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Sospensione feriale termini: si applica all’espulsione

Un cittadino straniero impugna un decreto di espulsione. Il ricorso è dichiarato inammissibile perché tardivo. La Cassazione interviene, affermando che la sospensione feriale termini si applica anche a questi procedimenti, rendendo il ricorso tempestivo. La Corte cassa l’ordinanza e rinvia al giudice di primo grado.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sospensione feriale termini: la Cassazione conferma l’applicazione ai ricorsi contro l’espulsione

Con l’ordinanza n. 5645/2024, la Corte di Cassazione è tornata su un tema cruciale della procedura civile applicata al diritto dell’immigrazione: l’operatività della sospensione feriale termini nei procedimenti di impugnazione dei decreti di espulsione. La decisione riafferma un principio consolidato, garantendo una tutela procedurale fondamentale per i cittadini stranieri.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dal ricorso di un cittadino straniero contro un decreto di espulsione emesso dal Prefetto di Monza e Brianza. Il provvedimento gli era stato notificato il 3 agosto 2022. Lo straniero aveva impugnato tale decreto davanti al Giudice di Pace, depositando il ricorso in data 7 settembre 2022.

Il Giudice di Pace di Monza, tuttavia, aveva dichiarato il ricorso inammissibile. Secondo il giudice di primo grado, il ricorso era stato presentato tardivamente, ovvero 35 giorni dopo la notifica, superando così il termine perentorio di 30 giorni previsto dalla legge. Il giudice aveva ritenuto che la sospensione feriale termini, che congela i termini processuali dal 1° al 31 agosto, non si applicasse a questo tipo di controversia.

Contro questa decisione, lo straniero ha proposto ricorso per cassazione, lamentando la violazione della legge sulla sospensione feriale.

La questione giuridica e la sospensione feriale termini

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione della Legge n. 742/1969. Questa legge stabilisce, come regola generale, la sospensione di tutti i termini processuali durante il periodo feriale. L’articolo 3 della stessa legge elenca però una serie di procedimenti, considerati urgenti, ai quali la sospensione non si applica.

Il Giudice di Pace aveva implicitamente considerato il procedimento di impugnazione del decreto di espulsione come una di queste eccezioni. La difesa del ricorrente, al contrario, ha sostenuto che, non essendo tale procedimento esplicitamente menzionato nell’elenco delle esclusioni, dovesse valere la regola generale della sospensione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi del ricorrente, definendo la sua censura “fondata”. Gli Ermellini hanno ribadito un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato, citando diverse sentenze precedenti (Cass. 25659/2010; Cass. 26968/2018; Cass. 30647/2022).

Il ragionamento della Corte si basa su due pilastri fondamentali:

1. Tassatività delle eccezioni: La norma che esclude l’applicazione della sospensione feriale termini (art. 3 della L. 742/1969) ha carattere eccezionale. Come tale, non può essere oggetto di interpretazione analogica o estensiva. Se il legislatore avesse voluto escludere i ricorsi contro i decreti di espulsione, lo avrebbe dovuto indicare espressamente.
2. Applicabilità della regola generale: In assenza di una specifica esclusione, al procedimento di impugnazione del decreto di espulsione si applica la regola generale della sospensione.

Di conseguenza, il calcolo dei termini effettuato dal Giudice di Pace era errato. Il termine di 30 giorni per l’impugnazione, iniziato a decorrere il 3 agosto 2022, è stato sospeso fino al 31 agosto per poi riprendere dal 1° settembre. Pertanto, il ricorso depositato il 7 settembre 2022 risultava pienamente tempestivo.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La Corte ha quindi cassato l’ordinanza impugnata e ha rinviato la causa al Giudice di Pace di Monza per l’esame del merito. Questa decisione non è solo una vittoria per il singolo ricorrente, ma rafforza un principio di garanzia fondamentale. Stabilisce chiaramente che anche nei procedimenti che riguardano lo status degli stranieri, le regole procedurali generali, come la sospensione feriale termini, devono essere rispettate, salvo espressa deroga legislativa. Ciò garantisce uniformità di trattamento e certezza del diritto, evitando interpretazioni restrittive che potrebbero pregiudicare il diritto di difesa.

Si applica la sospensione feriale dei termini ai ricorsi contro i decreti di espulsione?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la sospensione dei termini processuali nel periodo feriale (1-31 agosto) è pienamente applicabile ai procedimenti di impugnazione dei decreti di espulsione amministrativa dello straniero.

Perché il procedimento di impugnazione dell’espulsione non è escluso dalla sospensione feriale?
Risposta: Perché tale procedimento non rientra nell’elenco tassativo delle materie escluse dalla sospensione, previsto dall’art. 3 della legge n. 742 del 1969. Secondo la Corte, questa norma è eccezionale e non può essere interpretata in modo estensivo o analogico.

Cosa succede se un ricorso contro un’espulsione notificata ad agosto viene depositato a settembre, oltre 30 giorni dopo la notifica?
Risposta: Se il deposito avviene entro i primi giorni di settembre, il ricorso è da considerarsi tempestivo. Il termine di 30 giorni, infatti, rimane “congelato” durante il mese di agosto e ricomincia a decorrere dal 1° settembre, come stabilito in questa ordinanza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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