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Sospensione prescrizione: no con omessa dichiarazione

Un ente previdenziale ha agito contro uno studio medico per il recupero di contributi non versati, sostenendo che l’omessa dichiarazione dei redditi da parte dello studio avesse causato la sospensione della prescrizione. La Corte di Cassazione ha rigettato questa tesi, chiarendo che la semplice omissione dichiarativa non integra un “occultamento doloso” idoneo a sospendere il decorso del tempo. Per la sospensione prescrizione è necessaria una condotta attiva del debitore volta a nascondere il debito, non una mera difficoltà di accertamento per il creditore.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Sospensione Prescrizione: l’Omessa Dichiarazione non Basta

L’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi da parte di un debitore non è sufficiente a determinare la sospensione prescrizione dei contributi previdenziali dovuti. Questo importante principio è stato ribadito dalla Corte di Cassazione in una recente ordinanza, che ha chiarito la distinzione tra la mera difficoltà per il creditore di accertare il proprio diritto e l’impossibilità giuridica di farlo valere, unica condizione che impedisce il decorrere della prescrizione.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla richiesta di pagamento di contributi previdenziali avanzata da un ente di previdenza nei confronti di uno studio medico per gli anni dal 2005 al 2009. Lo studio si opponeva alla richiesta, eccependo l’avvenuta prescrizione dei crediti relativi al periodo 2005-2007. L’ente, dal canto suo, sosteneva che il termine di prescrizione dovesse considerarsi sospeso a causa del comportamento del debitore, che non aveva mai inviato le necessarie dichiarazioni reddituali, configurando un’ipotesi di occultamento doloso del debito.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione allo studio medico, ritenendo prescritti i contributi più datati. La questione è quindi giunta all’esame della Corte di Cassazione.

Il Principio di Diritto sulla Sospensione Prescrizione

Il cuore della controversia ruota attorno all’interpretazione dell’articolo 2941, numero 8, del Codice Civile, che prevede la sospensione della prescrizione quando il debitore ha dolosamente occultato l’esistenza del debito. L’ente creditore sosteneva che la mancata comunicazione dei dati sul fatturato costituisse, di per sé, una violazione di un obbligo di legge tale da integrare questa fattispecie.

La Cassazione, tuttavia, ha rigettato tale interpretazione, allineandosi al suo consolidato orientamento. Gli Ermellini hanno precisato che l’impossibilità di far valere un diritto, che secondo l’art. 2935 c.c. impedisce il decorrere della prescrizione, è solo quella che deriva da cause giuridiche. Gli ostacoli di mero fatto, come l’ignoranza del creditore sull’esistenza del suo diritto o la difficoltà nel suo accertamento, non sono rilevanti a tal fine.

Le Motivazioni della Decisione

Secondo la Corte, per aversi una valida causa di sospensione prescrizione per occultamento doloso, è necessario che il debitore ponga in essere una condotta intenzionale volta a nascondere l’esistenza dell’obbligazione, tale da creare per il creditore una vera e propria impossibilità di agire. Non basta una mera difficoltà di accertamento.

Nel caso specifico, il semplice “mancato invio della necessaria dichiarazione reddituale”, in assenza di altri atti di natura fraudolenta, non ha determinato un’impossibilità assoluta per l’ente di accertare il credito. L’ente stesso, infatti, come emerso dagli atti, aveva la possibilità di esercitare i propri poteri ispettivi e di richiedere i dati di fatturato direttamente alle amministrazioni sanitarie pubbliche, superando così l’inerzia del debitore. Poiché il creditore non era impossibilitato ad agire, ma ha semplicemente incontrato una difficoltà superabile con l’ordinaria diligenza, non sussistono i presupposti per la sospensione della prescrizione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione conferma un principio fondamentale: il creditore non può rimanere inerte confidando in una automatica sospensione dei termini di prescrizione in caso di omissioni dichiarative del debitore. È tenuto a un comportamento attivo, utilizzando tutti gli strumenti a sua disposizione per accertare e riscuotere il proprio credito. Per il debitore, sebbene l’omissione dichiarativa non sospenda la prescrizione, essa costituisce comunque un illecito che può comportare altre sanzioni. Ai fini della prescrizione, però, solo un comportamento attivo e fraudolento, volto a ingannare il creditore sull’esistenza stessa del debito, può giustificare la sospensione del termine.

La semplice omissione della dichiarazione dei redditi sospende la prescrizione dei contributi previdenziali?
No, secondo la Corte di Cassazione, la sola omissione della dichiarazione non costituisce “occultamento doloso” e quindi non è una causa valida per la sospensione della prescrizione.

Cosa si intende per “occultamento doloso” ai fini della sospensione della prescrizione?
Si intende una condotta intenzionale del debitore volta a nascondere al creditore l’esistenza dell’obbligazione, creando una vera e propria impossibilità di agire, e non una semplice difficoltà di accertamento del credito.

Cosa avrebbe dovuto fare l’ente creditore per non incorrere nella prescrizione?
L’ente creditore avrebbe dovuto attivarsi con gli strumenti a sua disposizione, come richiedere i dati di fatturato alle amministrazioni sanitarie pubbliche, per accertare l’esistenza del credito senza attendere la dichiarazione del debitore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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