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Solidarietà attiva: la Cassazione chiarisce i limiti

Una coppia di coniugi, creditori di una somma a titolo di risarcimento, vedono respinto il loro ricorso in Cassazione. La Corte suprema ha confermato che, in assenza di un’esplicita previsione nel titolo esecutivo, non sussiste la solidarietà attiva tra i creditori. Di conseguenza, uno dei coniugi non poteva agire per riscuotere l’intera somma, ma solo la propria quota. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile poiché la valutazione della portata del titolo è una questione di fatto riservata ai giudici di merito e i motivi presentati erano tecnicamente infondati.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Solidarietà Attiva: La Cassazione Ribadisce che Non Può Mai Essere Presunta

Quando più persone sono creditrici della stessa somma, è fondamentale capire se sussista o meno la solidarietà attiva. Questo concetto determina se uno qualsiasi dei creditori possa esigere l’intero pagamento dal debitore, liberandolo così da ogni obbligo verso gli altri. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti, stabilendo che la solidarietà attiva non si presume mai e deve essere provata in modo inequivocabile, preferibilmente risultando direttamente dal titolo esecutivo.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una sentenza che condannava una società immobiliare al pagamento di una somma a titolo di risarcimento danni in favore di due coniugi. Dopo un pagamento parziale, il marito avviava un’azione esecutiva per recuperare il saldo residuo, agendo per l’intera somma dovuta a entrambi.

La società debitrice si opponeva all’esecuzione, sostenendo due punti principali: primo, di aver effettuato un ulteriore versamento non considerato; secondo, e più importante, contestava la legittimazione del marito a richiedere la quota di credito spettante alla moglie, argomentando che tra i due non vi era solidarietà attiva.

Il Tribunale di primo grado accoglieva parzialmente l’opposizione, ritenendo illegittimo il precetto per la parte di credito di pertinenza della moglie, proprio per l’assenza di solidarietà. La decisione veniva confermata dalla Corte d’Appello, spingendo i coniugi a presentare ricorso per cassazione.

La Questione della Solidarietà Attiva nel Ricorso

Il punto nevralgico del ricorso in Cassazione ruotava attorno all’articolo 1292 del Codice Civile. I ricorrenti sostenevano che la Corte d’Appello avesse errato nel non considerare un riconoscimento implicito della solidarietà attiva da parte della società debitrice. Quest’ultima, infatti, aveva in precedenza effettuato pagamenti tramite titoli di credito cointestati a entrambi i coniugi. Secondo i ricorrenti, questo comportamento dimostrava la sussistenza della solidarietà, legittimando così il marito a procedere per l’intero.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo motivazioni chiare e nette su ciascuno dei motivi presentati.

Il Primo Motivo: la Solidarietà Attiva Non si Presume

La Corte ha respinto il primo motivo, relativo alla violazione dell’art. 1292 c.c., per diverse ragioni. In primo luogo, ha ribadito un principio fondamentale: l’interpretazione e la valutazione della portata di un titolo esecutivo (in questo caso, la sentenza di condanna originaria) è una questione di fatto, la cui valutazione è riservata al giudice del merito. Nel caso specifico, i giudici di merito avevano motivatamente escluso la sussistenza della solidarietà attiva, sottolineando che essa non può mai essere presunta.

Inoltre, il motivo è stato giudicato carente del requisito di autosufficienza. I ricorrenti non avevano spiegato perché il titolo esecutivo originario dovesse essere interpretato come fondato sulla solidarietà attiva, nonostante l’assenza di un’esplicita menzione in tal senso. L’argomento basato sull’emissione di titoli di credito cointestati da parte del debitore è stato ritenuto irrilevante, in quanto un comportamento successivo non può modificare la natura e la portata del titolo giudiziale originario.

Il Secondo e Terzo Motivo: Inammissibilità per Vizi Tecnici

Anche gli altri due motivi, con cui si denunciava un vizio di motivazione riguardo all’intervento della moglie nel giudizio di primo grado e al calcolo degli interessi, sono stati dichiarati inammissibili. La Corte ha rilevato che erano stati proposti sulla base di una versione dell’art. 360, n. 5, c.p.c. non più in vigore dal 2012. Oltre a questo vizio formale, i motivi sono stati ritenuti privi di specificità e di autosufficienza, poiché non riuscivano a illustrare in modo logico e giuridicamente fondato le ragioni per cui la Corte d’Appello avrebbe errato.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza della Cassazione rafforza un principio cardine del diritto delle obbligazioni: a differenza della solidarietà passiva (tra più debitori), la solidarietà attiva (tra più creditori) rappresenta un’eccezione e non la regola. Pertanto, non può essere desunta o presunta da comportamenti successivi o da interpretazioni estensive.

Per i creditori che si trovano in una situazione di contitolarità di un diritto, la lezione è chiara: per garantire che ciascuno possa agire per l’intero, è essenziale che la solidarietà attiva sia espressamente prevista dalla legge o, più comunemente, dal titolo che costituisce il credito (un contratto, una sentenza, un testamento). In assenza di tale previsione esplicita, ogni creditore ha il diritto di richiedere al debitore soltanto la propria parte, e il debitore che paga l’intero a un solo creditore non è liberato dall’obbligo verso gli altri.

Quando più persone sono creditrici della stessa somma, uno di loro può chiederne il pagamento per intero?
No, a meno che non sia espressamente previsto dalla legge o dal titolo (ad esempio, il contratto o la sentenza) che esista una “solidarietà attiva”. In assenza di ciò, ogni creditore può richiedere solo la propria quota.

La solidarietà attiva tra creditori si può presumere dal comportamento del debitore, come l’emissione di assegni cointestati?
No. La Corte ha chiarito che la solidarietà attiva non può essere presunta e deve risultare dal titolo esecutivo. Il comportamento successivo del debitore non è sufficiente a dimostrarla implicitamente.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente perché la valutazione sulla portata del titolo esecutivo è una questione di fatto riservata al giudice di merito e perché i motivi presentati erano tecnicamente viziati, essendo basati su norme non più in vigore e privi del requisito di autosufficienza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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