazionale Forense per violazioni deontologiche legate a un’accusa penale. La Corte ha accolto l’istanza cautelare per evitare che i legali scontassero interamente la pena prima della discussione del loro ricorso, ravvisando la necessità di un approfondimento nel merito.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sospensione Sanzione: la Cassazione blocca la pena per due avvocati

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite è intervenuta su un caso di responsabilità disciplinare, concedendo la sospensione di una sanzione a due legali. La decisione sottolinea l’importanza del principio di cautela per evitare che un provvedimento afflittivo produca effetti irreversibili prima ancora che il ricorso nel merito venga discusso.

Il Contesto del Ricorso e la Sanzione Originaria

La vicenda trae origine da una decisione del Consiglio Nazionale Forense (CNF), che aveva confermato la responsabilità di due avvocati per la violazione di diversi articoli del codice deontologico. Le contestazioni erano collegate a un’imputazione in sede penale per il reato di circonvenzione di persona incapace, in relazione a un contratto di compravendita.

Il CNF aveva inflitto ai due professionisti la sanzione disciplinare della sospensione dall’esercizio della professione per un periodo di due mesi. Ritenendo ingiusta tale decisione, i legali hanno impugnato la sentenza del CNF dinanzi alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, presentando undici motivi di ricorso.

L’Istanza per la Sospensione della Sanzione

Parallelamente al ricorso di merito, i due avvocati hanno presentato un’istanza cautelare urgente, chiedendo la sospensione della sanzione disciplinare. La richiesta si fondava su un presupposto fondamentale: il periculum in mora, ovvero il pericolo derivante dal ritardo.

I ricorrenti hanno evidenziato che il provvedimento disciplinare era già in corso di esecuzione. Poiché l’udienza per la discussione del loro ricorso era stata fissata a diversi mesi di distanza, esisteva il rischio concreto che la sanzione di due mesi venisse interamente scontata prima che la Corte potesse esprimersi sulla legittimità della stessa. Questo avrebbe reso di fatto inutile un’eventuale successiva decisione di annullamento, causando un pregiudizio grave e irreparabile.

La Posizione delle Controparti

Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati territoriale si è costituito in giudizio opponendosi all’istanza di sospensione. Di parere opposto, invece, l’Avvocato Generale presso la Corte di Cassazione, che ha espresso parere favorevole all’accoglimento della richiesta cautelare.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Le Sezioni Unite hanno accolto l’istanza, ordinando la sospensione dell’esecuzione della sentenza del CNF. La Corte ha basato la sua decisione su una valutazione ponderata degli interessi in gioco. In primo luogo, ha riconosciuto la fondatezza del timore dei ricorrenti: il rischio che la sanzione si esaurisse prima della definizione del giudizio era reale e concreto.

In secondo luogo, pur senza entrare nel merito della questione, la Corte ha osservato che i motivi di impugnazione sollevati dai legali apparivano, a una prima sommaria analisi, “meritevoli di approfondimento in sede di discussione orale”. Questa considerazione, unita al parere favorevole del Pubblico Ministero e alla necessità di evitare che la tutela giurisdizionale si riveli tardiva e inefficace, ha spinto i giudici a concedere la misura cautelare richiesta. La decisione di sospendere l’esecuzione è stata presa “impregiudicata ogni questione in ordine al fondamento dei motivi di impugnazione”.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame ribadisce un principio cruciale del nostro sistema processuale: la tutela cautelare serve a garantire che la durata del processo non vada a danno della parte che ha ragione. Nel contesto disciplinare forense, questo significa che, in presenza di un rischio di pregiudizio grave e di motivi di ricorso non manifestamente infondati, l’esecuzione di una sanzione può e deve essere sospesa. La decisione assicura che il diritto di difesa dei professionisti sia effettivo, consentendo loro di attendere la pronuncia definitiva della Corte di Cassazione prima di subire le conseguenze di un provvedimento disciplinare la cui legittimità è ancora sub iudice.

Per quale motivo gli avvocati hanno richiesto la sospensione della sanzione?
Hanno richiesto la sospensione per il pericolo che la sanzione disciplinare di due mesi venisse interamente scontata prima della data fissata per la discussione del loro ricorso, rendendo così inutile un eventuale accoglimento dello stesso.

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione?
La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha accolto l’istanza e ha sospeso l’esecuzione della sentenza del Consiglio Nazionale Forense che applicava la sanzione disciplinare.

Su quali basi la Corte ha fondato la sua decisione?
La decisione si è basata sulla necessità di evitare un pregiudizio grave e irreparabile per i ricorrenti, sul parere favorevole del Pubblico Ministero e sul fatto che i motivi del ricorso apparivano meritevoli di un approfondimento nella successiva udienza di discussione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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