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Servitù di passaggio: quando un ostacolo è illegittimo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un caso di servitù di passaggio, originato dal posizionamento di un paletto su un viale. I proprietari del fondo servente lamentavano una limitazione del loro diritto. Dopo due gradi di giudizio sfavorevoli, la questione è giunta in Cassazione. La Corte, tuttavia, ha emesso un’ordinanza interlocutoria, decidendo di unire questo ricorso a un altro pendente tra le stesse parti e relativo alla medesima servitù, al fine di garantire una decisione coerente e unitaria.

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Servitù di Passaggio: la Cassazione rinvia la decisione sul paletto che ostruisce il viale

La servitù di passaggio è uno dei diritti reali più comuni e, al tempo stesso, una frequente fonte di liti tra vicini. Cosa succede quando un ostacolo, anche di modeste dimensioni come un paletto, viene posizionato sul percorso? Può essere considerato una limitazione illegittima del diritto? Con l’ordinanza interlocutoria n. 6861/2024, la Corte di Cassazione ha affrontato un caso di questo tipo, optando per una soluzione procedurale che sottolinea la necessità di coerenza nelle decisioni giudiziarie.

I Fatti di Causa

La vicenda ha inizio nel 2007, quando due fratelli, proprietari di un immobile, citavano in giudizio i loro vicini. Oggetto del contendere era un’area cortilizia che i primi rivendicavano come di loro esclusiva proprietà. In particolare, lamentavano che i vicini avevano apposto un paletto al centro di un viale sul quale vantavano una servitù di passaggio, costituita da un precedente atto di divisione.

I ricorrenti chiedevano al tribunale non solo il rilascio del cortile, ma anche la rimozione di altri ostacoli, il risarcimento dei danni e il ripristino dello stato dei luoghi, con la conseguente eliminazione del paletto e la rimozione di veicoli parcheggiati sul fondo servente.

Il Percorso Giudiziario nei Gradi di Merito

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno respinto le richieste degli attori. Entrambi i giudici di merito hanno ritenuto infondate le pretese relative alla proprietà dell’area e, per quanto riguarda la servitù di passaggio, hanno concluso che l’apposizione del paletto non costituisse una diminuzione o un aggravamento dell’esercizio del diritto.

I Motivi del Ricorso e la questione della servitù di passaggio

Insoddisfatti delle decisioni, i proprietari del fondo dominante hanno proposto ricorso per cassazione, basandolo su due motivi principali:
1. Violazione delle norme sulla servitù: Hanno sostenuto che la Corte d’Appello avesse errato nell’applicare gli articoli 1063, 1065 e 1067 del codice civile, fornendo una motivazione insufficiente e contraddittoria sull’insussistenza della lamentata diminuzione dell’esercizio della servitù.
2. Mancata corrispondenza tra chiesto e pronunciato: Hanno denunciato la violazione dell’articolo 112 del codice di procedura civile. Secondo i ricorrenti, la Corte territoriale, nel riesaminare la natura della servitù (già definita in una precedente sentenza che stabiliva una larghezza di due metri per il viale), aveva violato il titolo costitutivo del diritto, ritenendo erroneamente che il paletto non costituisse un aggravio.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione, con la presente ordinanza, non è entrata nel merito della questione. La sua decisione è stata di natura puramente processuale. Il Collegio ha rilevato l’esistenza di un altro ricorso pendente, iscritto con un diverso numero di ruolo, avente ad oggetto l’impugnazione di una precedente sentenza (la n. 425/2021) che le stesse parti avevano menzionato e che era strettamente connessa alla controversia attuale.

La motivazione alla base della decisione di rinvio risiede nell’opportunità di trattare congiuntamente i due ricorsi. Esaminare le due impugnazioni nella medesima udienza permette alla Corte di avere un quadro completo e unitario della complessa vicenda legata alla servitù di passaggio, evitando il rischio di decisioni contraddittorie e garantendo una maggiore coerenza giuridica.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria n. 6861/2024, pur non fornendo una risposta definitiva sulla legittimità del paletto, offre importanti spunti di riflessione. In primo luogo, evidenzia come anche modifiche apparentemente minori allo stato dei luoghi possano dare origine a contenziosi complessi che si protraggono per anni. In secondo luogo, dimostra l’attenzione della Suprema Corte agli aspetti procedurali, utilizzando strumenti come la riunione dei giudizi per assicurare l’armonia e la coerenza del sistema giudiziario. Per le parti coinvolte, la soluzione è solo rimandata: dovranno attendere la trattazione congiunta dei ricorsi per sapere se quel paletto dovrà essere rimosso o potrà rimanere al suo posto.

Qual era la questione centrale della controversia?
La disputa verteva principalmente sul diritto di servitù di passaggio. I ricorrenti sostenevano che l’installazione di un paletto da parte dei vicini sul viale oggetto del diritto costituisse un’illegittima limitazione e un aggravio del loro passaggio.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso il caso?
La Corte ha emesso un’ordinanza interlocutoria, ovvero un provvedimento non definitivo. Ha scelto di non decidere perché ha riscontrato la pendenza di un altro ricorso tra le stesse parti e relativo alla medesima servitù. Ha quindi rinviato la causa per trattare i due ricorsi insieme.

Qual è il significato pratico di questa decisione?
La decisione significa che la risoluzione finale della controversia è posticipata. A livello procedurale, la scelta di riunire i due ricorsi mira a garantire una valutazione completa e coerente dell’intera vicenda, evitando possibili sentenze contrastanti sulla stessa situazione di diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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