LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Soccombenza sostanziale e spese legali: la Cassazione

In un caso di responsabilità medica, la Cassazione ha chiarito il principio di soccombenza sostanziale. Anche se l’importo del risarcimento viene ridotto in appello, la parte la cui responsabilità è confermata rimane la “sostanzialmente soccombente” e non può ottenere la condanna della controparte vittoriosa al pagamento delle spese legali del grado. La Corte ha accolto il ricorso del paziente, cassando la decisione d’appello che lo aveva erroneamente condannato a rifondere le spese legali all’azienda sanitaria, nonostante la conferma della colpa di quest’ultima.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Soccombenza Sostanziale e Spese Legali: Chi Paga se l’Appello Viene Vinto solo in Parte?

Il concetto di soccombenza sostanziale è un cardine della procedura civile che determina chi debba farsi carico delle spese legali al termine di una causa. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale: vincere un appello solo parzialmente, ottenendo una riduzione del risarcimento dovuto, non trasforma la parte condannata in vincitrice. Al contrario, essa rimane la parte “sostanzialmente soccombente” e, di norma, non può pretendere che la controparte, la cui ragione di fondo è stata confermata, paghi le sue spese legali. Analizziamo questa importante decisione scaturita da un caso di responsabilità medica.

I Fatti di Causa: Il Lungo Percorso Giudiziario

Un paziente citava in giudizio un’Azienda Sanitaria Locale per ottenere il risarcimento dei gravi danni subiti a seguito di due interventi chirurgici. Il Tribunale, in primo grado, accoglieva la domanda, riconoscendo un danno biologico del 65% e condannando l’Azienda Sanitaria a un cospicuo risarcimento di oltre 800.000 euro.

L’Azienda Sanitaria proponeva appello. La Corte d’Appello, dopo aver disposto una nuova consulenza tecnica, riformava parzialmente la sentenza. Pur confermando la responsabilità dell’ente sanitario per i danni causati (il cosiddetto an debeatur), riduceva l’importo del risarcimento a circa 465.000 euro (quantum). Sorprendentemente, però, la Corte d’Appello condannava il paziente, la cui domanda era stata comunque accolta nel merito, a rimborsare integralmente all’Azienda Sanitaria tutte le spese legali del secondo grado. Il paziente, dunque, si trovava nella paradossale situazione di aver vinto la causa nel merito ma di dover pagare le spese alla parte condannata.

La Decisione della Cassazione e il Principio di Soccombenza Sostanziale

Il paziente ha quindi presentato ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi. La Suprema Corte ha rigettato i primi due, relativi a presunti errori nella quantificazione del danno e all’omessa pronuncia su una voce di danno specifica. È stato però il terzo motivo, incentrato proprio sull’errata condanna alle spese, ad essere accolto.

La Cassazione ha rilevato un palese errore di diritto da parte della Corte d’Appello. Il giudice di secondo grado, pur definendo la propria decisione come una “parziale riforma”, aveva di fatto confermato la responsabilità dell’Azienda Sanitaria. La riduzione dell’importo del risarcimento, sebbene significativa, non cambiava la sostanza della decisione: l’Azienda era la parte responsabile del danno e quindi la parte che aveva perso la causa sul punto fondamentale. È questo il cuore del principio di soccombenza sostanziale.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha spiegato che la soccombenza sostanziale deve essere valutata in base all’esito complessivo della lite. L’Azienda Sanitaria, appellante principale, aveva chiesto la revoca totale della condanna. Avendo ottenuto solo una riduzione del quantum, la sua domanda principale era stata respinta. La sua posizione era quindi quella di parte “sostanzialmente soccombente”.

La Corte di Cassazione, richiamando anche precedenti pronunce delle Sezioni Unite, ha ribadito che l’accoglimento parziale di una domanda non configura una “reciproca soccombenza” tale da giustificare una condanna del vincitore alle spese del perdente. Al massimo, può giustificare una compensazione parziale o totale delle spese, ma non un’inversione dell’onere. Condannare il paziente vittorioso a rifondere le spese all’Azienda Sanitaria soccombente è stato ritenuto un errore di diritto, illogico e privo di fondamento giuridico, specialmente considerando che la stessa Corte d’Appello aveva riconosciuto la “sostanziale soccombenza dell’Azienda Sanitaria” nella motivazione.

Conclusioni

Questa ordinanza è un monito fondamentale sull’applicazione degli articoli 91 e 92 del codice di procedura civile in materia di spese di lite. La vittoria in un giudizio non si misura solo in termini quantitativi, ma soprattutto qualitativi. La parte la cui pretesa di fondo viene accolta è la vincitrice, anche se l’importo liquidato è inferiore a quello inizialmente richiesto o a quello stabilito nel grado precedente. Il principio di soccombenza sostanziale impedisce che il vincitore sia gravato delle spese di una controparte la cui responsabilità è stata accertata in via definitiva. La Corte ha quindi cassato con rinvio la sentenza impugnata, affinché la Corte d’Appello, in diversa composizione, provveda a una corretta liquidazione delle spese del giudizio di secondo grado, tenendo conto di questo imprescindibile principio.

Se un appello viene parzialmente accolto riducendo l’importo del risarcimento, chi paga le spese legali?
Di norma, la parte appellante la cui responsabilità è stata comunque confermata rimane la parte “sostanzialmente soccombente”. Pertanto, non solo non ha diritto al rimborso delle proprie spese, ma è tenuta a pagare quelle della controparte vittoriosa. Il giudice può, al massimo, disporre una compensazione parziale o totale delle spese, ma non può condannare la parte vittoriosa a pagare le spese della parte soccombente.

Cosa si intende per “soccombenza sostanziale”?
La soccombenza sostanziale si valuta in base all’esito complessivo della lite e alla questione principale controversa. Una parte è sostanzialmente soccombente quando la sua domanda principale viene respinta o quando la pretesa fondamentale della controparte viene accolta, anche se con una riduzione dell’importo economico. In questo caso, l’Azienda Sanitaria è stata ritenuta sostanzialmente soccombente perché la sua responsabilità per il danno è stata confermata.

Può un giudice motivare una sentenza semplicemente aderendo alla consulenza tecnica d’ufficio (CTU)?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che un giudice può legittimamente motivare la propria decisione per relationem, ossia facendo proprie le conclusioni del consulente tecnico d’ufficio. Questo è possibile a condizione che il consulente abbia esaminato e risposto in modo adeguato alle critiche e alle osservazioni formulate dalle parti durante il processo, come avvenuto nel caso di specie per il giudizio d’appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati