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Sopraelevazione e distanze: le regole da seguire

La Corte di Cassazione ha stabilito che una sopraelevazione, ovvero l’aggiunta di un piano a un edificio esistente, deve essere considerata a tutti gli effetti una nuova costruzione. Di conseguenza, deve rispettare le normative sulle distanze legali vigenti al momento della sua realizzazione, e non quelle in vigore all’epoca della costruzione originaria. In questo caso, i proprietari che avevano innalzato il loro immobile sono stati condannati ad arretrarlo per non aver rispettato la distanza minima dal confine stabilita dal regolamento urbanistico locale. La Corte ha rigettato le difese basate sul principio di prevenzione e sulla presunta natura emulativa dell’azione legale dei vicini, riaffermando che la tutela del diritto di proprietà e il rispetto delle distanze prevalgono.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sopraelevazione e distanze: quando la nuova costruzione deve rispettare nuove regole

Quando si decide di aggiungere un piano a un edificio esistente, è fondamentale conoscere le norme che regolano la sopraelevazione e distanze legali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: la sopraelevazione è una nuova costruzione e, come tale, deve rispettare le normative urbanistiche in vigore al momento della sua edificazione, non quelle del tempo in cui fu costruito l’edificio originario. Analizziamo insieme questo caso per capire le implicazioni pratiche per proprietari e costruttori.

I Fatti di Causa: una controversia lunga decenni

La vicenda legale ha origine da una disputa tra vicini, iniziata nel lontano 1982. In una prima fase, i proprietari di un fondo avevano citato in giudizio il vicino per la costruzione di un fabbricato a piano terra, ritenuto in violazione delle norme sulle distanze. Quella causa si concluse con il rigetto della domanda.

Anni dopo, nel 2001, la questione si riaccese. Il proprietario del fabbricato originario decise di effettuare una sopraelevazione, aggiungendo un piano all’edificio. I vicini avviarono una nuova azione legale, chiedendo la demolizione o l’arretramento della nuova costruzione, sostenendo che violasse la distanza minima di cinque metri dal confine prevista dal piano regolatore locale.

Il percorso giudiziario è stato lungo e complesso, passando per il Tribunale, la Corte d’Appello e un primo ricorso in Cassazione che aveva annullato la precedente decisione per un difetto di contraddittorio. Riassunto il giudizio, sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione ai vicini, condannando i proprietari ad arretrare la sopraelevazione. La questione è così giunta nuovamente all’esame della Corte di Cassazione.

La decisione su sopraelevazione e distanze

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dei proprietari che avevano realizzato la sopraelevazione, confermando la decisione dei giudici di merito. Il punto centrale della sentenza è la qualificazione giuridica della sopraelevazione. I giudici hanno affermato in modo inequivocabile che l’innalzamento di un edificio preesistente, determinando un incremento della volumetria, va qualificato come nuova costruzione.

Questa qualificazione comporta conseguenze determinanti:
1. Normativa Applicabile: La costruzione deve rispettare la normativa sulle distanze vigente al momento della sua realizzazione, e non può beneficiare di eventuali diritti acquisiti con l’edificio originario.
2. Principio di Prevenzione: Il diritto di prevenzione, che spetta a chi costruisce per primo, si esaurisce con il completamento della costruzione originaria e non si estende automaticamente alla sopraelevazione.

La Corte ha quindi ritenuto corretta l’applicazione, da parte dei giudici di merito, della norma del Piano Regolatore Generale che imponeva una distanza minima di cinque metri dal confine, distanza che nel caso di specie non era stata rispettata.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha smontato punto per punto i motivi di ricorso presentati. In primo luogo, ha chiarito che la precedente sentenza del 1989, relativa al solo piano terra, non poteva costituire un ‘giudicato’ applicabile alla sopraelevazione, realizzata ben dieci anni dopo e costituente un’opera edilizia autonoma e distinta.

Inoltre, ha rigettato la tesi secondo cui l’azione dei vicini fosse un ‘atto emulativo’, cioè un’azione intrapresa al solo scopo di danneggiare. La Corte ha ribadito un principio consolidato: la domanda con cui si chiede il rispetto delle distanze legali non è mai emulativa, poiché è diretta a tutelare il proprio diritto di proprietà e a ripristinare una situazione di legalità. L’esercizio di un diritto non può, per definizione, essere considerato un abuso volto a nuocere.

Infine, è stata confermata la corretta interpretazione delle norme urbanistiche locali. Il regolamento edilizio del comune in questione consentiva la costruzione in aderenza oppure imponeva un distacco minimo di 5 metri dal confine. Poiché la sopraelevazione non era in aderenza, doveva necessariamente rispettare tale distacco.

Le conclusioni

La sentenza offre un insegnamento fondamentale per chiunque intenda ampliare verticalmente la propria abitazione. La sopraelevazione non è una semplice modifica, ma una vera e propria nuova costruzione. Ciò significa che è obbligatorio verificare scrupolosamente le normative urbanistiche e i regolamenti edilizi comunali in vigore al momento dell’avvio dei lavori. Non ci si può basare sulla situazione preesistente o su diritti acquisiti con la costruzione originaria. Ignorare questo principio può portare a conseguenze molto gravi, come l’obbligo di arretrare o addirittura demolire l’opera realizzata, oltre alla condanna al pagamento delle spese legali di una lunga e costosa controversia.

Una sopraelevazione di un edificio è considerata una nuova costruzione ai fini delle distanze legali?
Sì, la Corte di Cassazione afferma che la sopraelevazione di un edificio preesistente, comportando un aumento di sagoma e volumetria, va qualificata come nuova costruzione. Pertanto, deve rispettare la normativa sulle distanze vigente al momento della sua realizzazione.

Il diritto di prevenzione acquisito con la costruzione originaria si estende anche alla successiva sopraelevazione?
No. Il diritto di prevenzione che caratterizza la costruzione originaria si esaurisce con il suo completamento strutturale e funzionale. Non può essere automaticamente esteso alla sopraelevazione, la quale deve rispettare le norme sulle distanze in vigore al momento in cui viene edificata.

L’azione legale del vicino per chiedere l’arretramento di una sopraelevazione può essere considerata un atto emulativo?
No. La Corte ribadisce che la domanda giudiziale volta a far rispettare le distanze legali o convenzionali non può mai essere ritenuta a contenuto emulativo. Essa è finalizzata alla tutela del diritto di proprietà e a rimuovere una situazione di illegalità, non al solo scopo di nuocere al vicino.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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