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Sospensione contratto a progetto: illegittima senza prova

Un ente pubblico sospendeva un contratto a progetto per riduzione di fondi regionali, risolvendolo solo un anno dopo con la cessazione formale del finanziamento. La lavoratrice ha impugnato la sospensione. La Cassazione ha confermato l’illegittimità della sospensione del contratto a progetto, stabilendo che la semplice riduzione dei fondi, non prevista come causa di sospensione dal contratto, non giustificava l’interruzione del rapporto. L’ente è stato condannato al risarcimento del danno per il periodo di sospensione illegittima, poiché la revoca ufficiale dei fondi non poteva avere effetto retroattivo.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sospensione Contratto a Progetto: quando è illegittima per calo di fondi

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato il delicato tema della sospensione del contratto a progetto a causa della riduzione di finanziamenti pubblici. Questa pronuncia offre chiarimenti fondamentali per datori di lavoro e collaboratori, stabilendo che una sospensione unilaterale non è legittima se non è supportata da una formale e provata cessazione dei fondi e da specifiche previsioni contrattuali. Analizziamo i dettagli del caso e i principi affermati dai giudici.

I Fatti di Causa

Una collaboratrice aveva stipulato un contratto di lavoro a progetto con un ente pubblico non economico, la cui durata era vincolata al completamento del progetto e comunque non oltre una data prestabilita. A circa un anno dall’inizio del rapporto, l’ente comunicava alla lavoratrice la sospensione del contratto a causa di una riduzione dei finanziamenti erogati dalla Regione.

Circa un anno dopo, l’ente deliberava la risoluzione definitiva del contratto, in seguito a una delibera della Giunta Regionale che aveva formalmente revocato i finanziamenti. La lavoratrice ha quindi agito in giudizio, chiedendo il pagamento delle retribuzioni per le prestazioni già svolte e il risarcimento del danno per il compenso che avrebbe percepito durante il periodo di illegittima sospensione.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello, riformando parzialmente la sentenza di primo grado, ha operato una distinzione cruciale. Ha ritenuto che il rapporto di lavoro si fosse validamente risolto solo a partire dalla data della delibera regionale di revoca dei fondi, poiché il contratto prevedeva questa eventualità come causa di risoluzione.

Tuttavia, ha considerato illegittima la sospensione unilaterale disposta dall’ente nel periodo precedente a tale delibera. Di conseguenza, ha condannato l’ente a risarcire il danno alla lavoratrice, pari ai compensi che avrebbe percepito dal giorno della sospensione fino alla data della legittima risoluzione del contratto.

Le Motivazioni della Cassazione sulla Sospensione Contratto a Progetto

L’ente ha proposto ricorso in Cassazione, ma la Suprema Corte lo ha rigettato, confermando la decisione d’appello e consolidando importanti principi in materia di sospensione contratto a progetto.

Il punto centrale della decisione riguarda l’interpretazione del contratto. I giudici di merito avevano stabilito, con una valutazione logica e plausibile non sindacabile in sede di legittimità, che le clausole contrattuali non giustificavano la sospensione. In particolare:

1. Distinzione tra “riduzione” e “cessazione” dei fondi: Il contratto prevedeva la risoluzione solo in caso di “sospensione” o “cessazione” del finanziamento, non per una semplice “riduzione”. La comunicazione di sospensione del rapporto, basata sulla sola riduzione, era quindi priva di fondamento contrattuale.
2. Mancanza di effetto retroattivo: La delibera regionale che ha formalmente revocato i fondi è intervenuta un anno dopo l’inizio della sospensione. La Corte ha chiarito che tale delibera non poteva avere effetto retroattivo per sanare l’illegittimità della sospensione iniziale. Fino a quel momento, la sospensione era una decisione unilaterale del datore di lavoro non supportata da una valida giustificazione.
3. Onere della prova: La Corte ha sottolineato che la sospensione del rapporto di lavoro non era sorretta da alcuna precedente e formale determinazione di sospensione dei finanziamenti. L’interpretazione data dalla Corte d’Appello era una delle possibili e plausibili letture del contratto, e non spetta alla Cassazione sostituirla con una diversa.

Le Conclusioni della Corte

La Cassazione ha concluso che la sospensione unilaterale del rapporto era illegittima e, pertanto, il datore di lavoro era tenuto a risarcire il danno. Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il datore di lavoro non può sospendere un contratto a progetto basandosi su difficoltà economiche o riduzioni di finanziamento non ancora formalizzate, a meno che tale possibilità non sia espressamente e chiaramente prevista nel contratto individuale. La tutela del lavoratore prevale sull’incertezza legata all’erogazione di fondi esterni, ponendo a carico del datore di lavoro il rischio connesso alla gestione finanziaria del progetto.

Un datore di lavoro può sospendere un contratto a progetto per una semplice riduzione dei finanziamenti?
No. Secondo la sentenza, se il contratto prevede la risoluzione solo per “sospensione” o “cessazione” dei finanziamenti, una mera “riduzione” non è una causa sufficiente per sospendere unilateralmente il rapporto di lavoro.

La delibera di revoca dei finanziamenti ha effetto retroattivo sulla sospensione del rapporto di lavoro?
No. La Corte ha stabilito che la delibera formale di revoca dei fondi produce effetti solo dal momento della sua emanazione e non può essere usata per giustificare retroattivamente una sospensione avvenuta in precedenza.

Cosa deve provare il datore di lavoro per giustificare la sospensione di un contratto legato a finanziamenti esterni?
Il datore di lavoro deve dimostrare che la sospensione è basata su una causa prevista esplicitamente nel contratto e che l’evento giustificativo (come la cessazione formale dei finanziamenti) si è già verificato al momento della comunicazione della sospensione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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