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Servitù di veduta: il muro divisorio non la crea

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, affronta un caso di servitù di veduta derivante da una sopraelevazione su un muro divisorio. La Corte, prima di decidere nel merito, ha ritenuto necessario acquisire la consulenza tecnica d’ufficio per verificare le caratteristiche fattuali dell’opera, in particolare l’altezza e la sicurezza del parapetto, elementi cruciali per stabilire se si possa esercitare un affaccio comodo e sicuro sul fondo vicino. La questione centrale ruota attorno al principio, già affermato dalla stessa Corte, secondo cui un muro divisorio, per sua natura, non può costituire una servitù di veduta a causa della reciproca possibilità di affaccio.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Servitù di veduta: quando un muro divisorio non basta

La servitù di veduta è uno dei diritti reali più discussi nelle aule di tribunale, specialmente in contesti di vicinato. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per approfondire un aspetto cruciale: può un’opera costruita su un muro divisorio dar vita a una servitù di questo tipo? La risposta, come vedremo, non è scontata e dipende da requisiti di sicurezza e funzionalità ben precisi.

I Fatti del Caso

La vicenda legale ha origine dalla richiesta di un proprietario di accertare l’inesistenza di una servitù di veduta a carico del suo immobile. I vicini avevano infatti realizzato una sopraelevazione su un muro divisorio comune, creando un camminamento (ballatoio) dal quale era possibile affacciarsi sulla sua proprietà.

Il percorso giudiziario è stato complesso:

1. Tribunale di Primo Grado: Accoglie la domanda del proprietario, negando l’esistenza della servitù e ordinando il ripristino dello stato dei luoghi.
2. Corte d’Appello (primo giudizio): Riforma la sentenza, riconoscendo la servitù.
3. Corte di Cassazione (primo ricorso): Annulla la decisione d’appello. La Suprema Corte stabilisce un principio fondamentale: un muro divisorio, avendo la sola funzione di demarcare i confini e tutelare i fondi, non può dar luogo a una servitù di veduta. Questo perché la possibilità di affaccio sarebbe reciproca, impedendo la creazione di una vera e propria soggezione di un fondo all’altro.
4. Corte d’Appello (giudizio di rinvio): Adeguandosi al principio della Cassazione, accoglie la domanda originaria del proprietario, dichiara inesistente la servitù e condanna i vicini al ripristino.

Contro quest’ultima sentenza, i vicini propongono un nuovo ricorso per cassazione, basato su quattro motivi.

I Motivi del Ricorso e la Decisione della Cassazione

I ricorrenti contestano la sentenza d’appello sotto diversi profili, sostenendo che il giudice di rinvio abbia errato nel valutare le caratteristiche dell’opera.

La questione della sicurezza dell’affaccio

Il primo e il secondo motivo di ricorso si concentrano su un punto tecnico: l’altezza del parapetto del ballatoio, pari a 95,5 cm. I ricorrenti affermano che la Corte d’Appello avrebbe erroneamente ritenuto tale altezza sufficiente a garantire un affaccio comodo e sicuro, senza una motivazione adeguata. Secondo la giurisprudenza costante, per costituire una veduta, l’opera deve essere intrinsecamente e funzionalmente destinata a consentire un affaccio sicuro, requisito che, a loro dire, mancherebbe nel caso di specie.

Altri motivi di doglianza

Con il terzo motivo, i ricorrenti lamentano che la Corte non abbia considerato la possibile costituzione della servitù per destinazione del padre di famiglia o per usucapione. Con il quarto, infine, sostengono che il giudice avrebbe dovuto disporre interventi alternativi meno drastici della demolizione, come l’innalzamento del muro comune, opzione consentita dalla legge.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

Di fronte a queste censure, la Corte di Cassazione non ha emesso una decisione definitiva sul merito della controversia. Ha invece pronunciato un’ordinanza interlocutoria, con la quale ha sospeso il giudizio. La Corte ha ritenuto che, per decidere in modo appropriato sui motivi del ricorso, fosse indispensabile esaminare le prove tecniche raccolte nei gradi di merito. In particolare, è stata giudicata essenziale l’acquisizione del fascicolo d’ufficio contenente la Consulenza Tecnica d’Ufficio (C.T.U.) con i relativi allegati planimetrici e fotografici. Questi documenti sono fondamentali per verificare oggettivamente le caratteristiche del ballatoio, l’altezza del parapetto e le condizioni di sicurezza dell’affaccio, tutti elementi fattuali decisivi per l’applicazione corretta dei principi di diritto in materia di servitù di veduta.

Le Conclusioni

L’ordinanza dimostra come, anche nel giudizio di legittimità, l’esame dei fatti possa essere cruciale quando la violazione di legge denunciata dipende da una specifica valutazione delle circostanze materiali. La decisione finale sulla servitù di veduta è quindi rimandata. Il caso evidenzia un principio chiave: non basta poter guardare sul fondo del vicino per avere una servitù; è necessario che l’opera da cui ci si affaccia sia stata creata con lo scopo specifico di permettere un prospicere e un inspicere in condizioni di totale comodità e sicurezza. La controversia ora attende l’analisi dei documenti tecnici, che determineranno se il ballatoio sul muro divisorio soddisfi o meno questi stringenti requisiti.

Un muro divisorio può essere utilizzato per esercitare una servitù di veduta?
In linea di principio, no. La Corte di Cassazione, in una precedente pronuncia su questo stesso caso, ha stabilito che un muro divisorio ha la sola funzione di demarcazione e tutela dei fondi. Poiché consentirebbe un affaccio reciproco da entrambe le proprietà, non è idoneo a creare una situazione di soggezione di un fondo all’altro, che è il presupposto della servitù.

Quali sono i requisiti perché un’opera possa dar luogo a una servitù di veduta?
L’opera deve essere non solo funzionale ma anche principalmente volta all’esercizio della veduta. Deve avere caratteristiche e una conformazione tali da consentire un affaccio (guardare di fronte, obliquamente e lateralmente) in condizioni di sufficiente comodità e sicurezza.

Cosa significa ‘ordinanza interlocutoria’ in questo contesto?
Significa che la Corte di Cassazione non ha ancora deciso la causa. Ha emesso un provvedimento non definitivo per acquisire elementi necessari alla decisione, in questo caso la perizia tecnica (C.T.U.). Il giudizio è sospeso in attesa di questi documenti e verrà ripreso in seguito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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