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Sicurezza trasporto passeggeri: dovere del conducente

La Corte di Cassazione ha stabilito che un autista di autobus ha agito correttamente facendo scendere i passeggeri in piedi su un tratto autostradale, nonostante un ordine di servizio lo permettesse. La Corte ha confermato l’illegittimità della sanzione disciplinare inflitta al lavoratore, sottolineando che la valutazione sulla sicurezza trasporto passeggeri e l’incolumità delle persone prevale sulle direttive aziendali.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Civile, Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Sicurezza trasporto passeggeri: prevale sul dovere di obbedienza

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un caso cruciale per la sicurezza trasporto passeggeri, stabilendo un principio fondamentale: il dovere del conducente di garantire l’incolumità delle persone a bordo prevale sull’ordine di servizio aziendale, anche se ciò comporta un ritardo nel servizio. Questa decisione chiarisce i confini della responsabilità del lavoratore e del datore di lavoro nel settore dei trasporti pubblici.

I Fatti di Causa

Una società di trasporti pubblici aveva sanzionato un proprio autista con due giorni di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione. Il motivo? Il conducente, durante una corsa che prevedeva un lungo tratto autostradale, si era fermato per far scendere i passeggeri che viaggiavano in piedi, ritenendo la loro presenza un grave rischio per la sicurezza. L’azienda, invece, contestava la violazione di un ordine di servizio (n. 6/2017) che, in determinate condizioni di affollamento e per brevi tratti, autorizzava il trasporto di passeggeri in piedi anche su percorsi extraurbani.

Il lavoratore ha impugnato la sanzione, ottenendo ragione sia in primo grado che in appello. I giudici di merito hanno ritenuto illegittimo l’ordine di servizio in quel contesto specifico, poiché in contrasto con le norme del Codice della Strada e con il dovere primario di sicurezza. La società ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

L’Analisi della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso dell’azienda, confermando le decisioni dei gradi precedenti. I giudici hanno chiarito che il fulcro della questione non era la legittimità astratta dell’ordine di servizio, ma la sua concreta applicabilità in una situazione di potenziale pericolo.

Il potere discrezionale del conducente e la sicurezza

La Cassazione ha evidenziato che l’ordine di servizio stesso attribuiva al conducente un potere-dovere di valutazione. Egli doveva considerare le circostanze specifiche di tempo, luogo e modo per decidere se consentire o meno la presenza di passeggeri in piedi. Il trasporto in piedi era ammesso solo a precise condizioni: affollamento elevato, tratti limitati e brevi, e nel pieno rispetto dell’art. 141 del Codice della Strada, che impone di regolare la velocità per evitare ogni pericolo per le persone.

La prevalenza della sicurezza trasporto passeggeri in autostrada

Il punto cruciale, secondo la Corte, è che la circolazione in autostrada presenta rischi intrinseci incompatibili con la presenza di passeggeri in piedi. Una frenata improvvisa o una manovra brusca a velocità sostenuta potrebbero avere conseguenze drammatiche. La Corte ha sottolineato che, sulla rete autostradale, non è possibile procedere a velocità talmente ridotta da garantire la sicurezza dei passeggeri in piedi senza, al contempo, creare un intralcio o un pericolo per la circolazione, violando altre norme del Codice della Strada. Inoltre, un tale rallentamento causerebbe ritardi incompatibili con le esigenze del servizio di trasporto pubblico.

Le motivazioni

La decisione della Corte si fonda su una gerarchia di valori chiara: la sicurezza e l’incolumità delle persone sono preminenti e inderogabili. L’obbligo del lavoratore di adempiere a un dovere di sicurezza, radicato nei principi generali del diritto del lavoro e nelle norme specifiche del Codice della Strada, prevale sull’obbligo di obbedienza a una direttiva aziendale che, se applicata acriticamente, esporrebbe i passeggeri a un rischio concreto. Di conseguenza, il ritardo accumulato dal conducente per far scendere le persone in piedi non è stato considerato una mancanza sanzionabile, ma la diretta conseguenza di un’azione doverosa e corretta, volta a tutelare un bene superiore.

Le conclusioni

Questa ordinanza rafforza il ruolo del conducente come garante primario della sicurezza a bordo. Si afferma che il lavoratore non è un mero esecutore di ordini, ma un soggetto responsabile a cui è richiesto un esercizio di valutazione critica, specialmente quando sono in gioco la vita e l’integrità fisica dei passeggeri. Per le aziende di trasporto, la sentenza rappresenta un monito a formulare ordini di servizio che non solo rispettino la normativa, ma che tengano anche conto delle reali condizioni operative, senza scaricare sul conducente decisioni che lo pongano in conflitto tra le direttive aziendali e i suoi doveri legali di sicurezza.

Un autista può rifiutarsi di seguire un ordine di servizio che permette passeggeri in piedi in autostrada?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il conducente ha il potere e il dovere di valutare le circostanze concrete. Se ritiene che la presenza di passeggeri in piedi su un tratto autostradale costituisca un pericolo, il suo dovere di garantire la sicurezza prevale sull’ordine di servizio aziendale.

Il ritardo causato dalla decisione del conducente di far scendere i passeggeri in piedi è sanzionabile?
No. Secondo la Corte, il ritardo non è sanzionabile perché è la conseguenza diretta dell’adempimento di un dovere di sicurezza preminente e inderogabile. L’azione del lavoratore è stata ritenuta doverosa per tutelare l’incolumità delle persone trasportate.

La valutazione della sicurezza spetta all’azienda o al conducente al momento del trasporto?
La valutazione finale delle condizioni concrete di sicurezza spetta al conducente. Anche in presenza di un ordine di servizio che prevede eccezioni, è il conducente che deve valutare le circostanze di tempo, luogo e modo per decidere se l’attuazione di tale eccezione sia compatibile con il dovere primario di evitare ogni pericolo per i passeggeri.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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