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Società in house: la Cassazione valuta i requisiti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza interlocutoria n. 984/2024, ha disposto la trattazione in pubblica udienza di un ricorso che solleva questioni sulla qualificazione e liceità delle attività di analisi e certificazione delle acque condotte da una società in house. A causa della rilevanza della materia e dell’assenza di precedenti specifici, la Corte ha ritenuto opportuno un approfondimento in sede pubblica.

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Società in house: la Cassazione fissa la pubblica udienza sui requisiti di liceità

L’ordinanza interlocutoria n. 984/2024 della Corte di Cassazione pone l’attenzione su un tema di grande attualità: i requisiti di qualificazione e liceità per le attività svolte da una società in house. La decisione di rinviare la causa a una pubblica udienza, anziché deciderla in camera di consiglio, sottolinea la rilevanza della questione e l’assenza di precedenti giurisprudenziali specifici, aprendo la strada a un futuro chiarimento normativo.

I Fatti del Caso

La controversia nasce dal ricorso presentato da due privati contro una sentenza della Corte d’Appello di Trento. Il fulcro della questione legale riguarda la legittimità delle attività di analisi e certificazione delle acque effettuate da società riconducibili al modello della società in house. I ricorrenti hanno sollevato dubbi circa la qualificazione e i requisiti necessari affinché tali entità possano svolgere legalmente servizi tecnici così specifici.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con la sua ordinanza, la Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione non ha emesso un verdetto sul merito della disputa. Ha invece stabilito che il caso merita una trattazione più approfondita e pubblica. Di conseguenza, ha disposto il rinvio della causa alla pubblica udienza. Questo passaggio procedurale è significativo, poiché è riservato alle cause che presentano questioni di diritto di particolare importanza o che possono dare luogo a contrasti giurisprudenziali.

Le Motivazioni dell’Ordinanza

La scelta della Corte di procedere con una pubblica udienza si fonda su due pilastri fondamentali:

1. Rilevanza delle Tematiche: I giudici hanno riconosciuto che le questioni poste dai motivi di ricorso sono di notevole importanza. Stabilire i contorni della liceità per le attività di una società in house, specialmente in settori delicati come quello delle analisi ambientali, ha implicazioni che vanno oltre il singolo caso.
2. Assenza di Precedenti Specifici: La Corte ha esplicitamente menzionato la mancanza di precedenti giurisprudenziali specifici sull’argomento. Questo ‘vuoto’ normativo rende necessaria una riflessione approfondita e una pronuncia che possa fungere da guida per il futuro, garantendo certezza del diritto.

Le Conclusioni

Sebbene si tratti di un provvedimento interlocutorio e non di una sentenza definitiva, l’ordinanza della Cassazione è un segnale forte. Indica che il massimo organo della giurisdizione ordinaria è pronto a delineare con precisione il quadro normativo per le società in house che offrono servizi tecnici specializzati. La futura sentenza, che scaturirà dalla pubblica udienza, è destinata a diventare un punto di riferimento fondamentale per gli enti pubblici e per le società da essi controllate, chiarendo quali qualificazioni e requisiti siano indispensabili per operare legalmente in conformità con le normative di settore. Gli operatori del diritto e le pubbliche amministrazioni dovranno seguire con attenzione gli sviluppi di questa vicenda.

Qual era la questione legale principale posta alla Corte di Cassazione?
La questione principale riguardava la qualificazione e i requisiti di liceità delle attività di analisi e certificazione delle acque quando queste vengono svolte da una società definita ‘in house’, ovvero controllata da un ente pubblico.

Perché la Corte ha deciso di rinviare la causa a una pubblica udienza?
La Corte ha optato per il rinvio a pubblica udienza a causa della particolare rilevanza delle tematiche in discussione e dell’assenza di precedenti sentenze specifiche della Cassazione su questo preciso argomento, ritenendo necessaria una discussione più approfondita.

Qual è l’effetto pratico di questa ordinanza?
L’ordinanza non decide il caso nel merito ma ne programma la trattazione nella forma più solenne, la pubblica udienza. L’effetto pratico è quello di segnalare l’importanza della questione e anticipare che la futura sentenza avrà probabilmente valore di principio, destinata a colmare un vuoto giurisprudenziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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