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Sinistro veicolo non identificato: prova rigorosa

Analisi di una sentenza della Corte d’Appello di Napoli su un sinistro con veicolo non identificato. La Corte ha negato il risarcimento ai familiari della vittima per mancanza di una prova rigorosa del coinvolgimento di un’altra auto, ritenendo la testimonianza inattendibile e i danni al motociclo compatibili con una caduta autonoma.

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Pubblicato il 12 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sinistro Veicolo Non Identificato: L’Onere della Prova e la Valutazione del Giudice

Quando si verifica un sinistro con un veicolo non identificato, ottenere un risarcimento può diventare un percorso complesso. La legge prevede un’importante tutela attraverso il Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada, ma l’accesso a tale risarcimento è subordinato a una prova rigorosa dei fatti. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Napoli chiarisce i criteri di valutazione che il giudice deve adottare, sottolineando come la sola testimonianza, se contraddittoria, non sia sufficiente a fondare una richiesta risarcitoria.

I Fatti di Causa: Un Tragico Incidente Notturno

Il caso riguarda un incidente mortale avvenuto in tarda serata. Un uomo alla guida del suo motociclo perdeva la vita e i suoi familiari, in qualità di eredi, citavano in giudizio l’impresa designata per la gestione del Fondo di Garanzia, sostenendo che il decesso fosse stato causato da un’autovettura che, dopo l’impatto, si era data alla fuga senza essere identificata. La richiesta di risarcimento ammontava a oltre due milioni di euro. La ricostruzione degli attori si basava principalmente sulla testimonianza di una persona che avrebbe assistito alla scena.

Il Giudizio di Primo Grado e l’Appello

Il Tribunale di primo grado rigettava la domanda, ritenendo non provato il coinvolgimento di un altro veicolo. I familiari della vittima proponevano appello, contestando la valutazione del compendio probatorio e, in particolare, l’attendibilità del teste. Secondo gli appellanti, il giudice non aveva considerato adeguatamente le dichiarazioni rese e proponevano diverse ricostruzioni alternative dell’incidente, come il tamponamento o una manovra di turbativa.

La Prova nel Sinistro con Veicolo Non Identificato: Le Motivazioni della Corte

La Corte d’Appello di Napoli ha confermato la decisione di primo grado, rigettando l’appello. Le motivazioni della sentenza sono un’importante guida sulla gestione dell’onere della prova in casi di questo tipo.

L’Inattendibilità della Testimonianza

Il punto cruciale della decisione riguarda la valutazione della testimonianza. I giudici hanno evidenziato numerose contraddizioni e inverosimiglianze nel racconto del teste. Inizialmente, questi aveva dichiarato di trovarsi a una distanza di 400/500 metri dal luogo dell’incidente, per poi correggere la distanza in 40/50 metri. Nonostante la presunta vicinanza, non era stato in grado di riferire dettagli fondamentali, come ad esempio se la vittima indossasse il casco.

La Corte ha ritenuto altamente improbabile che, di notte e a quella distanza, il teste potesse aver identificato con certezza il modello dell’auto (una Fiat Punto Grande) e, allo stesso tempo, non aver visto l’impatto diretto, ma solo udito un rumore. Queste incongruenze hanno minato la credibilità del racconto, rendendolo inidoneo a provare la dinamica sostenuta dagli appellanti.

L’Analisi dei Danni Materiali

Oltre alla prova testimoniale, i giudici hanno esaminato attentamente le prove materiali, in particolare i rilievi fotografici del motociclo. L’analisi ha rivelato che i danni non erano compatibili con un tamponamento. Il parafango posteriore era intatto, mentre i danni maggiori si concentravano sul parafango anteriore e sul lato destro del veicolo (freno, leva). Questa configurazione, secondo la Corte, era molto più coerente con una caduta accidentale e un successivo scivolamento sull’asfalto, piuttosto che con l’impatto con un’altra auto.

L’assenza di segni di frenata o di detriti dell’auto sull’asfalto ha ulteriormente rafforzato questa ricostruzione, rendendo sfornita di prova l’ipotesi del coinvolgimento di un terzo veicolo.

Le Conclusioni: Il Rigore Necessario per il Risarcimento

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: chi chiede un risarcimento al Fondo di Garanzia per un sinistro con veicolo non identificato ha l’onere di fornire una prova rigorosa, precisa e concordante dei fatti. Non basta la mera possibilità che un altro veicolo sia stato coinvolto. È necessario dimostrare, secondo il criterio del ‘più probabile che non’, che l’incidente sia stato causato dalla condotta colposa o dolosa del conducente di un veicolo rimasto sconosciuto. In assenza di un quadro probatorio solido, coerente e privo di contraddizioni, la domanda risarcitoria non può essere accolta.

Chi deve provare il coinvolgimento di un veicolo non identificato in un incidente?
Secondo la sentenza, l’onere della prova spetta interamente al danneggiato. Egli deve dimostrare in modo rigoroso non solo le modalità del sinistro, ma anche che la colpa è attribuibile a un altro veicolo rimasto sconosciuto.

Una singola testimonianza è sufficiente per ottenere il risarcimento dal Fondo di Garanzia?
Non necessariamente. La Corte ha ritenuto la testimonianza inattendibile a causa di numerose contraddizioni (es. sulla distanza dall’evento) e dell’improbabilità di riconoscere un modello di auto di notte da lontano. La prova testimoniale deve essere solida e coerente con gli altri elementi.

Come vengono valutati i danni al veicolo in un caso di sinistro con veicolo non identificato?
I danni materiali sono un elemento di prova cruciale. In questo caso, i danni sul motociclo (parafango anteriore e lato destro) sono stati considerati più compatibili con una caduta autonoma e uno scivolamento sull’asfalto piuttosto che con un tamponamento o uno scontro con un’altra auto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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