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Servitù padre di famiglia: quando si costituisce?

La Corte di Cassazione conferma la costituzione di una servitù per destinazione del padre di famiglia, dichiarando inammissibile il ricorso del proprietario del fondo servente. Il caso riguardava un passaggio veicolare creato dall’originario unico proprietario prima di frazionare e vendere l’immobile a due soggetti diversi. La Corte ha ribadito che la presenza di opere visibili e permanenti, come un lastricato e un cancello, destinate all’utilità di una parte del fondo a peso dell’altra, è sufficiente a far nascere la servitù al momento della separazione delle proprietà.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Servitù per destinazione del padre di famiglia: come nasce e quali sono i requisiti?

La costituzione di una servitù per destinazione del padre di famiglia rappresenta un concetto fondamentale nel diritto immobiliare, spesso al centro di complesse controversie. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i presupposti necessari per la sua nascita, sottolineando l’importanza delle opere visibili e permanenti create dall’originario unico proprietario prima del frazionamento di un immobile. Questo articolo analizza la decisione, offrendo spunti pratici per comprendere quando un diritto di passaggio può considerarsi validamente costituito in automatico, senza bisogno di un contratto.

I Fatti del Caso: La Nascita della Controversia

La vicenda trae origine dalla vendita frazionata di un’unica proprietà immobiliare. Inizialmente, l’intero edificio con annessa corte apparteneva a un solo soggetto. Questi, prima di vendere, aveva di fatto creato uno stato di asservimento di una porzione della corte (futuro mappale 657) a favore dell’altra (futuro mappale 347). In particolare, aveva realizzato un’area pavimentata per il parcheggio, accessibile solo attraversando la prima porzione di corte.

Successivamente, la proprietà viene divisa: una parte viene venduta a un soggetto (poi dante causa della proprietaria B) e l’altra parte, anni dopo, al proprietario A. A seguito delle vendite, la proprietaria B installava un cancello sul confine per continuare a utilizzare il passaggio sulla proprietà A per accedere alla propria area di parcheggio. Il proprietario A, ritenendo tale passaggio illegittimo, si rivolgeva al Tribunale per far dichiarare l’inesistenza della servitù e ottenere la rimozione del cancello.

Mentre il Tribunale di primo grado accoglieva la domanda dell’attore, la Corte d’Appello ribaltava la decisione, riconoscendo la costituzione di una servitù di passaggio veicolare per destinazione del padre di famiglia ai sensi dell’art. 1062 c.c.

La Decisione della Corte di Cassazione e la servitù per destinazione del padre di famiglia

Il proprietario del fondo servente ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando un’erronea applicazione dell’art. 1062 c.c. Secondo il ricorrente, non si poteva parlare di due fondi distinti all’origine e la situazione di fatto era un mero diritto personale concesso agli affittuari, non una servitù reale.

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per diverse ragioni, confermando di fatto la decisione della Corte d’Appello e la corretta applicazione dei principi in materia.

L’Inammissibilità del Ricorso

La Corte ha innanzitutto chiarito che il ricorso per cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. Il ricorrente, criticando la qualificazione dei fatti operata dai giudici d’appello, stava in realtà chiedendo una nuova valutazione delle prove, attività preclusa in sede di legittimità. Le sue censure erano generiche e non coglievano la ratio decidendi della sentenza impugnata, ovvero l’accertamento di tutti i presupposti richiesti dalla legge.

I Presupposti della servitù per destinazione del padre di famiglia

La decisione offre l’occasione per ribadire i requisiti necessari affinché si costituisca questa particolare servitù:

1. Appartenenza originaria a un unico proprietario: I due fondi (ora distinti) devono essere appartenuti in passato a un unico soggetto.
2. Stato di asservimento: L’unico proprietario deve aver posto o lasciato le cose in uno stato dal quale risulta una servitù. Questo significa che una parte del fondo era oggettivamente destinata a servire l’altra (es. un passaggio per accedere a un’altra zona).
3. Opere visibili e permanenti: Lo stato di asservimento deve manifestarsi attraverso opere concrete, visibili e permanenti, come una strada, un acquedotto, un cancello o, come nel caso di specie, un’area pavimentata e un varco. Questo requisito garantisce che la situazione sia oggettiva e non legata a una tolleranza momentanea.
4. Assenza di diversa volontà: Al momento della divisione del fondo, il proprietario non deve aver manifestato una volontà contraria al mantenimento della servitù.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto che i giudici di merito avessero correttamente applicato l’articolo 1062 del Codice Civile. Era stato accertato che, prima della divisione, l’originario proprietario aveva creato una situazione di fatto in cui una parte della corte era permanentemente e visibilmente destinata a consentire l’accesso e il parcheggio all’altra. Le opere, come il lastricato e il cancello, esistevano da anni prima della vendita e rendevano palese l’asservimento. La critica del ricorrente sull’unicità del fondo originario è stata respinta, in quanto la norma presuppone proprio un’iniziale unità che viene meno con il frazionamento. Allo stesso modo, la tesi del ‘diritto personale di godimento’ è stata giudicata una questione nuova e, come tale, inammissibile.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza consolida un principio di grande rilevanza pratica: chi acquista una porzione di un immobile precedentemente unito deve prestare la massima attenzione allo stato dei luoghi. La presenza di opere visibili e permanenti (strade, cancelli, pavimentazioni) che mettono in comunicazione due parti della proprietà può determinare la nascita automatica di una servitù. La servitù per destinazione del padre di famiglia non richiede un atto scritto e si costituisce per il solo fatto che, al momento della separazione, lo stato di servizio creato dal precedente proprietario non sia stato esplicitamente rimosso o escluso nel contratto di vendita.

Quando nasce una servitù per destinazione del padre di famiglia?
Nasce automaticamente quando l’originario unico proprietario di un fondo crea opere visibili e permanenti che pongono una parte della proprietà al servizio di un’altra, e successivamente la proprietà viene divisa (venduta o ereditata) senza che nel relativo atto sia manifestata una volontà contraria al mantenimento di tale situazione.

Cosa si intende per opere ‘visibili e permanenti’ ai fini della servitù?
Si intendono tutte quelle opere materiali e inequivocabili che rendono evidente a chiunque l’esistenza di un peso su un fondo a vantaggio di un altro. Nel caso esaminato, un’area pavimentata per il parcheggio e un cancello di accesso sono stati considerati tali, in quanto indicavano una destinazione stabile e non precaria.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione dei fatti compiuta dal giudice d’appello sulla visibilità delle opere?
No, la Corte di Cassazione ha ribadito che la valutazione dei fatti e delle prove, come l’accertamento della visibilità e permanenza delle opere, è di competenza esclusiva del giudice di merito. In sede di legittimità si può contestare solo la violazione o l’errata applicazione di norme di legge, non la ricostruzione della vicenda concreta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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