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Sospensione sanzione disciplinare: quando è negata?

La Corte di Cassazione ha rigettato l’istanza di un avvocato volta a ottenere la sospensione di una sanzione disciplinare di due mesi. La sanzione era stata inflitta per tre diverse condotte illecite, tra cui l’uso di un termine denigratorio. La Corte ha ritenuto la richiesta di sospensione sanzione disciplinare manifestamente infondata, specificando che la lesione all’onorabilità è una conseguenza intrinseca di ogni sanzione e non può, da sola, giustificarne la sospensione, altrimenti nessuna sanzione sarebbe immediatamente esecutiva.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sospensione Sanzione Disciplinare: Quando la Cassazione Dice No

La richiesta di sospensione di una sanzione disciplinare è un passo delicato nella carriera di un professionista. Tuttavia, non basta lamentare un danno all’onore per bloccare l’efficacia di un provvedimento. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha ribadito i paletti per la concessione di tale misura cautelare, respingendo la tesi “paradossale” secondo cui ogni sanzione, in quanto lesiva, andrebbe sospesa.

I Fatti del Caso: Tre Condotte Illecite

Il Consiglio Nazionale Forense aveva irrogato a un avvocato la sanzione della sospensione dall’esercizio della professione per due mesi. La decisione si fondava sull’accertamento di tre distinte condotte illecite:

1. Violazioni fiscali: L’avvocato aveva incassato onorari professionali senza emettere la relativa fattura o parcella.
2. Comportamento sconveniente: Aveva rivolto espressioni offensive e inopportune a un collega all’interno degli uffici giudiziari.
3. Atto discriminatorio: Su un proprio fascicolo processuale, per identificare una controparte di origine nigeriana, aveva apposto la parola “negro”, un atto che il CNF ha interpretato come espressione di una volontà ingiuriosa.

Contro questa decisione, il legale ha proposto ricorso per cassazione, chiedendo contestualmente la sospensione dell’esecutività della sanzione.

La Richiesta di Sospensione Sanzione Disciplinare e la Decisione della Cassazione

L’avvocato ha cercato di ottenere una misura cautelare per bloccare gli effetti della sospensione in attesa del giudizio di legittimità. Tuttavia, la Corte di Cassazione, decidendo a Sezioni Unite, ha respinto con fermezza la sua istanza, ritenendola “manifestamente infondata”. Il Consiglio dell’Ordine di appartenenza, pur essendo parte del procedimento, non si è costituito in giudizio.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha basato il suo rigetto su tre argomentazioni principali, fornendo un’importante lezione sui presupposti della tutela cautelare in ambito disciplinare.

1. Mancanza di Fondatezza del Ricorso: Innanzitutto, i motivi di ricorso presentati dall’avvocato non sono apparsi, a una prima analisi (prima facie), manifestamente fondati. Questo è il primo, fondamentale, requisito per sperare in una sospensione: deve esistere un’apparenza di fondatezza giuridica dell’impugnazione (fumus boni iuris).

2. Genericità del Danno Irreversibile: In secondo luogo, il legale ha prospettato il pericolo di subire “danni irreversibili” in termini estremamente generici. Per ottenere una misura cautelare, non basta affermare l’esistenza di un pregiudizio, ma è necessario dimostrare in modo specifico e concreto in cosa consista il danno grave e irreparabile che si subirebbe dall’immediata esecuzione del provvedimento (periculum in mora).

3. Il Rigetto della “Tesi Paradossale” sull’Onorabilità: Il punto cruciale della decisione riguarda l’argomento del ricorrente secondo cui la sanzione doveva essere sospesa per il solo fatto di nuocere alla sua onorabilità. La Cassazione ha definito questa tesi “paradossale”. Accoglierla, spiegano i giudici, porterebbe a una conseguenza illogica: nessuna sanzione disciplinare potrebbe mai essere eseguita immediatamente se impugnata, perché “qualsiasi sanzione sarebbe, per il solo fatto di essere irrogata, di per sé lesiva dell’onorabilità del condannato”. Questo principio, se accettato, paralizzerebbe di fatto l’intero sistema disciplinare, vanificando la funzione afflittiva ed esemplare della sanzione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza delle Sezioni Unite consolida un principio fondamentale: la lesione della reputazione e dell’onore professionale è una conseguenza naturale e inevitabile di una sanzione disciplinare, non un’anomalia che ne giustifica la sospensione automatica. Per ottenere la sospensione di una sanzione disciplinare, il professionista deve dimostrare non solo che il suo ricorso ha buone probabilità di essere accolto nel merito, ma anche che l’esecuzione immediata della sanzione gli causerebbe un pregiudizio specifico, concreto e non altrimenti riparabile. Un’affermazione generica sul danno alla propria immagine non è, e non sarà, sufficiente.

Per quali motivi un avvocato può ricevere una sanzione disciplinare come la sospensione?
Sulla base del caso in esame, una sanzione disciplinare può essere inflitta per condotte illecite variegate, tra cui l’aver incassato onorari senza emettere fattura, l’aver usato espressioni offensive verso un collega in tribunale e l’aver utilizzato termini denigratori e ingiuriosi per identificare una controparte.

La lesione all’onorabilità è un motivo sufficiente per ottenere la sospensione di una sanzione disciplinare?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la lesione all’onorabilità è una conseguenza intrinseca e inevitabile di qualsiasi sanzione. Accettarla come motivo di sospensione porterebbe all’illogica conseguenza di rendere ineseguibile ogni provvedimento disciplinare impugnato, vanificandone lo scopo.

Quali sono i requisiti per ottenere la sospensione cautelare di una sanzione disciplinare?
Dal provvedimento si evince che per ottenere la sospensione è necessario che i motivi di ricorso appaiano ‘prima facie’ manifestamente fondati e che il pericolo di subire danni irreversibili sia prospettato in termini specifici e concreti, non generici.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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