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Sopraelevazione in aderenza: la Cassazione decide

Una controversia tra vicini per una sopraelevazione in aderenza arriva in Cassazione. La Corte Suprema cassa la decisione d’appello che aveva erroneamente applicato un regolamento edilizio del 1996 a una costruzione del 1994. Il principio chiave affermato è che la legittimità di un’opera si valuta in base alle norme vigenti al momento della sua realizzazione, non a quelle successive. Il caso viene rinviato per un nuovo esame.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Sopraelevazione in Aderenza: Vince la Legge del Tempo, non Quella Successiva

La costruzione di una sopraelevazione in aderenza al confine con un vicino è una delle questioni più complesse e frequenti nel diritto immobiliare. Quale regolamento edilizio si deve applicare? Quello in vigore al momento della costruzione o uno entrato in vigore successivamente? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito una risposta chiara e fondamentale: la legittimità di un’opera edilizia si giudica in base alle norme vigenti al momento della sua realizzazione. Un principio che riafferma la certezza del diritto e tutela chi costruisce nel rispetto delle regole del suo tempo.

I Fatti: La Controversia sulla Sopraelevazione

La vicenda nasce dalla decisione di due proprietari di sopraelevare la propria abitazione, costruita in aderenza a quella dei vicini. I vicini, ritenendo che la nuova costruzione violasse la distanza di cinque metri dal confine prescritta dal piano regolatore locale, hanno citato in giudizio i costruttori chiedendo la demolizione dell’opera e il risarcimento dei danni.

I costruttori si sono difesi sostenendo di avere il diritto di sopraelevare in aderenza, come consentito dal Codice Civile e da un precedente accordo tra i danti causa. Inoltre, hanno presentato una domanda riconvenzionale, accusando a loro volta i vicini di aver realizzato tre manufatti abusivi a distanza non legale dal confine.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione ai vicini che lamentavano la violazione delle distanze. La Corte d’Appello, in particolare, ha commesso un errore decisivo: ha applicato alla costruzione, realizzata tra il 1994 e il 1995, un regolamento edilizio comunale approvato solo nel 1996. Questo nuovo regolamento subordinava la possibilità di costruire in aderenza a una richiesta congiunta di titolo edilizio da parte dei confinanti, condizione che nel caso di specie mancava. Basandosi su questa norma non ancora in vigore all’epoca dei fatti, i giudici di merito hanno concluso per l’illegittimità della sopraelevazione.

L’Analisi della Cassazione sulla Sopraelevazione in Aderenza

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente la prospettiva, accogliendo il ricorso dei costruttori. Il punto centrale della decisione è il principio del tempus regit actum, ovvero ‘il tempo regola l’atto’. La legittimità di un’opera non può essere valutata sulla base di una legge posteriore, specialmente se più restrittiva.

L’Errore della Retroattività

I giudici supremi hanno chiarito che la Corte d’Appello ha errato nell’applicare retroattivamente il regolamento edilizio del 1996. Al momento della costruzione (1994-1995), tale regolamento non esisteva. La normativa all’epoca vigente, invece, non prevedeva le limitazioni introdotte successivamente. Di conseguenza, la valutazione di legittimità doveva essere condotta esclusivamente sulla base delle norme in vigore in quel periodo.

Il Diritto di Costruire in Aderenza

La Cassazione ha inoltre ribadito un principio consolidato: quando due edifici sono già in aderenza, il proprietario di uno di essi ha il diritto di sopraelevare mantenendo l’aderenza, seguendo la verticale della costruzione preesistente. Questo diritto, sancito dall’art. 877 del Codice Civile, prevale sulle norme generali sulle distanze, a meno che uno strumento urbanistico specifico e vigente all’epoca non lo escluda espressamente, prescrivendo una distanza inderogabile dal confine anche per le sopraelevazioni.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha ritenuto la decisione d’appello viziata da un errore di diritto fondamentale: l’applicazione retroattiva di una normativa edilizia meno favorevole. La Corte ha sottolineato che la legalità di una costruzione deve essere giudicata in base alle leggi in vigore nel momento in cui viene edificata. Poiché il regolamento del 1996, che imponeva condizioni più severe per la costruzione in aderenza, non era ancora in vigore nel 1994-1995, non poteva essere utilizzato per dichiarare l’illegittimità della sopraelevazione. La Corte ha riaffermato il principio consolidato secondo cui un proprietario ha il diritto di costruire in aderenza al muro del vicino sul confine, e tale diritto può essere limitato solo da norme urbanistiche specifiche e preesistenti, non da regole emanate successivamente.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza della Corte d’Appello è stata cassata. Il caso è stato rinviato a un altro giudice che dovrà riesaminare la questione attenendosi al corretto principio giuridico: la legittimità della sopraelevazione in aderenza va valutata esclusivamente alla luce dei regolamenti edilizi e delle leggi in vigore tra il 1994 e il 1995. Questa pronuncia è di fondamentale importanza perché riafferma un caposaldo della certezza del diritto, tutelando l’affidamento dei cittadini che intraprendono attività edilizie nel rispetto delle regole esistenti.

Quale normativa si applica a una sopraelevazione in aderenza?
Si applica la normativa urbanistica ed edilizia in vigore al momento della realizzazione della costruzione. È illegittima l’applicazione retroattiva di un regolamento successivo, soprattutto se più restrittivo.

È sempre possibile sopraelevare in aderenza al muro del vicino?
Sì, in linea di principio. Quando due fabbricati sono già costruiti in aderenza, il Codice Civile permette di sopraelevare mantenendo l’aderenza sulla verticale dell’edificio preesistente, senza dover rispettare le distanze legali generali, a meno che una specifica norma del piano regolatore locale, vigente al momento dei lavori, non lo vieti espressamente.

L’applicazione retroattiva di un regolamento edilizio è legittima?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che costituisce un errore di diritto applicare retroattivamente un regolamento edilizio a una costruzione già esistente. La legittimità di un’opera si deve valutare sulla base delle norme vigenti al tempo della sua edificazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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