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Sgravi contributivi: quando spetta il beneficio?

Un’azienda ha assunto un lavoratore da una lista di mobilità, trasformando il contratto da tempo determinato a indeterminato prima della sua scadenza. L’INPS ha negato gli sgravi contributivi, sostenendo una discontinuità. La Corte di Cassazione ha confermato il diritto dell’azienda a beneficiare degli sgravi contributivi, chiarendo che la firma del nuovo contratto prima della scadenza del precedente assicura la continuità del rapporto, anche se gli effetti giuridici decorrono dal giorno successivo. La Corte ha anche accolto il ricorso dell’azienda sulla compensazione delle spese legali, ritenendo che la questione non fosse di “assoluta novità”.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Sgravi Contributivi: la Continuità Contrattuale non Dipende dalla Decorrenza degli Effetti

L’accesso agli sgravi contributivi rappresenta un incentivo fondamentale per le imprese che assumono determinate categorie di lavoratori. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto cruciale: la trasformazione di un contratto a termine in uno a tempo indeterminato, stipulata prima della scadenza del primo, garantisce la continuità necessaria per ottenere il beneficio, anche se gli effetti del nuovo contratto decorrono dal giorno successivo. Analizziamo questa importante decisione.

Il Caso: Trasformazione Contrattuale e Negazione del Beneficio

Una società assumeva una lavoratrice iscritta nelle liste di mobilità, stipulando inizialmente un contratto a tempo determinato. Prima della scadenza di tale contratto, le parti sottoscrivevano un nuovo contratto per la trasformazione del rapporto a tempo indeterminato. Tuttavia, veniva pattuito che gli effetti giuridici ed economici del nuovo contratto sarebbero decorsi dal giorno immediatamente successivo alla scadenza del precedente rapporto a termine.

L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) contestava l’operazione, emettendo avvisi di addebito per il recupero degli sgravi contributivi indebitamente fruiti. Secondo l’ente, la posticipazione della decorrenza degli effetti del contratto a tempo indeterminato costituiva una “soluzione di continuità” tra i due rapporti di lavoro, facendo così venir meno il requisito per l’applicazione del beneficio previsto dalla Legge n. 223/1991.

La Decisione della Corte: Focus sugli Sgravi Contributivi

La Corte di Cassazione ha respinto la tesi dell’INPS e confermato la decisione dei giudici di merito, favorevole all’azienda. Gli Ermellini hanno ribadito un principio di diritto già espresso in passato (sentenza n. 25315/2007), fondamentale per l’applicazione degli sgravi contributivi.

Il concetto chiave è che l’espressione “nel corso del suo svolgimento”, contenuta nell’art. 8 della Legge n. 223/1991, deve essere interpretata nel senso che il beneficio spetta ai datori di lavoro che trasformano volontariamente il rapporto a termine in un rapporto a tempo indeterminato, senza soluzione di continuità tra il primo e il secondo.

La Questione delle Spese Legali e il Ricorso Incidentale

Oltre alla questione principale, la sentenza ha affrontato un aspetto procedurale importante: la compensazione delle spese legali. La Corte d’Appello aveva deciso di compensare le spese tra le parti, motivando la decisione con la “novità della questione”.

L’azienda ha presentato un ricorso incidentale, sostenendo che la questione non fosse affatto nuova, dato che la stessa Corte di Cassazione si era già pronunciata in modo chiaro nel 2007. La Suprema Corte ha accolto questa doglianza, affermando che i giudici territoriali hanno errato nel definire la questione come “nuova” quando, per decidere, avevano essi stessi richiamato un principio di diritto consolidato. Di conseguenza, la sentenza è stata cassata su questo punto, con rinvio alla Corte d’Appello per una nuova decisione sulle spese.

Le motivazioni

La Corte ha chiarito che, ai fini del beneficio, ciò che rileva è l’atto di volontà delle parti di trasformare il rapporto senza interruzioni. La stipula del contratto a tempo indeterminato prima della scadenza di quello a termine è la prova manifesta di questa volontà. La circostanza che gli effetti giuridici siano stati programmati per il giorno successivo non crea alcuna interruzione nel rapporto di lavoro, che prosegue di fatto senza alcuna pausa. La natura premiale dell’incentivo impone di guardare alla sostanza dell’operazione: stabilizzare un rapporto di lavoro esistente.
Sul piano processuale, la Corte ha ricordato che, a seguito delle riforme legislative e della giurisprudenza costituzionale, la compensazione delle spese per “novità della questione” è un’eccezione da applicare con rigore. Non può essere invocata quando esiste già un precedente specifico della stessa Corte di Cassazione che fornisce la regula iuris per risolvere la controversia.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre due importanti insegnamenti. In primo luogo, consolida un’interpretazione favorevole alle imprese riguardo agli sgravi contributivi: la trasformazione di un contratto è considerata continua se il nuovo accordo viene perfezionato prima della fine del precedente, indipendentemente dalla data formale di decorrenza. In secondo luogo, rafforza il principio secondo cui la compensazione delle spese legali è una misura eccezionale e non può essere giustificata dalla “novità della questione” quando la giurisprudenza di legittimità si è già espressa in modo chiaro e univoco.

Quando si considera una trasformazione contrattuale “senza soluzione di continuità” ai fini degli sgravi contributivi?
Si considera tale quando la trasformazione del rapporto da tempo determinato a indeterminato avviene volontariamente e senza alcuna interruzione fattuale tra i due periodi. La stipula del contratto a tempo indeterminato prima della scadenza di quello a termine è sufficiente a garantire questa continuità.

Un’azienda ha diritto agli sgravi contributivi se il contratto a tempo indeterminato viene firmato prima della scadenza di quello a termine, ma i suoi effetti decorrono dal giorno dopo?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, ciò che rileva è che l’assunzione a tempo indeterminato segua il rapporto a termine “senza soluzione di continuità”. La firma del nuovo contratto prima della scadenza del precedente realizza questa condizione, anche se gli effetti sono posticipati al giorno successivo.

In quali casi il giudice può compensare le spese legali tra le parti?
La compensazione delle spese di lite può essere disposta, oltre che nel caso di soccombenza reciproca, solo in situazioni eccezionali, come l’assoluta novità della questione trattata, un mutamento della giurisprudenza su punti dirimenti o in presenza di sopravvenienze normative o di fatti di eccezionale gravità e incertezza. Non è possibile se esiste già un principio di diritto consolidato della Corte di Cassazione sul tema.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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