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Servitù di passaggio su fondo intercluso: la decisione

La Corte d’Appello di Firenze, in sede di rinvio dalla Corte di Cassazione, ha statuito in materia di servitù di passaggio. La Suprema Corte aveva precedentemente annullato una sentenza che negava il diritto di passaggio, specificando che l’accesso a un fondo deve essere adeguato e non meramente esistente. Sulla base di tale principio e dell’accordo tra le parti, la Corte d’Appello ha definitivamente costituito una servitù di passaggio carrabile a favore di un fondo ritenuto intercluso, ordinando la rimozione di un muretto per facilitare l’accesso e compensando integralmente le spese legali tra le parti.

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Servitù di Passaggio: Quando l’Accesso Inadeguato Rende un Fondo Intercluso

Il diritto alla servitù di passaggio rappresenta uno degli istituti più rilevanti del diritto immobiliare, specialmente quando un immobile non ha accesso diretto alla via pubblica. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Firenze, emessa in sede di rinvio dalla Cassazione, chiarisce un principio fondamentale: un fondo è da considerarsi intercluso non solo quando manca totalmente l’accesso, ma anche quando quello esistente è inidoneo a soddisfare le moderne esigenze di utilizzo, come il passaggio di una carrozzella. Questo caso offre spunti cruciali per comprendere i limiti e l’applicazione dell’art. 1051 del Codice Civile.

I Fatti di Causa

La vicenda giudiziaria ha origine dalla richiesta del proprietario di un fondo, situato in una località del Comune di San Marcello Piteglio, di ottenere la costituzione di una servitù di passaggio coattiva. Il suo terreno, pur avendo un accesso alla via pubblica, presentava ostacoli, come la presenza di scale, che lo rendevano di fatto inaccessibile a mezzi carrabili e persino a persone con mobilità ridotta. La richiesta era rivolta ai proprietari dei fondi confinanti, sui quali sarebbe dovuto transitare il nuovo passaggio.

Il Percorso Giudiziario e il Principio della Cassazione

Il Tribunale di Pistoia, in primo grado, aveva accolto la domanda, costituendo la servitù. Tuttavia, la Corte d’Appello di Firenze, in un primo momento, aveva riformato la decisione, respingendo la richiesta. La questione è quindi approdata dinanzi alla Corte di Cassazione, che ha ribaltato la sentenza d’appello. La Suprema Corte ha censurato la decisione per non aver considerato che la via d’accesso esistente, per la sua conformazione, era inidonea a consentire un accesso adeguato a chiunque (ad esempio, a una carrozzella) e per non aver valutato l’impossibilità urbanistica di realizzare alternative come rampe. La Cassazione ha dunque disposto il rinvio alla Corte d’Appello, stabilendo il principio secondo cui la valutazione sull’interclusione di un fondo deve tenere conto dell’adeguatezza dell’accesso e non della sua mera esistenza fisica.

La Decisione della Corte d’Appello sulla servitù di passaggio

In sede di rinvio, la Corte d’Appello di Firenze si è attenuta ai principi enunciati dalla Cassazione. Le parti costituite, nel frattempo, avevano raggiunto un accordo, le cui conclusioni sono state recepite dalla Corte nella sentenza definitiva. La Corte ha quindi deciso di:
1. Costituire la servitù di passaggio carrabile a favore del fondo dell’attore e a carico del fondo in comproprietà dei convenuti.
2. Ordinare la rimozione di una porzione di muretto per rendere più agevole la manovra di accesso dalla via pubblica alla nuova strada campestre.
3. Compensare integralmente le spese processuali di tutti i gradi di giudizio, ponendo i costi della consulenza tecnica d’ufficio (c.t.u.) a carico di entrambe le parti in egual misura.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la propria decisione sottolineando come la soluzione concordata tra le parti fosse pienamente recepibile, in quanto si poneva nel solco della pronuncia della Cassazione. Il principio affermato dalla Suprema Corte, infatti, imponeva di considerare il fondo intercluso e necessitante della costituzione di una servitù di passaggio coattiva. La decisione è stata presa anche nei confronti delle parti rimaste contumaci (cioè non presentatesi in giudizio), poiché la costituzione della servitù, nei termini indicati, coincideva con la decisione che la Corte avrebbe comunque dovuto prendere sulla base delle prove documentali e della consulenza tecnica d’ufficio.

Le Conclusioni

Questa sentenza è di notevole importanza pratica. In primo luogo, ribadisce che il concetto di ‘fondo intercluso’ non è assoluto ma va interpretato in relazione alle esigenze concrete del fondo e alla possibilità di un suo uso ‘adeguato’. Un semplice sentiero pedonale o una via con barriere architettoniche può non essere sufficiente a escludere lo stato di interclusione. In secondo luogo, il provvedimento dimostra come, anche in una fase avanzata del contenzioso come il giudizio di rinvio, un accordo tra le parti possa essere la via più efficace per definire la controversia, venendo recepito dal giudice nella sentenza finale.

Quando un fondo è considerato ‘intercluso’ anche se un accesso alla via pubblica esiste?
Un fondo è considerato intercluso quando l’accesso esistente è inidoneo a soddisfare le esigenze del fondo stesso, ad esempio a causa della conformazione dei luoghi (come la presenza di scale) che non consente un passaggio adeguato a tutti, come una persona su una carrozzella. L’interclusione non è quindi solo assenza totale di accesso, ma anche inadeguatezza di quello esistente.

Cosa ha deciso la Corte d’Appello riguardo la servitù di passaggio?
La Corte d’Appello ha costituito una servitù di passaggio anche carrabile a favore del fondo dell’attore e a carico del fondo dei convenuti. Ha inoltre disposto che l’attore rimuova, a sue cure e spese, una porzione di muretto sul confine per rendere più agevole l’accesso dalla via pubblica.

Come sono state regolate le spese processuali?
Le spese processuali di tutti i gradi di giudizio sono state integralmente compensate tra le parti. I costi della consulenza tecnica d’ufficio (c.t.u.) sono stati posti definitivamente a carico di attore e convenuti, in ragione di metà per ciascuno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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