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Servizio di salvaguardia: contratto valido senza avviso

Una società agricola ha contestato una fattura per la fornitura di energia elettrica in regime di servizio di salvaguardia, sostenendo la nullità del contratto per mancata comunicazione da parte del nuovo fornitore. La Corte d’Appello le ha dato ragione. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ribaltato la decisione, stabilendo che il contratto si costituisce per legge (ex lege) nel momento in cui un fornitore si aggiudica il servizio. L’obbligo di comunicazione è una regola di comportamento la cui violazione può dar luogo a risarcimento del danno, ma non invalida il contratto stesso.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Servizio di salvaguardia: Contratto Valido Anche Senza Comunicazione Formale

Recentemente, la Corte di Cassazione si è pronunciata su una questione cruciale riguardante la fornitura di energia elettrica nel servizio di salvaguardia. La sentenza chiarisce la natura del rapporto contrattuale che si instaura tra fornitore e cliente, specificando che la sua validità non dipende dalla tempestiva comunicazione delle condizioni economiche da parte del nuovo gestore. Questa decisione ha importanti implicazioni per migliaia di imprese che si trovano in questo regime di fornitura.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un decreto ingiuntivo emesso nei confronti di una società agricola per il pagamento di circa 17.000 euro, a titolo di corrispettivo per la somministrazione di energia elettrica fornita da una società energetica. La fornitura era avvenuta nel periodo tra il 1° maggio 2008 e il 31 dicembre 2009, in regime di servizio di salvaguardia.

La società agricola si opponeva al pagamento, sostenendo che il rapporto contrattuale non si fosse mai validamente costituito. La Corte d’Appello accoglieva questa tesi, revocando il decreto ingiuntivo. Secondo i giudici di secondo grado, la società energetica non aveva provveduto alla prescritta comunicazione sull’attivazione del servizio e sulle relative condizioni economiche. Questa omissione, considerata violazione di una norma imperativa, comportava la nullità del contratto.

La Questione Giuridica nel servizio di salvaguardia

Il cuore della controversia ruotava attorno a una domanda fondamentale: la comunicazione informativa da parte del nuovo fornitore nel servizio di salvaguardia è un elemento costitutivo del contratto, la cui assenza ne determina la nullità, oppure è un semplice obbligo di comportamento?

La Corte d’Appello aveva optato per la prima interpretazione, ritenendo che senza tale comunicazione il cliente non potesse conoscere l’identità del fornitore e le condizioni applicabili, rendendo di fatto nullo il rapporto di fornitura. La società energetica ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il rapporto in regime di salvaguardia si instaura ex lege, ovvero per diretta previsione di legge, e non necessita di un perfezionamento contrattuale classico basato su proposta e accettazione.

La Decisione della Cassazione sul servizio di salvaguardia

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società energetica, cassando la sentenza d’appello e chiarendo in modo definitivo la natura del rapporto. I giudici supremi hanno stabilito che il contratto nel servizio di salvaguardia si costituisce ex lege nel momento in cui un operatore si aggiudica la gara per la fornitura in una determinata area territoriale. Il presupposto di fatto che fa sorgere il rapporto è l’assunzione della qualità di aggiudicatario del servizio.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che il legislatore, per garantire la continuità della fornitura a clienti rimasti senza operatore, ha creato un meccanismo normativamente conformato. In questo contesto, il passaggio da un fornitore all’altro avviene senza soluzione di continuità. L’obbligo di comunicazione previsto dalla normativa di settore (Delibera AEEG n. 156/2007) non ha una funzione costitutiva del rapporto, ma è una regola di comportamento posta a tutela del cliente finale.

La sua violazione, pertanto, non incide sulla validità del contratto. Si tratta di un obbligo informativo che, se disatteso, può avere conseguenze sul piano privatistico, come una richiesta di risarcimento del danno, ma non può portare alla nullità dell’intero rapporto. La Corte ha sottolineato che, essendo le condizioni economiche predeterminate dall’Autorità di settore (AEEG, ora ARERA), la comunicazione non è determinante per la costituzione del vincolo, che sorge per legge per assicurare un interesse pubblico primario: la continuità dell’approvvigionamento energetico.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza stabilisce un principio di diritto fondamentale: nel servizio di salvaguardia, il rapporto di fornitura è valido ed efficace per il solo fatto che un operatore si è aggiudicato il servizio, a prescindere dalla tempestiva comunicazione al cliente finale. L’eventuale omissione informativa da parte del fornitore non rende il contratto nullo. Il cliente che ritenga di aver subito un danno da tale omissione (ad esempio, per non aver potuto esercitare tempestivamente il diritto di recesso e passare a un altro fornitore) potrà agire in giudizio per ottenere un risarcimento, ma sarà tenuto a provare il danno effettivamente subito. Questa decisione rafforza la stabilità del sistema di salvaguardia, garantendo la certezza dei rapporti giuridici e la continuità delle forniture essenziali per le imprese.

Un contratto di fornitura nel servizio di salvaguardia è valido se il fornitore non invia la comunicazione di attivazione?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, il rapporto si costituisce per legge (ex lege) nel momento in cui il fornitore si aggiudica la gara per il servizio, e la sua validità non dipende dall’invio di una specifica comunicazione.

Qual è la natura dell’obbligo di comunicazione per il fornitore nel servizio di salvaguardia?
È una regola di comportamento e non un elemento costitutivo del contratto. La sua funzione è informativa per tutelare il cliente, ma non è essenziale per la nascita del vincolo contrattuale.

Cosa può fare un cliente se non riceve la comunicazione dal nuovo fornitore del servizio di salvaguardia?
Il cliente non può considerare il contratto nullo. Tuttavia, se dimostra di aver subito un danno concreto a causa della mancata informazione (ad esempio, un maggior aggravio economico), può agire in giudizio per chiedere un risarcimento del danno al fornitore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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