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Servitù per futuro edificio: prescrizione decennale

Una proprietaria contestava la costruzione di una veranda da parte dei vicini, realizzata in virtù di un vecchio accordo. La Corte di Cassazione ha stabilito che la concessione di una servitù per futuro edificio (art. 1029, co. 2, c.c.) non crea un diritto reale immediato, ma un rapporto obbligatorio. Di conseguenza, tale diritto è soggetto alla prescrizione ordinaria di dieci anni, decorrente dalla data dell’accordo e non dal momento della costruzione, annullando la decisione della Corte d’Appello che aveva applicato il termine ventennale dei diritti reali.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Servitù per Futuro Edificio: la Prescrizione è Decennale

L’accordo per la costituzione di una servitù per futuro edificio genera un diritto di natura obbligatoria, non reale, fino a quando l’opera non viene effettivamente realizzata. Questo principio, chiarito dalla Corte di Cassazione, ha un’implicazione fondamentale: il diritto si estingue per prescrizione in dieci anni, non in venti. L’ordinanza in esame offre un’analisi cruciale sulla distinzione tra diritti reali e obbligatori nel contesto immobiliare.

I Fatti di Causa

La vicenda legale trae origine dalla controversia tra due proprietari di immobili confinanti. Una proprietaria citava in giudizio i vicini, eredi del precedente titolare, chiedendo la rimozione di un solaio di copertura costruito all’interno di un cortile. La costruzione era stata realizzata avvalendosi di un vecchio accordo stipulato tra i rispettivi danti causa (i precedenti proprietari).

La ricorrente sosteneva che il diritto di costruire, derivante da tale accordo, si fosse ormai prescritto e che l’opera fosse comunque non conforme alla disciplina urbanistica. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello rigettavano la domanda. In particolare, la Corte d’Appello aveva ritenuto che il diritto in questione fosse di natura reale e che, pertanto, non fosse decorso il termine di prescrizione ventennale.

La Natura della Servitù per Futuro Edificio

Contro la decisione di secondo grado, la proprietaria soccombente proponeva ricorso in Cassazione. Il motivo centrale del ricorso si basava sull’errata applicazione dell’art. 1029 del codice civile, che disciplina la costituzione di servitù per un vantaggio futuro. La difesa sosteneva che il caso rientrasse specificamente nel secondo comma della norma, relativo alla servitù per futuro edificio.

Secondo questa tesi, l’accordo non aveva costituito immediatamente un diritto reale di servitù, ma un semplice rapporto obbligatorio tra le parti. Tale rapporto si sarebbe trasformato in un diritto reale solo al momento della costruzione dell’opera. Di conseguenza, il diritto, avendo natura obbligatoria, era soggetto alla prescrizione ordinaria di dieci anni, decorrente dalla data della stipula dell’accordo originario. Essendo l’opera stata realizzata molto tempo dopo, il diritto a costruirla si era ormai estinto per prescrizione.

La Distinzione tra Diritto Reale e Rapporto Obbligatorio

La Suprema Corte accoglie questa interpretazione, richiamando la propria giurisprudenza consolidata. I giudici spiegano la differenza fondamentale tra le due ipotesi previste dall’art. 1029 c.c.:

1. Comma 1 (Servitù per un vantaggio futuro): Si ha quando la servitù è costituita per un’utilità futura del fondo dominante. In questo caso, il diritto di servitù (diritto reale) nasce immediatamente.
2. Comma 2 (Servitù a favore di un edificio da costruire): Si ha quando la servitù è concessa per un edificio ancora da realizzare. In questa ipotesi, l’accordo dà vita a un rapporto obbligatorio. Questo vincolo si trasformerà in un diritto reale di servitù solo e soltanto quando l’edificio verrà costruito.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione chiarisce che, finché l’edificio non viene costruito, il vincolo che lega le parti ha natura puramente obbligatoria. Da ciò discende una conseguenza diretta sul piano della prescrizione. I diritti che nascono da un rapporto obbligatorio si prescrivono secondo le norme ordinarie, ovvero nel termine di dieci anni, come previsto per le obbligazioni. Questo termine inizia a decorrere non dalla costruzione dell’edificio, ma dal momento in cui il vincolo stesso è stato costituito, cioè dalla data dell’accordo tra le parti.

Al contrario, il termine di prescrizione ventennale, previsto dall’art. 1073 c.c., si applica solo alle servitù prediali, ovvero ai diritti reali. Tale termine decorrerebbe solo dal momento in cui l’edificio fosse stato costruito e il diritto fosse diventato reale, ma questo non era il caso in esame, poiché al momento della costruzione il diritto obbligatorio originario si era già prescritto da tempo.

Il Collegio ha quindi ritenuto che la Corte d’Appello avesse errato nel qualificare il diritto come reale fin dall’inizio e nell’applicare il termine di prescrizione ventennale. La decisione impugnata è stata cassata e il caso rinviato a un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo esame basato sul corretto principio di diritto.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale in materia di diritti immobiliari: non tutti gli accordi che prevedono la costituzione di una servitù creano immediatamente un diritto reale. Quando l’accordo riguarda una servitù per futuro edificio, è essenziale verificare se il diritto a costruire sia stato esercitato entro il termine di prescrizione decennale dall’accordo. In caso contrario, il diritto si estingue e qualsiasi costruzione successiva risulterà illegittima. Questa decisione serve da monito per chi stipula tali convenzioni, sottolineando l’importanza di dare tempestiva attuazione agli accordi per non perdere i diritti acquisiti.

Quando si prescrive un accordo per costituire una servitù a favore di un edificio da costruire?
Secondo la sentenza, tale accordo genera un diritto di natura obbligatoria che si prescrive nel termine ordinario di dieci anni, decorrente dalla data della convenzione, e non dal momento della costruzione.

Che differenza c’è tra una servitù costituita per un vantaggio futuro e una per un edificio da costruire?
La servitù per un vantaggio futuro (art. 1029, co. 1 c.c.) fa nascere immediatamente un diritto reale. La servitù per un edificio da costruire (art. 1029, co. 2 c.c.) genera invece un rapporto obbligatorio che si trasforma in diritto reale solo quando l’edificio viene costruito.

Il diritto a costruire un’opera su un fondo altrui, basato su un accordo, è sempre un diritto reale?
No. Se l’accordo è finalizzato alla costituzione di una servitù a favore di un edificio non ancora esistente, il diritto che ne scaturisce ha natura obbligatoria fino alla realizzazione dell’opera ed è quindi soggetto alla prescrizione decennale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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