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Servitù di passaggio: quando ottenerla per la casa

La Corte di Cassazione ha confermato la possibilità di costituire una servitù di passaggio coattiva a favore di un’abitazione che, pur avendo un accesso pedonale, necessita di un accesso carrabile. La decisione si basa sul principio che creare un accesso alternativo comporterebbe un costo sproporzionato rispetto al valore dell’immobile. La Corte ha esteso l’applicazione dell’art. 1052 c.c. per tutelare le moderne esigenze abitative, superando la vecchia visione legata solo a necessità agricole o industriali.

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Servitù di passaggio: quando è possibile ottenerla per accedere alla propria abitazione

Ottenere un accesso comodo alla propria casa è un’esigenza fondamentale. Ma cosa succede se l’unica via è un sentiero pedonale e per realizzare un passo carrabile bisognerebbe passare sul terreno del vicino? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta proprio il tema della servitù di passaggio coattiva, chiarendo in quali condizioni è possibile imporla per soddisfare le moderne esigenze abitative, anche quando il fondo non è completamente isolato.

I Fatti di Causa: Un Accesso Solo Pedonale

Il caso ha origine dalla richiesta di due coniugi, proprietari di un’abitazione, di ottenere un accesso per le auto. Il loro immobile, infatti, era collegato alla strada pubblica solo tramite un passaggio pedonale. Per questo motivo, avevano citato in giudizio il proprietario del terreno confinante, sul quale era già presente una strada privata, chiedendo in via principale di accertare l’acquisto per usucapione di una servitù di passaggio e, in subordine, di costituirla coattivamente.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello hanno dato ragione ai coniugi, accogliendo la loro domanda subordinata. I giudici hanno disposto la costituzione di una servitù di passaggio coattiva, pedonale e carrabile, sul fondo del vicino. La decisione si fondava sull’interpretazione dell’articolo 1052 del codice civile, estendendone la portata anche alle esigenze abitative, sulla scia di una storica sentenza della Corte Costituzionale (n. 167/1999). Inoltre, una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) aveva dimostrato che la creazione di un accesso alternativo sarebbe stata eccessivamente costosa e disagevole, a causa del notevole dislivello tra il fondo dei coniugi e la strada pubblica.

Le Ragioni del Ricorso in Cassazione

Il proprietario del fondo servente ha impugnato la decisione in Cassazione, lamentando una violazione di legge. A suo avviso, i giudici avevano errato nell’applicare la normativa sulla servitù, poiché il fondo dei vicini non era intercluso (cioè completamente privo di accesso) e l’interpretazione estensiva della sentenza costituzionale era ingiustificata, in quanto quella pronuncia si riferiva specificamente alla tutela di persone con difficoltà di deambulazione. Contestava inoltre le conclusioni della CTU, ritenendole contraddittorie e carenti.

Le Motivazioni della Cassazione: L’Evoluzione della Servitù di Passaggio

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando integralmente le sentenze precedenti e fornendo chiarimenti cruciali sull’applicazione moderna della servitù di passaggio.

L’Applicazione dell’Art. 1052 c.c. per Fondi non Interclusi

La Corte ha innanzitutto precisato che il caso rientrava correttamente nell’ambito dell’art. 1052 c.c., che disciplina il passaggio coattivo a favore di un fondo non intercluso. Questa norma permette di imporre una servitù quando l’accesso esistente è “inadatto o insufficiente ai bisogni del fondo e non può essere ampliato”. La legge richiama i criteri dell’art. 1051 c.c., tra cui la necessità di evitare un “eccessivo dispendio o disagio”. Nel caso specifico, il costo per creare un nuovo accesso carrabile (quantificato in 40.000 euro) era stato giudicato sproporzionato rispetto al valore dell’immobile (120.000 euro), giustificando così la costituzione della servitù sul fondo del vicino.

La Tutela delle Esigenze Abitative

Il punto centrale della motivazione riguarda però l’interpretazione evolutiva della norma. La Cassazione ha ribadito che, dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 167/1999, l’istituto della servitù di passaggio non è più limitato alle sole esigenze agricole o industriali. La sua applicazione deve essere estesa per tutelare anche le esigenze abitative, in linea con i valori costituzionali della persona. Ciò significa che la necessità di un accesso comodo e funzionale alla propria abitazione, che include la possibilità di arrivarci con un veicolo, è un interesse meritevole di tutela. Il diritto di proprietà deve essere bilanciato con il diritto a una piena fruibilità della propria casa.

Conclusioni: Un Principio di Equità e Modernità

L’ordinanza della Cassazione consolida un principio di fondamentale importanza: il diritto di proprietà non è assoluto e può essere limitato per soddisfare esigenze abitative primarie, considerate espressione dei valori della persona. La decisione chiarisce che una servitù di passaggio carrabile può essere imposta anche su un fondo che ha già un accesso pedonale, qualora la creazione di una via autonoma risulti eccessivamente onerosa. Si tratta di una vittoria per un’interpretazione del diritto civile più attenta alle necessità concrete delle persone e all’equo bilanciamento degli interessi in gioco.

È possibile ottenere una servitù di passaggio per auto se la mia casa ha già un accesso pedonale?
Sì, è possibile. La Corte di Cassazione ha stabilito che se l’accesso pedonale esistente è insufficiente a soddisfare le esigenze abitative e la creazione di un nuovo accesso carrabile comporterebbe un costo eccessivo e sproporzionato rispetto al valore dell’immobile, si può ottenere una servitù coattiva sul fondo del vicino.

La servitù di passaggio coattiva vale solo per terreni agricoli o industriali?
No. La giurisprudenza ha superato questa visione restrittiva. L’istituto della servitù coattiva si applica anche per tutelare le esigenze abitative, riconoscendo la necessità di un accesso adeguato alla propria casa come un interesse meritevole di tutela legato ai valori fondamentali della persona.

Cosa si intende per “eccessivo dispendio” nel creare un nuovo accesso?
Per “eccessivo dispendio” si intende una spesa sproporzionata rispetto al valore dell’immobile. Nel caso esaminato, un costo di 40.000 euro per creare un nuovo accesso a fronte di un valore dell’immobile di 120.000 euro è stato considerato eccessivo, giustificando la costituzione della servitù.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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