LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Società di fatto: onere della prova a carico di chi la allega

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un lavoratore che chiedeva il riconoscimento di un rapporto di lavoro con una società di fatto. La Corte ha ribadito che l’onere della prova dell’esistenza di una società di fatto incombe su chi la invoca, anche quando si tratta di un terzo estraneo alla compagine sociale. Nel caso specifico, il lavoratore non è riuscito a dimostrare gli elementi costitutivi della società, come un fondo comune e la partecipazione agli utili e alle perdite.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Società di Fatto: Chi Deve Provarne l’Esistenza?

La recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale nel diritto del lavoro e societario: l’onere della prova per una società di fatto. La Suprema Corte ha stabilito che spetta sempre a chi ne afferma l’esistenza dimostrarne i requisiti, anche qualora ad agire sia un lavoratore che si ritiene dipendente di tale entità. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Un lavoratore del settore edile citava in giudizio tre imprenditori individuali, sostenendo di aver lavorato per una società di fatto da loro costituita. Richiedeva l’inquadramento in un livello contrattuale superiore e le relative differenze retributive.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello respingevano la sua domanda. I giudici di merito concludevano che il lavoratore non era riuscito a provare l’esistenza di un vincolo societario tra i tre datori di lavoro. Al contrario, le prove raccolte dimostravano l’esistenza di distinti rapporti di lavoro con le singole ditte individuali. In particolare, mancava la prova di elementi essenziali come un fondo comune, la partecipazione agli utili e alle perdite e l’esercizio in comune dell’attività d’impresa.

Insoddisfatto, il lavoratore ricorreva alla Corte di Cassazione, lamentando, tra le altre cose, un’errata applicazione delle regole sull’onere della prova.

L’analisi della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo tutti i motivi presentati infondati o poco chiari. La decisione si concentra su due principi cardine: l’onere della prova e la distinzione tra la persona giuridica della società e i singoli soci.

L’onere della prova della società di fatto

Il punto centrale della controversia era stabilire su chi gravasse l’onere di provare l’esistenza della società di fatto. Il ricorrente sosteneva che, essendo lui un terzo rispetto al presunto patto sociale, l’onere probatorio dovesse essere attenuato o invertito.

La Cassazione ha respinto nettamente questa tesi. Ha confermato che, in base all’articolo 2697 del Codice Civile, chiunque voglia far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento. Di conseguenza, il lavoratore che afferma di essere dipendente di una società di fatto ha il compito di dimostrarne l’esistenza, provando tutti gli elementi costitutivi:

* Il fondo comune: la presenza di conferimenti da parte dei soci per l’esercizio dell’attività.
* L’esercizio comune dell’attività economica: la gestione congiunta dell’impresa.
* La ripartizione degli utili e delle perdite: l’accordo per la condivisione dei risultati economici.

La Corte ha sottolineato che queste circostanze non erano emerse nel corso del processo, anzi, i documenti e le testimonianze indicavano l’esatto opposto.

La distinzione tra società e singoli datori di lavoro

Un altro motivo di ricorso riguardava la presunta omessa pronuncia sulla domanda di pagamento nei confronti del singolo datore di lavoro. Il lavoratore riteneva che la domanda presentata contro la società dovesse intendersi estesa implicitamente anche ai singoli soci.

Anche su questo punto, la Cassazione è stata categorica. La società (anche se di fatto) e i singoli imprenditori sono soggetti giuridici distinti. Una domanda giudiziale proposta contro la società non può essere automaticamente considerata come proposta anche contro i soci individualmente. Si tratta di soggetti diversi, con domande diverse per causa e oggetto (petitum e causa petendi).

Le motivazioni della decisione

Le motivazioni della Corte si basano su un’applicazione rigorosa dei principi processuali. I giudici hanno ritenuto che i motivi di ricorso fossero generici e non in grado di scalfire la logica e corretta motivazione della sentenza d’appello. La Corte territoriale aveva adeguatamente valutato le prove, concludendo per l’assenza di un vincolo societario. L’onere della prova era stato correttamente posto a carico del lavoratore, il quale non era riuscito a soddisfarlo. Qualsiasi altra doglianza, come quella sull’utilizzo di documenti tardivi, è stata ritenuta irrilevante di fronte alla mancata prova principale sull’esistenza della società.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’esistenza di una società di fatto non si presume, ma deve essere rigorosamente provata da chi la invoca. Per un lavoratore, questo significa che non è sufficiente dimostrare di aver collaborato con più imprenditori che operano nello stesso settore; è necessario fornire prove concrete di un patto sociale e dei suoi elementi costitutivi. La decisione serve da monito sull’importanza di raccogliere prove solide prima di intraprendere un’azione legale basata sull’esistenza di un’entità non formalizzata, sottolineando la netta distinzione giuridica tra la società e i suoi soci.

Chi deve provare l’esistenza di una società di fatto in un processo?
L’onere della prova spetta sempre alla parte che ne afferma l’esistenza per far valere un proprio diritto, secondo quanto stabilito dall’art. 2697 del Codice Civile. Questo vale anche se chi agisce è un terzo, come un lavoratore, estraneo al patto sociale.

Cosa serve per dimostrare l’esistenza di una società di fatto?
È necessario provare la presenza degli elementi costitutivi del contratto di società, ovvero: l’esistenza di un fondo comune creato con i conferimenti dei soci, l’esercizio in comune di un’attività economica e un accordo sulla ripartizione dei guadagni e delle perdite.

Una domanda giudiziale contro una società di fatto vale anche contro i singoli soci?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la società e i singoli soci sono soggetti giuridici distinti. Una domanda proposta contro la società non può essere considerata implicitamente rivolta anche ai singoli datori di lavoro, poiché si tratta di domande diverse per soggetti, oggetto e causa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati