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Servitù per destinazione: requisiti e prova in giudizio

La Corte di Cassazione ha confermato la costituzione di una servitù per destinazione del padre di famiglia in una controversia tra fratelli sorta dopo la divisione di una proprietà originariamente unica. L’ordinanza chiarisce che per la costituzione di tale diritto è sufficiente l’esistenza di opere visibili e permanenti al momento della divisione, come una strada di cantiere, che manifestino in modo inequivocabile l’asservimento di un fondo all’altro. La Corte ha inoltre stabilito che il coniuge comproprietario del fondo dominante non è litisconsorte necessario nell’azione di accertamento della servitù (actio confessoria servitutis) promossa contro il proprietario esclusivo del fondo servente.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Servitù per Destinazione: Quando una Strada Racconta una Storia Giuridica

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre l’opportunità di approfondire un istituto giuridico affascinante e di grande rilevanza pratica: la servitù per destinazione del padre di famiglia. Questo caso, nato da una disputa tra fratelli sulla divisione di un’eredità immobiliare, mette in luce i requisiti necessari per la sua costituzione e chiarisce importanti aspetti processuali. La vicenda dimostra come lo stato di fatto di un immobile al momento della sua divisione possa creare diritti e obblighi duraturi tra i nuovi proprietari.

I Fatti del Caso: Una Disputa Familiare su un Diritto di Passaggio

La controversia ha origine dalla divisione di una proprietà, originariamente appartenente a un unico soggetto, su cui erano state edificate tre villette adiacenti. A seguito della divisione tra i tre fratelli eredi, una delle sorelle agiva in giudizio contro il fratello per ottenere il riconoscimento di una servitù di passaggio pedonale e carrabile sul fondo di quest’ultimo. Tale passaggio, secondo la ricorrente, era necessario per accedere al proprio piano seminterrato e al terreno retrostante e si era costituito automaticamente al momento della divisione in virtù dell’art. 1062 c.c., ovvero per ‘destinazione del padre di famiglia’. Il fratello, proprietario del presunto fondo servente, si opponeva, negando l’esistenza di un’opera visibile e permanente all’epoca della divisione.

Il Percorso Giudiziario e i Requisiti della Servitù per Destinazione

Il Tribunale di primo grado rigettava la domanda, ma la Corte d’Appello ribaltava la decisione, riconoscendo l’esistenza della servitù. Secondo la Corte territoriale, le prove raccolte (in particolare fotografie d’epoca e testimonianze di chi aveva eseguito i lavori di costruzione) dimostravano che, al momento della divisione, esisteva una strada di cantiere sterrata ma chiaramente visibile e destinata a collegare il seminterrato e il terreno della sorella alla via pubblica, attraversando la proprietà del fratello. A complicare il quadro, la moglie del fratello, in regime di comunione dei beni, proponeva opposizione di terzo, sostenendo di essere litisconsorte necessario pretermesso. La Corte d’Appello rigettava l’opposizione, chiarendo che il suo ruolo di comproprietaria del fondo dominante (in quanto acquistato successivamente insieme alla sorella del marito) non la rendeva parte necessaria nell’azione promossa contro il proprietario del fondo servente.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, investita del ricorso del fratello e della moglie, ha rigettato tutti i motivi di impugnazione, confermando la decisione d’appello. Le motivazioni della Suprema Corte sono fondamentali per comprendere la materia:
1. Visibilità dell’Opera: Per la costituzione della servitù per destinazione, non è necessaria un’opera monumentale o formalmente definita. È sufficiente l’esistenza di segni visibili, permanenti e inequivocabili che rivelino l’asservimento di una parte della proprietà a vantaggio dell’altra. Nel caso di specie, una strada sterrata, ma realizzata con riporto di terra su un terreno roccioso e distinta dalla vegetazione circostante, è stata ritenuta sufficiente a integrare tale requisito.
2. Stato di Fatto vs. Dati Catastali: La Corte ha ribadito che ai fini della costituzione della servitù rileva la condizione reale e fisica dei luoghi al momento della divisione, non la loro qualificazione catastale. L’obiezione secondo cui il seminterrato fosse accatastato come mera ‘intercapedine’ e non come magazzino è stata considerata irrilevante.
3. Prova della Servitù: La valutazione delle prove è riservata al giudice di merito. La Corte d’Appello ha legittimamente fondato il suo convincimento sulle testimonianze ritenute più attendibili e sulle fotografie d’epoca, anche a discapito delle conclusioni di una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) basata su dati errati.
4. Litisconsorzio Necessario: La Cassazione ha confermato che nell’actio confessoria servitutis l’azione va diretta contro chi contesta l’esercizio della servitù, ovvero il proprietario del fondo servente. Il comproprietario del fondo dominante non è un contraddittore necessario, in quanto l’eventuale sentenza favorevole andrebbe a vantaggio anche suo.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza riafferma principi consolidati e offre importanti indicazioni pratiche. In primo luogo, sottolinea l’importanza di documentare attentamente lo stato dei luoghi prima di procedere alla divisione di un immobile, magari con perizie e documentazione fotografica. In secondo luogo, chiarisce che la realtà fattuale prevale spesso sulla forma: una strada visibile, anche se non asfaltata, può dare vita a un diritto reale. Infine, dal punto di vista processuale, definisce con precisione chi debba essere necessariamente coinvolto in un giudizio per l’accertamento di una servitù, semplificando l’instaurazione di tali controversie. La decisione rappresenta un monito a considerare non solo gli atti scritti, ma anche la ‘storia’ visibile che gli immobili portano con sé.

Quando si costituisce una servitù per destinazione del padre di famiglia?
Una servitù di questo tipo si costituisce automaticamente quando sono presenti tre condizioni: 1) i due fondi (dominante e servente) erano originariamente di proprietà della stessa persona; 2) al momento della loro divisione (ad esempio, per vendita o eredità), esistevano opere visibili e permanenti (come una strada, una conduttura, una finestra) che asservivano un fondo all’utilità dell’altro; 3) l’atto di divisione non contiene una dichiarazione esplicita contraria alla costituzione della servitù.

Il coniuge in comunione dei beni è sempre parte necessaria in una causa sulla servitù?
No. Secondo la Corte, nell’azione per l’accertamento di una servitù (actio confessoria servitutis), l’unica parte necessaria da citare in giudizio è il proprietario del fondo servente, cioè colui che contesta o impedisce l’esercizio del diritto. Il coniuge comproprietario del fondo dominante (quello che beneficia della servitù) non è un litisconsorte necessario, poiché l’eventuale accoglimento della domanda andrebbe comunque a suo vantaggio.

Una strada sterrata e non asfaltata è sufficiente a creare una servitù per destinazione?
Sì. La Corte ha stabilito che per ‘opera visibile e permanente’ non si intende necessariamente una costruzione complessa o rifinita. Anche una strada sterrata, se realizzata in modo da essere chiaramente distinguibile dal terreno circostante e destinata in modo inequivocabile a collegare una parte della proprietà alla via pubblica, soddisfa il requisito necessario per la costituzione della servitù per destinazione del padre di famiglia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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