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Servitù di passaggio: quando non c’è il diritto?

Una proprietaria rivendicava una servitù di passaggio attraverso l’appartamento di una parente per accedere al proprio lastrico solare, basandosi su un precedente atto di divisione. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei giudici di merito, ha respinto il ricorso. La Corte ha chiarito che, per la costituzione di una servitù per destinazione del padre di famiglia, non è sufficiente l’esistenza di un percorso, ma è necessario che le opere visibili (requisito dell’apparenza) dimostrino in modo inequivocabile la loro specifica funzione di servizio a favore del fondo dominante, circostanza non provata nel caso di specie.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Servitù di Passaggio per il Lastrico Solare: La Cassazione Chiarisce il Requisito dell’Apparenza

L’accesso a una proprietà è un tema centrale nel diritto immobiliare, spesso fonte di complesse controversie. Un caso recente affrontato dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 27787/2025 offre spunti fondamentali sulla costituzione di una servitù di passaggio per “destinazione del padre di famiglia”, evidenziando l’importanza del requisito dell’apparenza. La vicenda riguarda la richiesta di una proprietaria di poter accedere al proprio lastrico solare attraversando l’appartamento di una parente.

I Fatti di Causa: una Disputa sul Diritto di Accesso

La controversia nasce quando una signora si rivolge al Tribunale per ottenere il riconoscimento del suo diritto di passare attraverso l’abitazione di una parente per raggiungere il lastrico solare di sua proprietà. Tale diritto, a suo dire, era stato stabilito in un atto di divisione ereditaria e in un successivo atto di donazione. La convenuta si oppone, sostenendo che l’atto di divisione non aveva mai costituito un diritto reale di godimento e che nessuno, inclusa la ricorrente, aveva mai utilizzato il suo appartamento come via d’accesso al lastrico.

Le Decisioni di Merito: Il Rigetto della Domanda

Sia il Tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello hanno respinto le richieste della proprietaria del lastrico solare. Entrambi i giudici hanno concluso che non sussistevano i presupposti per il riconoscimento di una servitù, in particolare quella costituita per “destinazione del padre di famiglia”, come disciplinato dall’articolo 1062 del Codice Civile.

L’Analisi della Cassazione sulla Servitù di Passaggio

La proprietaria ha quindi proposto ricorso in Cassazione, lamentando, tra le altre cose, l’errata interpretazione degli atti e la violazione delle norme sulla costituzione delle servitù. La Suprema Corte ha esaminato i motivi del ricorso, rigettandoli integralmente e fornendo chiarimenti cruciali.

La Costituzione della Servitù per Destinazione del Padre di Famiglia

I giudici hanno innanzitutto ribadito che la servitù per destinazione del padre di famiglia si costituisce ope legis, cioè per effetto diretto della legge, quando si verificano due condizioni:
1. L’originario unico proprietario ha posto una parte del fondo a servizio dell’altra, creando una situazione di subordinazione oggettiva.
2. Successivamente, i due fondi (o le due parti del fondo) diventano di proprietà di persone diverse.

Perché ciò accada, è indispensabile la presenza di opere visibili e permanenti che manifestino in modo inequivocabile questa relazione di servizio. Questo è il cosiddetto requisito dell'”apparenza”.

Il Requisito dell’Apparenza per la Servitù di Passaggio

Il punto centrale della decisione della Cassazione riguarda proprio il requisito dell’apparenza. La Corte ha stabilito che non basta l’esistenza di un generico percorso idoneo a consentire il passaggio. È invece essenziale che la realizzazione dell’opera (ad esempio, una porta, una scala, un sentiero) dimostri chiaramente di essere stata creata al preciso fine di dare accesso dal fondo servente a quello dominante.

Nel caso specifico, l’accesso all’appartamento della convenuta serviva primariamente all’abitazione stessa. Non vi erano elementi strutturali che indicassero una sua specifica e inequivocabile funzione di accesso anche al lastrico solare della ricorrente. L’ingresso non era stato concepito per asservire il lastrico, ma solo per permettere l’accesso all’appartamento.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato il rigetto del ricorso affermando che l’accertamento del requisito dell’apparenza è una quaestio facti, ovvero una valutazione di fatto che spetta al giudice di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità, a meno che la motivazione non sia palesemente illogica o viziata. In questo caso, i giudici di primo e secondo grado avevano correttamente valorizzato le caratteristiche delle opere, concludendo che mancava il quid pluris necessario a dimostrare la specifica destinazione dell’accesso all’esercizio della servitù. L’argomentazione dei giudici di merito è stata ritenuta congrua e immune da vizi logici e giuridici. Inoltre, i primi due motivi di ricorso sono stati giudicati inammissibili perché non pertinenti alla ratio decidendi della sentenza d’appello, che si era concentrata esclusivamente sulla servitù per destinazione del padre di famiglia e non sull’interpretazione del contratto di divisione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale in materia di diritti reali: la costituzione di una servitù di passaggio per destinazione del padre di famiglia richiede prove concrete e oggettive. La semplice possibilità di utilizzare un varco non è sufficiente a creare un diritto reale. È necessario che le opere visibili manifestino senza ambiguità la volontà dell’originario proprietario di asservire una parte della sua proprietà a un’altra. La decisione sottolinea l’importanza di una chiara definizione dei diritti e degli accessi negli atti di divisione e compravendita immobiliare, al fine di prevenire future controversie.

Quando si costituisce una servitù di passaggio per “destinazione del padre di famiglia”?
Una servitù di passaggio si costituisce per destinazione del padre di famiglia quando, al momento della divisione di un’unica proprietà, esistono opere visibili e permanenti (come una porta o una strada) che erano state destinate dall’originario proprietario a collegare le due parti poi separate, manifestando una relazione di servizio oggettiva.

Cosa significa il requisito dell'”apparenza” per una servitù?
Il requisito dell’apparenza significa che devono esistere opere materiali permanenti e visibili, realizzate specificamente per l’esercizio della servitù. Non è sufficiente che esista un percorso idoneo, ma è necessario che l’opera (es. una porta, una scala) mostri in modo inequivocabile di essere stata creata per asservire un fondo a favore dell’altro.

È sufficiente che esista un passaggio per avere diritto a una servitù?
No. La Corte ha chiarito che la sola esistenza di un percorso idoneo allo scopo non è sufficiente. È essenziale che la realizzazione di tale percorso dimostri di essere avvenuta con il preciso fine di dare accesso dal fondo servente a quello dominante, una circostanza che deve essere provata attraverso l’analisi delle caratteristiche oggettive dell’opera.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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