LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Soccombenza e spese legali: la Cassazione decide

In una complessa vicenda ereditaria, la Corte di Cassazione si è pronunciata sui principi di soccombenza e spese legali. La Corte ha chiarito che la parte soccombente si determina in base all’esito complessivo della lite, non sul numero di motivi di appello accolti. Ha inoltre corretto un errore nel calcolo dei compensi professionali, annullando la liquidazione per una fase processuale non prevista in Cassazione e riaffermando i criteri per l’aumento del compenso in caso di assistenza a più parti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Soccombenza e Spese Legali: Come si Valuta la Vittoria in Causa?

Il principio di soccombenza e spese legali rappresenta uno dei cardini del processo civile: chi perde paga. Ma come si stabilisce chi ha effettivamente ‘perso’, specialmente quando le decisioni dei giudici sono complesse e gli appelli vengono accolti solo in parte? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo aspetto, fornendo criteri chiari per la valutazione della soccombenza e per la corretta liquidazione dei compensi professionali.

I Fatti: Una Lunga Disputa Ereditaria

La vicenda nasce da una contesa su beni comuni di origine ereditaria. Alcuni eredi avevano chiesto il riconoscimento dell’usucapione su un terreno, basandosi anche su un atto di donazione ricevuto da un altro coerede, che tuttavia non era l’unico proprietario del bene. Altri coeredi si erano opposti, chiedendo la divisione dei beni comuni.
Il percorso giudiziario è stato lungo e articolato:
1. Primo Grado: Il Tribunale ha respinto la domanda di usucapione e ha disposto la divisione del terreno.
2. Appello: La Corte d’Appello, dopo una prima declaratoria di inammissibilità e un successivo rinvio dalla Cassazione, ha parzialmente riformato la sentenza. Ha dichiarato nullo l’atto di donazione ma ha confermato la divisione del bene e, soprattutto, ha condannato i donatari (originari attori per l’usucapione) al pagamento delle spese legali.
3. Ricorso in Cassazione: Proprio la condanna alle spese è diventata il fulcro del successivo ricorso in Cassazione.

I Motivi del Ricorso: Il Nodo della Soccombenza e Spese Legali

I ricorrenti hanno contestato la decisione della Corte d’Appello su tre punti principali, tutti legati alla soccombenza e spese legali:
* Errata individuazione della parte soccombente: Sostenevano di non poter essere considerati la parte totalmente soccombente, dato che la Corte d’Appello aveva accolto uno dei loro motivi, ovvero la declaratoria di nullità della donazione.
* Eccessiva liquidazione delle spese per il primo giudizio di Cassazione: Lamentavano un calcolo errato e superiore ai massimi tariffari per le spese del precedente giudizio di legittimità.
* Eccessiva liquidazione delle spese per il giudizio d’appello: Analogamente, ritenevano che anche i compensi per la fase di appello fossero stati calcolati in eccesso.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha analizzato nel dettaglio ogni motivo, offrendo importanti chiarimenti.

La Valutazione Complessiva della Soccombenza

Sul primo punto, la Corte ha respinto la tesi dei ricorrenti. Ha affermato un principio fondamentale: la soccombenza non si valuta con un mero calcolo matematico dei motivi di appello accolti o respinti. Al contrario, va determinata in base all’esito complessivo della lite. Nel caso di specie, nonostante l’accoglimento di un motivo, i ricorrenti erano risultati perdenti sulle questioni principali: la loro domanda di usucapione era stata respinta e l’atto di donazione a loro favore era stato dichiarato inefficace. Pertanto, la loro soccombenza, seppur parziale, era evidente e giustificava la condanna alle spese.

Il Calcolo dei Compensi Professionali

La Corte ha invece trovato fondate, almeno in parte, le censure sul calcolo dei compensi.
Per quanto riguarda le spese del precedente giudizio di Cassazione, i giudici di legittimità hanno rilevato un errore nella sentenza d’appello: era stato liquidato un compenso per la ‘fase istruttoria’, una fase che non è prevista dalle tariffe forensi per i procedimenti davanti alla Cassazione. Questo ha portato all’accoglimento del secondo motivo di ricorso, con la conseguente riduzione dell’importo dovuto per quella specifica fase.
Relativamente alle spese del giudizio d’appello, la Corte ha rigettato il motivo. Ha spiegato che la liquidazione, sebbene apparentemente superiore ai massimi, era in realtà corretta. Il calcolo teneva conto dell’aumento previsto dalla legge (D.M. 55/2014) quando un avvocato assiste più parti con la stessa posizione processuale. Applicando tale aumento, l’importo liquidato risultava addirittura inferiore ai minimi tariffari, rendendo la doglianza infondata.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce alcuni principi chiave in materia di soccombenza e spese legali:
1. La soccombenza è globale: La vittoria o la sconfitta si misura sull’esito finale e sostanziale della controversia, non sul numero di singole argomentazioni accolte.
2. Il calcolo delle spese è rigoroso: La liquidazione dei compensi deve seguire scrupolosamente le tariffe forensi (D.M. 55/2014), rispettando le fasi processuali previste per ogni tipo di giudizio. Non si possono liquidare compensi per attività non contemplate.
3. La difesa di più parti incide sul compenso: La normativa prevede specifici aumenti percentuali sul compenso unico quando l’avvocato difende più soggetti, un fattore che i giudici devono considerare e che le parti devono tenere presente nella valutazione della congruità delle spese liquidate.

Come si stabilisce chi è la parte ‘soccombente’ che deve pagare le spese legali?
La parte soccombente viene identificata in base all’esito complessivo e finale della lite, non effettuando un conteggio numerico dei motivi di ricorso accolti o respinti. Anche se un motivo di appello viene accolto, una parte può essere ugualmente considerata soccombente se le sue domande principali sono state respinte.

Il giudice può liquidare compensi per fasi processuali non previste dalla legge?
No. La Corte di Cassazione ha specificato che la liquidazione delle spese deve attenersi strettamente alle fasi previste dalle tariffe forensi per quello specifico grado di giudizio. Nell’ordinanza, ha cassato la decisione d’appello perché aveva erroneamente liquidato un compenso per la ‘fase istruttoria’ in un giudizio di cassazione, dove tale fase non è contemplata.

Come viene calcolato il compenso dell’avvocato quando assiste più persone nella stessa causa?
Il compenso unico dovuto all’avvocato può essere aumentato. Secondo il D.M. n. 55/2014, quando un legale assiste più soggetti che hanno la stessa posizione processuale, il compenso può essere incrementato di una percentuale per ogni soggetto assistito oltre il primo, entro i limiti massimi stabiliti dalla normativa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati